Si chiama Marco Amoretti, ha 40 anni e aveva tentato la sua impresa già lo scorso settembre. Quale? Circumnavigare la penisola italiana a bordo della sua Maserati anni 80 biturbo grigia, trasformata in imbarcazione.
Partendo da La Spezia, Marco vuole raggiungere Venezia compiendo il viaggio di porto in porto, e lo scorso settembre si era fatto notare passando per il Tevere (dove la polizia lo bloccò)
Il suo scopo é anche quello di realizzare un documentario unico nel suo genere.
La sua storia viene tratteggiata da “veneziatoday” all’epoca delprimo tentativo fatto nel 2015.
“Il padre tentò un’impresa simile, ma venne vinto da un male incurabile. Ora ci prova il figlio, che quest’estata sta creando un certo scompiglio tra le capitanerie di porto del Belpaese, a bordo della sua Maserati Biturbo degli anni Ottanta imbottita di poliuretano espanso per renderla un’improbabile quanto per ora efficace mezzo anfibio. Insomma, quell’automobile partita da La Spezia con tappa finale Venezia non viaggerà per strada, bensì sempre via acqua. Circumnavigando lo Stivale.
E’ la pazza idea di Marco Amoretti, visionario 39enne di Sarzana che si è messo in testa di raggiungere la mostra del cinema del Lido di Venezia in modo di certo inusuale. Il tutto per cercare fondi per finanziare il suo documentario su un’altra impresa: quella portata a termine da lui e i suoi due fratelli, che realizzarono il sogno del loro padre. La traversata in “automare” dell’Atlantico. Era il 1999, e da allora Amoretti non ha mai perso il vizio. Tanto che ci sarebbe stato anche qualche incidente di percorso quest’anno, come quando in Toscana intervennero sommozzatori e capitaneria di porto per la segnalazione di un’auto in acqua. Poi tutto è stato ricomposto. Tutto sta ora ad attendere l’arrivo dell’avventuriero Amoretti, che stando alla tabella di marcia dovrebbe però arrivare “lungo”, a Festival concluso. Il titolo del suo documentario? “Inseguendo un sogno nell’oceano”.”
Ad Ischia, Marco, ha dovuto fare una sosta obbligata per riparare un galleggiante fuori uso ed ha “parcheggiato” alla Pagoda.