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Cose ‘e pazz: a Ischia sono tutti guariti!

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Gaetano Di Meglio | Il 10 ottobre si celebra la ventiduesima edizione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, promossa dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Federazione Mondiale della Salute Mentale. E noi iniziamo un viaggio, fino al 10 ottobre, dove proveremo a raccontare la vergogna di un’ASL protagonista che con i suoi vari commissari, direttori generali, primari, direttori, super direttori, sedi, contro sedi, sfratti, fitti e sfitti ha distrutto un servizio e, stando a quanto abbiamo letto, non ha nessuna intenzione di voler di ristabilire, almeno, quello che c’era prima. Certo, accettare questo significa dirci che facciamo un salto indietro nel tempo di 4 anni e non progrediamo, ma dobbiamo renderci conto che oggi opera una Salute Mentale “vecchia” di almeno 30 anni. Siamo a prima degli anni ’90.
Il nostro sarà un viaggio a tappe confuse. Non è mia intenzione raccontare il lento declino a cui i “pulcini sperduti” della nostra società sono stati esposti. E non è neanche un’inchiesta su chi ha sbagliato o chi ha fatto bene. Arriveremo al 10 ottobre, Giornata Mondiale della Salute Mentale, con la speranza di sentirci, semplicemente, disgustati e sconfitti. Sì, perché con la Salute Mentale abbiamo perso tutti. Io e altri pochi coraggiosi siamo finiti sotto inchiesta. Ci hanno denunciato. Hanno provato a strumentalizzarci e a carpire una battaglia giornalistica per una squallida guerra di poltrone tra dipendenti ASL, ma oggi portiamo, tutti, il senso della sconfitta. E abbiamo perso. E anche tanto. Il servizio attivo 24 ore ora non c’è più. Il posto letto non c’è più. L’esperienza di Villa Orizzonte l’hanno, inutilmente, fatta morire. I cortei e i comitati si sono spenti. I malati sono stati deportati e alcuni fatti guarire. Sono state sperperate centinaia di migliaia di euro a Villa Stefania e nel nuovo piano aziendale dell’ASL Napoli 2Nord non c’è una riga che parti della nostra Salute Mentale. L’hanno cancellata dalle loro priorità. E’ vero, il servizio c’è. Da una parte la Dottoressa Cece e dell’altra la Napolitani ma proviamo a ricordare. C’era un teatro, c’era un coro. C’era il Club dei Poeti e le raccolte di poesie dei pazienti coordinato da Domenico Nardiello, il corso di fotografia al Centro a Via Michele Mazzella. Oggi sopravvive solo l’esperienza del “Giardino dell’amicizia” e diversi casi difficili da gestire. Fatti di cronaca che, troppo spesso, terminano con TSO.
E c’era un’isola matura che sapeva accogliere i ragazzi di Villa Orizzonte e non solo. Li sapeva tenere vicini. Li amava e li sentiva propri. Oggi, restano ferite aperte. Famiglie distrutte sotto tanti punti di vista e una società distratta che, con una buona dose di strafottenza, non si sente privata di nulla. Non racconteremo tutto. Non andremo in ordine, ma cercheremo solo le cose peggiori. Per ricordarci che abbiamo fallito. Tutti.

Foto Lucia De Luise

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