Il problema è antico. Ischia non depura le sue acque reflue (leggi qui il caso). Non lo fa e l’azienda che lucra oltre un milioni e mezzo di euro l’anno incassando – stando alle decisioni del giudice Carro – cifre non dovute non si impegna a trovare un metodo per depurare le acque ma chiama a raccolta le pubbliche amministrazioni affinchè, con un intervento ad adiuvandum si possa mettere “terrore” al giudice che deve decidere. A questo punto, se la casta dei potenti si mette insieme, sarebbe necessario che quanti più cittadini possano schierarsi a difesa dei cittadini che hanno già vinto in primo grado. Una controffensiva a chi, ci minaccia di non depurare più i nostri reflui e di lasciarci con la merda che galleggia a mare, con i tampax, i cotton fioc e le buste di plastica galleggiare!
C’è qualche avvocato che ha la possibilità e la voglia di difendere gli interessi dei cittadini. Un avvocato che difenda migliaia di cittadini ischitani costretti a pagare per un servizio che non ricevono. Contro la casta dei potenti!
E se non ci sarà un avvocato siamo pronti ad altre azioni. Riempiremo la posta del tribunale con lettere ed appelli, articoli e quanto altro possibile!
Sindaci ghirellizzati! Senza più potere?
Ci saremmo aspettati dai sindaci ischitani una reazione forte. Ci saremmo aspettati una violenta reprimenda contro l’azienda che continua ad incassare danari che non dovrebbe e subito l’avvio di un’azione di responsabilità contro chi non garantisce che il ciclo della depurazione, tanto declamato da Ghirelli, rispetti i valori della legge. E invece? I primi cittadini preferiscono schierarsi con l’azienda che loro stesso amministrano male! Un’azienda che viene condannata a risarcire i cittadini perché ha incassato cifre che non doveva. Dove sta il bene comune? Dove sta l’impegno dei politici nel fare gli interessi dei cittadini?