Dopo l’annuncio di sabato sera e con la speranza che non venga tutto nuovamente rivoluzionato (ma non credo!), la politica del comune di Ischia ha chiuso la sua pagina peggiore. Dove coerenza, credibilità, posizioni, ideologie, serietà e logica avevano lasciato il campo libero ai virus dell’opportunità, del tradimento, del mercimonio e della prostituzione morale. Un momento davvero triste dove abbiamo assistito a tutto e al contrario di tutto. A sgambetti e colpi alle spalle che hanno prodotto, però, un risultato: oggi le forze in campo si sono divise quasi equamente.
Una divisione che ha prodotto, oltre alle candidature di Gennaro Savio e Luciano Venia quelle annunciate e tribolate di Enzo Ferrandino e di Gianluca Trani.
Ad oggi abbiamo solo i nomi dei candidati alla carica di sindaco e sappiamo chi potrebbero essere i relativi grandi elettori e supporter d’eccezione. Per ora il sacco (di tutti) è ancora vuoto e senza nomi.
E restiamo a valutare i due della politica attiva: Gianluca Trani e Enzo Ferrandino. Due facce della stessa medaglia. Stesso percorso, stessa tradizione familiare, stessa estrazione politica, stesse frequentazioni e un legame di famiglia che li lega. E così, dopo il litigio del 2012 quando Trani rischiò di non trovare il posto in lista, oggi arriviamo allo scontro finale. Uno da una parte e uno dall’altra. Uno scontro, quasi, di famiglia.
E’ vero, Gianluca Trani dopo aver tradito Giosi Ferrandino alle Europee ha preso le distanze dalla maggioranza nella quale era risultato il primo degli eletti e dalla quale fu eletto presidente del consiglio comunale. L’altro, Enzo ha mantenuto l’impegno assunto con gli elettori nel momento difficile della maggioranza che oggi (dopo tutto quello che abbiamo raccontato) lo candida alla carica di sindaco.
Entrambi figli della stessa classe politica poco capace sono il prodotto di questa stagione politica. Conosco entrambi, bene, e con entrambi ho un ottimo rapporto personale. Avendo ben presente le posizioni che ognuno ricopre e del ruolo al quale sono candidati spero che tutti e due possano portare avanti una campagna elettorale che tenga conto soprattutto, del rapporto personale che in passato li ha legati.
Dopo questa stagione dei veleni e dei tradimenti, la speranza di poter assistere ad una competizione elettorale che metta al centro del dibattito l’importanza del ruolo che riveste la politica nello sviluppo della democrazia, la centralità della proposta e dell’idea che è motore del cambiamento e il rispetto delle persone è davvero più forte dei vedere i panni sporchi che volano da un lato e dall’altro.
Entrambi gli schieramenti hanno svilito il ruolo politico a cui erano chiamati e risulta difficile, oggi, pensare che uno dei due si possa ergere a buono e bello e l’altro a cattivo e brutto.
Tutti quelli che si sono agitati si sono resi colpevoli delle stesse colpe. E, come disse l’unico che conta davvero, nessuno può scagliare la pietra.