lunedì, Novembre 25, 2024

Incendi. Bruno Molinaro: “La proposta Rispoli é pienamente condivisibile e giuridicamente compatibile”

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Ho letto la proposta dell’Assessore Rispoli sulle “sentinelle del territorio” contro gli incendi. Ho letto anche la dichiarazione critica dell’On. Martusciello («La prevenzione degli incendi spetta – dice Martusciello- allo Stato, alla Regione e alla protezione civile. Non diciamo eresie immaginando di caricare sui Comuni già dissestati ulteriori costi e responsabilità) che ha espresso un giudizio negativo sulla concreta fattibilità dell’iniziativa, trattandosi, a suo dire, di materia di competenza statale. Sulla questione competenza, bisogna, intanto, fare subito chiarezza.

La normativa che disciplinava gli interventi preventivi e repressivi in materia, prima dell’anno 2000, era rappresentata dalla legge n. 47 del 1975, dal titolo “Norme integrative per la difesa dei boschi dagli incendi”.

In base a tale legge, spettava alle Regioni la programmazione degli interventi di prevenzione, di lotta e di ricostituzione dei boschi bruciati. Più specificamente, l’avvistamento, lo spegnimento e la circoscrizione degli incendi erano, in prima battuta, di competenza non solo del Corpo Forestale dello Stato e dei Carabinieri ma anche dei Comuni.

La direzione ed il coordinamento degli interventi per lo spegnimento spettavano, invece, esclusivamente al Corpo forestale della Stato (dal 25.10.2016 divenuto struttura dell’Arma dei Carabinieri).

Con il d.P.R. n. 616 del 1977, le funzioni di cui alla legge n. 47/75 sono state definitivamente trasferite alla competenza regionale. È rimasta affidata alla competenza statale solo l’organizzazione e la gestione d’intesa con le Regioni del servizio aereo di spegnimento degli incendi.

In seguito è, poi, intervenuta la legge-quadro n. 353 del 2000, la quale ha sostanzialmente confermato tali principi, ribadendo la competenza in capo alle Regioni in materia di prevenzione e lotta attiva agli incendi e riconoscendo competenza residua allo Stato solo in ordine alla funzione di indirizzo e coordinamento delle relative attività.

Questa legge-quadro nasce dalla convinzione, che è anche quella sottesa alla proposta di Rispoli, di promuovere ed incentivare le attività di prevenzione, anziché privilegiare la fase emergenziale legata allo spegnimento degli incendi.

Fatta questa doverosa precisazione, ritengo che la proposta di Rispoli sia pienamente condivisibile e giuridicamente compatibile con le leggi vigenti in materia che perseguono tutte lo scopo di ridurre le cause di innesco, utilizzando sia sistemi di previsione per localizzare e studiare le caratteristiche del pericolo sia, come sopra sottolineato, iniziative di prevenzione per organizzare una organica gestione degli interventi.

La proposta di Rispoli, a ben vedere, ha anche un plausibile fondamento costituzionale in quanto oggettivamente legata al principio di sussidiarietà verticale, introdotto con la riforma del titolo V della Costituzione, il quale comporta che lo svolgimento delle funzioni pubbliche debba essere svolto al livello più vicino ai cittadini e che tali funzioni vengano attratte dal livello superiore solo laddove questo sia in grado di svolgerle meglio di quello di livello inferiore.

L’esperienza maturata in tale campo insegna, purtroppo, che, anche ad Ischia, l’orribile piaga degli incendi boschivi si aggrava di anno in anno nonostante le leggi, i sistemi di prevenzione, l’abnegazione e lo spirito di sacrificio degli uomini della polizia giudiziaria e quant’altro dovrebbe servire quantomeno al ridimensionamento se non alla eliminazione del fenomeno.

Un vero e proprio grido di dolore si è, peraltro, levato qualche giorno fa da un articolo di rara efficacia pubblicato su Il Dispari dall’amico Davide Conte, che ha ben spiegato che “il disastroso incendio tra Montecorvo e Frassitelli, sull’isola d’Ischia, alle pendici dell’Epomeo, culla di quel tufo unico al mondo che attraverso il D’Ascia diede alla nostra isola l’appellativo di “Isola Verde”, dimora naturale di specie botaniche rarissime monitorate da tanti studiosi, ha un responsabile: SI CHIAMA OMERTÀ.”

È tutto vero!

Ho saputo anch’io che in molti a Serrara Fontana (e non solo) conoscono nome, cognome ed abitudini della “bestia”. Dico “bestia” perché costui non può pensare di far parte del genere umano, senza voler nulla togliere agli animali del Creato.

Da anni auspico che almeno uno solo di questi personaggi senza scrupoli venga finalmente assicurato alla giustizia.

Sciaguratamente, il silenzio complice o vigliacco di chi sa e potrebbe aiutare la collettività “fa da palo” indisturbato alla latitanza e alla impunità.

È per questo che qualsiasi contributo, come la proposta di Rispoli, è sicuramente ben accetto perché può alimentare la speranza che, come auspicato da Conte, “l’omertà, quella che spinge la gente a fare spallucce per non impicciarsi dei cavoli altrui e, soprattutto, quella di chi sa e fa finta di non sapere” abbia definitivamente a cessare in un sussulto di ritrovata coscienza civica.

È una questione di civiltà, prima ancora che di tutela del pubblico interesse.

2 COMMENTS

  1. Io penserei di dare incentivi economici ai comuni laddove non si verifichino incendi, disgrazie e calamità , ribaltando così la situazione attuale, poi vedremo se si farà seria prevenzione , lotta ai piromani e tutela del patrimonio collettivo .

    Io sono dell’idea di premiare i virtuosi, cioè le collettività fatte da cittadini e amministratori che si prendono cura del proprio paese e non solo dei loro spazi privati .

    Ognuno di noi può essere sentinella della legalità denunciando circostanze sospette , roghi, incendi, piromani e quant’altro, per tale compito non occorre ricevere alcuna investitura speciale , basta essere buoni cittadini.

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