“Si comunica che si é proceduto alla rilocalizzazione degli eventi della sequenza in atto all’Isola d’Ischia utilizzando un modello di velocitá rivisto. Di seguito la mappa con le nuove localizzazioni e la tabella con l’aggiornamento degli eventi registrati” così, dopo 5 giorni dal sisma che è costato la vita a Lina Balestrieri e a Marilena Romanini, l’Osservatorio Vesuviano corregge i dati che hanno tenuto tutto il mondo impegnato in un’affannosa ricerca della verità.
E la verità racconta che siamo dei sopravvissuti! Abbiamo corso un rischio enorme: la terra ci è tremata sotto i piedi. Proprio come nel 1883 quando le morti, non furono 2 ma 2000.
La sera del 21 agosto, quando l’isola d’Ischia è stata colpita dal terremoto, i tecnici dell’Istituto scrivevano così: «Alle ore 20:57:51 la rete sismica dell’Osservatorio Vesuviano ha registrato un evento di magnitudo locale Md=4.0 localizzato a mare a circa 3km a nord di Lacco Ameno. L’evento principale é stato seguito da altre 10 scosse di magnitudo massima intorno ad 1. L’ultima scossa di questa sequenza é stata registrata alle ore 21:38».
Dopo 5 giorni, un mare di polemiche, un mare di inchiostro e di bite arriva una verità che dovrebbe farci pregare di più e ringraziare Gesù per come sono andate le cose. Non è il caso di fare i catastrofisti, ma la verità con la quale dobbiamo fare i conti è più dura di quanto potessimo mai immaginare.
Giuseppe De Natale, lo scienzato Giuseppe De Natale è lapidario: «Molti mi hanno chiesto se sia possibile che un modello di velocità non appropriato possa causare uno spostamento dell’epicentro di vari chilometri, in un’area come Ischia e con stazioni sismiche localizzate entro pochi km una dall’altra. Da sismologo, rispondo che in teoria è possibile, ma solo se il modello di velocità ‘errato’ fosse completamente campato in aria, e soprattutto con eterogeneità laterali paradossali e completamente errate. Quindi, in un contesto ragionevolmente equilibrato, da sismologo risponderei senz’altro è impossibile».
De Natale continua: «Ciò che invece sarebbe possibile, ma è cosa diversa, è che, senza utilizzare le stazioni sismiche vicine per la localizzazione, si fossero usate solo stazioni molto lontane (rete nazionale). Ma non sarebbe comprensibile, perchè almeno tre stazioni di Ischia funzionavano bene, ed indicano chiaramente l’ipocentro sotto Casamicciola, a circa 2 km di profondità»
E, con questa certezza, la notte del 21 agosto, mentre i rinforzi non erano ancora giusti sull’isola e mentre ci aveva dichiarato: «È il più simile (terremoto) al 1883 avvenuto da allora, da quanto posso vedere. I danni veri, come allora, mi sembra siano solo a Casamicciola. All’epoca non ci furono eventi vulcanici associati, e penso sarà così anche adesso. Non c’è stata alcuna avvisaglia comunque»
E’ sempre De Natale che con sapienza commenta sui social: “Un terremoto molto superficiale ha effetti dirompenti ma solo immediatamente sopra la sorgente (Casamicciola); già a qualche km di distanza il risentimento diminuisce drasticamente”.
IL COMUNICATO UFFICIALE
Come in ogni emergenza, anche a seguito del terremoto che ha colpito l’isola di Ischia il 21 agosto 2017, alle ore 20:57 italiane, il personale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), organizzato in varie squadre, sta svolgendo sia attività sul campo sia elaborazioni dei dati nelle sale operative INGV del Centro Nazionale Terremoti di Roma e dell’Osservatorio Vesuviano (OV) a Napoli per approfondire la comprensione del fenomeno in atto e fornire supporto agli interventi di Protezione Civile.
In tutto tre le diverse squadre operative INGV che si sono recate a Ischia per le seguenti attività di ricerca: rilievo macrosismico da parte del gruppo QUEST (QUick Earthquake Survey Team); indagini geologiche da parte del Servizio Emergenze Geologiche – OV; analisi geochimiche da parte del gruppo geochimico di Palermo.
Il terremoto che ha colpito Ischia la sera del 21 agosto ha avuto Magnitudo Locale ML 3.6 ± 0.2 e Magnitudo Durata MD 4.0 ± 0.3.
Le due stime di magnitudo sono visibili alla pagina informativa dell’evento sismico così come la stima automatica della Magnitudo Momento (disponibile sulla pagina Meccanismo focale) ancora preliminare.
L’INGV utilizza diverse stime di magnitudo. La Magnitudo Locale ML (o Magnitudo Richter, dal nome del sismologo che l’ha proposta) è la più rapida da calcolare ed è la misura più diffusa per stimare l’energia rilasciata dai terremoti crostali. Nelle nostre aree vulcaniche è spesso utilizzata la Magnitudo Durata MD, perché si può calcolare rapidamente, anche se necessita della registrazione completa dell’evento, e perché per essa disponiamo di un’apposita calibrazione che tiene in considerazione le condizioni particolari di propagazione delle onde sismiche all’interno della crosta terrestre interessata da fenomeni vulcanici. La Magnitudo Momento Mw, invece, fornisce una stima accurata e complessiva dell’energia rilasciata dal terremoto ed è particolarmente adatta a stimare l’energia dei terremoti più forti.
Per quanto riguarda l’evento di Ischia, essendosi verificato all’interno di una porzione della crosta molto superficiale ed eterogenea, si è preferito utilizzare come stima dell’energia rilasciata dal terremoto la Magnitudo Durata MD, che è pari a 4.0. Per questa stima sono state utilizzate solo le stazioni della regione vulcanica campana, così che le caratteristiche delle rocce che compongono la crosta di Ischia in termini di velocità delle onde sismiche e di attenuazione potessero essere tenute in considerazione. Ciò non vale per la magnitudo ML, calcolata a tutte le stazioni disponibili della Rete Sismica Nazionale.
Per poter essere localizzati con precisione, i terremoti in zone vulcaniche richiedono modelli di velocità specifici dell’area, sia per la forte variabilità litologica, che per l’alto gradiente geotermico.
Tali modelli sono disponibili e ben verificati per l’area vesuviana e quella etnea, ma non per l’Isola d’Ischia perché, per essere messi a punto e calibrati, deve essere utilizzata la sismicità locale stessa. Dal 1999 a Ischia vi sono stati in media meno di 5 terremoti l’anno (di magnitudo M<2.5), insufficienti per elaborare un modello di velocità di riferimento affidabile. L’utilizzo di modelli non specifici permette di ottenere risultati approssimativi utili alle esigenze immediate di protezione civile e rappresenta l’unica procedura attuabile nei tempi brevissimi richiesti dall’emergenza.
Consapevoli di tale approssimazione, i sismologi dell’INGV hanno per questo iniziato da subito dopo l’evento un percorso di affinamento della localizzazione, utilizzando modelli di velocità prototipali. Questo ha permesso ieri di ottenere un primo risultato migliore che è stato comunicato alla Commissione Grandi Rischi nella riunione di stamattina, 25 agosto 2017, presso la Protezione Civile a Roma. Tale rivalutazione è da considerarsi preliminare, ovvero ancora passibile di raffinamento una volta che sarà determinato un modello di velocità tridimensionale dell’area.
I parametri ipocentrali presentati alla CGR localizzano il terremoto a 1 km SW di Casamicciola Terme (NA), con coordinate geografiche (lat, lon) 40.74°, 13.90° a una profondità di circa 2 km.
Il forte danneggiamento rilevato nella zona alta di Casamicciola con intensità macrosismica VIII, oltre alla scarsa resilienza del costruito, è dunque imputabile sia alla superficialità dell’evento, che all’amplificazione locale dei terreni che ha dato valori di accelerazione del suolo di circa 0.28 g e di velocità di scuotimento del suolo di quasi 18 cm/s.»
Questa è solo la prima pagina di una lunga, lunghissima polemica che non avrà una fine a breve.
IL MOMENTO DELLA CHIAREZZA
Di chi ci dobbiamo fidare? Ora è urgente ridare credibilità ad un’istituzione, l’Osservatorio Geofisico, che è al centro di un processo mondiale. Chi ha sbagliato? C’è un colpevole? Chi ha diffuso i primi dati? Chi è stato leggero nella diffusione di valutazioni errate? Il comunicato racconta che i sismologi dell’ING, “consapevoli di tale approssimazione”, hanno iniziato da subito dopo l’evento “un percorso di affinamento della localizzazione”. Una pezza a colori che sarà difficile da applicare.
NESSUNA ESULTANZA! ANZI ANCORA PIÙ RISPETTO
Mi spero che l’oligarchia dei piccoli uomini al governo della nostra isola non voglia farsi trascinare in ulteriori sceneggiate, sulla scia di una reazione poco attenta del mondo social e che nessuno dei nostri sindaci invochi le “scuse” dei giornalisti che, come giusto che sia, hanno riportato i dati ufficiali che sono stati diffusi. Spero, invece, che gli stessi che indossano la fascia tricolore, affidino ad un legale, quanto prima, il compito di valutare una possibile azione risarcitoria nei confronti di chi ha sbagliato con le informazioni. Allo stesso tempo, però, vorrei che non ci facessimo prendere da facili entusiasmi. La scienza conferma che abbiamo scampato un vero e proprio pericolo. La terra ci ha tremato sotto i piedi. Forse, era meglio se gli “altri” continuavano a pensare che l’epicentro era a mare e che la colpa dei crolli era dell’abusivismo. Argomento che, diciamocelo, non hai mai fatto paura a nessuno. E contro il quale ci sono mille modi per difenderci. Dal terremoto, invece, dobbiamo solo alzare bandiera bianca.