lunedì, Novembre 25, 2024

Grimaldi: “Nessuna ricostruzione dove vi è comprovato rischio”

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Giuseppe Grimaldi, come riportato alcuni giorni fa, è il nuovo commissario che dovrà gestire e coordinare le delicate fasi del post-terremoto a Casamicciola Terme, Lacco Ameno e Forio.
Un compito arduo che, però, Grimaldi è pronto ad affrontare con il massimo impegno, anche e soprattutto sulla scorta di alcune esperienze già fatte in passato.
L’architetto, in una dettagliata intervista rilasciata a “Il Mattino” delinea un po’ le linee di intervento che metterà in campo sulla nostra isola. Una fra tutte la netta intenzione di non permettere la ricostruzione dove vi sono stati grossi danni e vi sia comprovata pericolosità.

Ecco il testo della lunga intervista rilasciata a “Il Mattino”

Architetto, tutti i sindaci, anche quelli che non hanno subito danni, chiedono soldi.
«Il decreto con il quale il governo stanzia i primi 7 milioni e l’ordinanza sul commissario riguardano soltanto tre comuni: Casamicciola, Lacco Ameno e Forio. Per gli altri non c’è nulla».

E in futuro? I primi cittadini vogliono essere risarciti per il danno d’immagine.
«Ma io non posso risarcire il danno d’immagine neppure ai tre centri colpiti dal sisma, figuriamoci agli altri. Almeno al momento le cose stanno così. Poi non è detto che la Regione non si faccia promotore presso il governo per interventi ad hoc».

E i danni al turismo?
«Per quanto riguarda le imprese dei comuni colpiti dal sisma, si faranno le valutazioni del fabbisogno, poi saranno ristorate in una fase successiva rispetto alla ricognizione. Le imprese degli altri centri andranno aiutate con appositi strumenti legislativi».

Quando si entrerà nel vivo della ricostruzione?
«Intanto, già nella fase di emergenza che dura 180 giorni, avremo i primi interventi su infrastrutture pubbliche e private da mettere in sicurezza. Soltanto un milione di euro è destinato ai beni culturali».

D’accordo, ma quando ricostruirete le case?
«Un attimo: la fase emergenziale dura 180 giorni e non è detto che la prorogheremo di altri sei mesi. L’ho spiegato anche i sindaci, incontrandoli oggi (ieri, ndr) a Casamicciola».

Li ha inviati a pazientare?
«Sì, ho detto loro di avere pazienza. Giustamente mi chiedono di fare presto. Ma io gli ho dovuto ricordare che queste cose non si realizzano in venti giorni. E che prima si devono concludere le verifiche negli edifici pubblici e privati e calcolare il totale dei danni alle attività economiche. Ho novanta giorni per chiudere queste pratiche. Vorrei che si capisse che in questa fase, per certi aspetti, è più importante mettere le basi per una buona ricostruzione. Che, qualcuno dimentica, sarà regolamentata dal governo: nella legge Finanziaria saranno stanziati i fondi necessari, una legge ad hoc, come è avvenuto per il sisma delle Marche, definirà il perimetro e la modalità della ricostruzione».

Ci sono già stime sui danni?
«Onestamente numeri, a oggi, non ne posso dare. Ripeto, il problema fondamentale è capire la quantità e la qualità dei danni ai fabbricati. Ma se non si concludono le verifiche, che cosa comunichiamo al governo?».

Come ricostruirete?
«Gli indirizzi li darà il Parlamento attraverso la legge. Quel che è certo, e mi rimetto i panni da architetto, che bisogna partire dalle condizioni orografiche del territorio, dalla sua agibilità, dalla presenza dei vincoli, iniziando da quello paesaggistico. Sempre a titolo personale penso che, se ci troviamo in un’area senza vincoli di natura idrogeologica o sismica, si possa valutare di ricostruire quello che è crollato o che è stato lesionato dal sisma. Parallelamente, ci saranno per forza degli abbattimenti, avremo sicuramente costruzioni ex novo. Se soltanto pensiamo al fatto che ci sono da fare ancora 1.500 verifiche, è facile ipotizzare dei problemi».

Avrà letto le polemiche sull’abusivismo a Ischia?
«Certo, però confesso di non avere un quadro esauriente della situazione. E non lo avrò finché non saranno completate le verifiche sulle case. Sempre da architetto dico che prima di dare giudizi, dovremmo anche capire di che tipo di abusivismo parliamo: se parliamo di una terrazza è conto, un altro di l’allargamento del bagno. E il discorso è ancora diverso per la costruzione di una casa ex novo».

Come quella caduta a Casamicciola, dove è morta una donna, e che aveva visto l’aggiunta di un piano?
«Voglio aspettare le conclusioni della magistratura prima di dare giudizi. Detto questo vorrei aggiungere un elemento: intanto, ripeto, le modalità di riqualificazione saranno stabile dalla legge ed è chiaro che vanno chiarite le condizioni e le possibilità di abbattere e di ricostruire».

In pratica?
«Se si dimostrerà che quell’area è soggetta a un forte rischio dal punto di vista idrogeologico o sismico, quella o le altre abitazioni crollate o lesionate profondamente non verranno ricostruire lì».

Saranno quindi abbattute tutte le case lesionate di piazza Maio?
«Non ho detto questo. Ripeto, se una zona è a rischio frana o a rischio sismico, lì non si potrà ricostruire, quindi verranno buttate giù soltanto le strutture che non sono ripristinabili. Comunque faremo una valutazione caso per caso eppoi aspettiamo la legge. Per esempio non credo che quelle rimaste in piedi debbano essere abbattute. Dico soltanto, ma non credo che il concetto sia straordinario, che non possiamo pretendere di voler fare o rifare le abitazioni in zone vincolate o dove si può nuocere alla pubblica incolumità. Comunque è presto per parlarne, siamo ancora in fase di emergenza, ci dobbiamo occupare prima del soccorso alla popolazione o alla messa in sicurezza delle infrastrutture e degli edifici pubblici».

A proposito, riapriranno in tempo le scuole?
«Se ce la facciamo? Ce la dobbiamo fare! Ho detto ai sindaci che i ragazzi devono iniziare come i loro colleghi di tutt’Italia. Al momento soltanto una scuola è agibile a Casamicciola, ma mi diceva il capodipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli che il Miur sta per mettere disposizione dei fondi per affittare delle sistemazioni temporanee. Poi i presidi degli altri comuni dell’isola si stanno sentendo per accogliere gli studenti rimasti senza aule».

Gli sfollati aumentano, state pensando a una tendopoli?
«Non ne abbiamo parlato, così come non si è ancora discusso di prefabbricati. Dobbiamo prima capire quanti sono andati da parenti e amici e quanti vivono in albergo. Mi è sembrato di capire che in molti non rientrano a casa soprattutto per paura di nuovi sismi. Una volta chiarita la situazione, potremo iniziare a stanziare anche il contributo abitativo».

Che situazione ha trovato a Ischia?
«Stiamo ancora ragionando sui dati effettivi, però allo stato attuale qualche numero certo c’è già: sono state richieste 2.300 istanze di verifica dei fabbricati, delle quali, a oggi, ne abbiamo terminate già 567 a oggi…».

Al di là dei numeri, da esperto, quali sono gli effetti del sisma?
«Non ho ancora visitato la zona Rossa, penso di farlo domani, ma dopo la prima riunione operativa – che abbiamo dedicato a una discussione sui contenuti dell’ordinanza – mi sono subito reso conto del grandissimo lavoro fatto finora nell’area colpita dal sisma da Protezione civile e Regione. Soltanto dopo la fine delle verifiche sull’agibilità delle case, potrò dare un giudizio, anche perché oltre la zona rossa ci sono altre abitazioni lesionate, dove magari vivono quattro famiglie».

Quali saranno gli step per la ricostruzione? E quali le priorità?
«Entro trenta giorni dovrò fare un piano d’intervento focalizzato sulla fase di emergenza, che comprende fondamentalmente una prima azione di ristoro alle somme stanziate per la popolazione colpita dal sisma. Mi riferisco ai 7 milioni di euro erogati dal governo, ai quali si accingono i 2,5 milioni messi a disposizione dalla regione Campania. Quindi valuteremo le domande per il contributo di autonoma sistemazione, destinate a tutte le famiglie fuori dalle loro abitazioni: sono 900 euro ai quali se ne aggiungono 200 per ciascuno, se in quelle case vivono ultrasessantacinquenni, disabili e portatori di handicap sopra il 67 per cento».

Quando stanzierete queste cifre? E per quanto tempo?
«Per quanto riguarda i tempi di erogazione, entro una settimana aprirò la contabilità speciale e penso di poter fare le prime, quando la singola pratica sarà vagliata. Ma per velocizzare la cosa non escludo neppure di autorizzare delle anticipazioni. L’intervento dura sei mesi, ma non è detto che, come a L’Aquila, non venga prorogato. Il governo non lascerà soli nessuno degli sfollati».

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