LETTERA AL DIRETTORE
Caro Direttore
Gaetano Di Meglio,
sono un terremotato di Casamicciola della zona verde. Un cittadino come tanti che il 21 agosto si è visto distruggere quello che aveva e che, purtroppo, ha sulla sua pelle la vera ferita di questo terremoto: quella dell’anima e della sensibilità. Ci sono ferite silenziose che vanno ben oltre le macerie. Ferite che affrontiamo in preghiera e in silenzio, confidando in chi conosce bene il nostro cuore e chi sa confortarlo durante le notti piovose o ventose come le ultime. Quando la paura ti assale durante la notte e quando anche un semplice tuono non è più solo un tuono.
Ma non è questo l’argomento per cui ti chiedo ospitalità. Chiedo un po’ di spazio perché credo che stia andando in scena uno spettacolo indegno. Ho seguito, anche attraverso il tuo giornale, la pantomia relativa ad una ipotetica riunione che si sarebbe dovuta tenere oggi al Regina Isabella. Comunicati di convocazione prima e di rinvii dopo hanno fatto spazio a quello del definitivo rinvio. Dicevo una pantomima che è avallata da una condizione di assoluta confusione. Direttore, ma chi ha definito il percorso per avere il titolo di terremotato? Chi può dire chi è terremotato e chi non lo è? E ancora, chi può fregiarsi di una ipotetica stella da “paladino dei terremotati”.
C’è una corsa stupida alla ricerca del primato, all’attestazione della primo genitura degli atti come una sorta di “ius primae noctis” dove esiste un comitato che veste i panni del “Signore” e tutti il resto “servi della gleba”.
Ma chi ha riconosciuto questo diritto a Tizio o a Caio? Chi consente a questa e quell’altra di dover agitare le bandiere di una popolazione intera?. Per fortuna viviamo in un paese libero dove la partecipazione popolare alle dinamiche civili è prevista dalla nostra costituzione.
Direttore, spero che tra il Fango, il Maio e la Rita nascano altri mille comitati. Altre mille coalizioni di cittadini che vogliono sapere chi, cosa e come, si sta adoperando per risolvere i nostri problemi.
Non c’è nessuno che è titolato ad essere il tutore o il paladino del popolo terremotato di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio. Nessuno!
E con questa premessa, credo sia opportuno rivolgere un appello, sincero, al commissario Grimaldi. Mi conceda un altro poco di spazio. Commissario, pensi a fare il commissario. Si dedichi all’aspetto tecnico della emergenza. Ci garantisca il suo, sincero, impegno e, magari, non sia complice di palcoscenici o incontri mediatici dove, sinceramente, la sua presenza istituzionale, forse, non è neanche prevista.
La partecipazione popolare e il confronto con i cittadini devono essere, certamente, tra le sue priorità, ma consideri il suo ruolo specificamente come quello tecnico. Commissario, non avalli con la sua buona fede, le illusioni di protagonismo di chi, purtroppo, nella sua vita non lo è stato mai.
Gaetano Di Meglio
terremotato