Ida Trofa | Attendere il documento finale è un obbligo, ma dovendo pure dare credito alle varie bozze del “decretone” che circolano in giro (come circolano, chi le diffonde, perchè? è il gioco della politica) va pur detto che tra le versioni sulla piazza l’ultima ha di certo il sapore della beffa sotto molti punti di vista. Perché millantava crediti e ruoli di influenza sul governo, per chi anelava a gestire la ricostruzione timonando da Palazzo Santa Lucia in vista del prossimo voto regionale, per chi ha atteso 12 mesi sperando in cuor suo di essere Schilardi e, infine, per chi aspettava di poter “condonare“ con il terremoto, per chi ora trama per screditare la concorrenza e i finti alleati. La verità è che non ci sono deroghe al caro vecchio “condono“ all’ischitana, neppure per il terremoto. Non c’è un termine perentorio per affrontare la ricostruzione intimato ai funzionari chiamati a gestirla, ma ci sono tante assunzioni da quelle ministeriali, passando a quelle comunali per finire con lo staff della struttura commissariale. C’è, ringraziando la lungimiranza e la comprensione di qualcuno, l’apporto in convenzione delle Università, degli istituti di credito statale e Invitalia. Ruoli e posizioni per le quali, per ora, non c’è da sporcarsi le mani sulle questioni più critiche. I guai seri sono il condono e gli indennizzi politicamente e amministrativamente parlando. Insomma, ci sono cose e non ce ne sono che consentiranno di fare ancora tanta, molta politica alla vecchia maniera (un tempo ben lontano dalla politica del cambiamento si diceva clientelare) non certo di risolvere i problemi che da decenni attanagliano l’isola e quelli che da 13 mesi hanno reso un quartiere fantasma e passerella “buona” per ogni manifestazione: le zone ammalorate dal sisma.
Un decreto a metà. Un accordo che è solo la copertina di un testo ancora tutto da scrivere. Il commissario straordinario c’è, e se vorrà e gli farà piacere, potrà raccordarsi e contare su due stampelle: Borrelli e Grimaldi. Come è quando lo scopriremo solo vivendo, dalle indiscrezioni che la lettura della bozza ci consente, le criticità della ricostruzione vengono affrontate con generici aiuti e sconti fiscali per individui e imprese colpiti. Ma è un decreto “salvo intese”, significa che tutto ciò che è stato deciso potrebbe cambiare ancora come di fatto ha continuato a farlo da quel famoso 6 settembre, giorno della visita ufficiale del premier Conte ad Ischia. Un anno e un mese fa la terra tremava. 2 persone sono morte, centinaia sono sopravvissute, migliaia sono sfollate. Un mese fa il ponte Morandi collassava trascinando nel vuoto 43 persone, ciò che resta è il dolore e lo scontento di una città ferita la cui sorte, anche per questo, si accomuna ad Ischia e alle altre zone terremotate del nostro paese, anche perché il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto urgenze: Genova, Ischia e Centro Italia, passando tutto sopra le teste di tutto, sopra gli aneliti di ognuno. Al Governo, ma non solo, ci sono tanti circensi che anche ad Ischia, ridono, postano selfie e frasi ad effetto. Si ride compiaciuti della propria dabbenaggine. La fulminea carriera di molti potrebbe aver massaggiato l’ego al punto da far smarrire loro il senso della realtà, e cioè che un destino imperscrutabile e tanta arroganza ha chiamato costoro ad occuparsi di questa tragedia.
A proposito di Conte “l’avvocato che ha trasformato Palazzo Chigi in un airbnb” ( Massimo Gremellini dixit) si è messo a ridere alle domande dei giornalisti.“Risata per risata”. Nel decreto non c’è una mazza, solo la copertina. “Salvo intese“ vuole dire “niente“, vuol dire senza un testo concordato in dettaglio, che uscirà, invece, dal lavoro post-consiglio tra i capi di gabinetto. Vuol dire una promessa che definire “caratastraccia” non è esagerato. Il governo gialloverde annuncia, ma all’atto pratico si presenta alla gente a mani vuote rinviando tutti i nodi politicamente e giuridicamente più complessi. Tutto questo pacchetto sarà definito non nel testo finale del decreto legge, ma in un successivo decreto del presidente del Consiglio (Dpcm). E dovevamo aspettare il vento nuovo? La verità è una ed è un dato di fatto, alla prima vera crisi della sua breve storia triste, l’esecutivo degli inciuci risponde debolissimamente e male, lanciando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a destra e a manca, testimone di un pacco vuoto.
VERSO LA RICOSTRUZIONE A PASSI VELOCI
La corazza che protegge la battaglia di potere che si consuma tutto intorno e non solo fra le anime della maggioranza: chi e come gestirà la ricostruzione di Ischia potrà infatti scegliere le società a cui affidare l’opera e le modalità della gara che, fra l’altro, promettono di scontentare ogni regola. Dunque, quel governo che aveva già capito tutto e che avrebbe ridato le case crollate ai terremotati , che incassava impudicamente gli applausi per ora è ancora in travaglio. Arto rimandato con documento che non ha alcunché di definitivo e che rinvia gli aspetti più spinosi a un seguente decreto del presidente del Consiglio. Nel pacchetto, ma bisognerà vedere in che tempi, con quali dotazioni finanziarie e di personale, ci sono al momento solo incarichi ed assunzioni, ci sono un po’ per tutti. Il minimo sindacale, insomma, e per giunta del tutto riscrivibile nei prossimi giorni o settimane. Del tutto appeso a ulteriori decreti del presidente del Consiglio. In quale misura questi provvedimenti possano consentire il “ripristino delle condizioni di vita” in tempi rapidi resta un mistero della fede pentaleghista!
LE PAROLE DEL PRESIDENTE MATTARELLA
“Ricostruire è un dovere. Ritrovare la normalità, una speranza che va resa concreta – ha scritto Sergio Mattarella in un intervento pubblicato sulla Stampa e sul Secolo XIX – bisogna farlo in tempi rapidi, con assoluta trasparenza, con il massimo di competenza. Con unità di intenti e visione lungimirante. Partendo dal ricordo delle vittime, dai bisogni primari di quei cittadini che hanno perso tutto. E accompagnando via via la ripartenza con provvedimenti che sostengano l’impegno dei cittadini, delle imprese, del mondo del commercio e dell’economia”. Per chiudere con un monito che suona davvero imbarazzante, per un esecutivo di improvvisatori in stile Danilo Toninelli: “ Il paese non attende auguri o rassicurazioni ma la concretezza delle scelte e dei comportamenti”. Speriamo che ancora su Ischia non si faccia sempre e solo campagna elettorale. Sembrano tutti, così, felici di essere dove sono che si dimenticano di portare rispetto verso chi non c’è più. E a un’intera isola, ci sono tanti sopravvissuti sfollati che quando guardano le proprie case abbandonate, i tetti crollati e il buonumore esibito con tanta leggerezza da chi dovrebbe ricostruirlo non ci trova molto da ridere.
Decreto , martedì il premier Conte con Toti e Bucci per vararlo definitivamente
“Martedì ho invitato Giovanni Toti e Marco Bucci a Roma per una giornata di lavoro, durante la quale, ascoltati i loro contributi, ci confronteremo su altri dettagli e vareremo definitivamente il decreto”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al termine della riunione con il sindaco di Genova e il governatore ligure. Ischia resta, inevitabilmente, legata nel bene e nel male alle sorti genovesi. Ci salvi chi può.
Terremoto, lo stato di emergenza sarà prorogato al 31 dicembre del 2020 per il centro Italia ad Ischia ipotizzabili altri 6 mesi dopo febbraio
Lo stato di emergenza sarà prorogato al 31 dicembre del 2020 per il centro Italia. E’ quanto previsto nella bozza del “decretone”. Quello definitivo uscirà dal lavoro post consiglio tra capi di gabinetto. Ma la proroga di due anni dello stato di emergenza nei comuni del cratere sembra cristallizzata cosi come l’ipotesi che per Ischia si vada per il prolungamento a febbraio e probabilmente in deroga alle norme della Protezione Civile per uniformarsi alle altre parti d’Italia. In caso contrario le sorti dell’emergenza (caso unico in Italia con due commissari nominati sullo stesso fronte) sono da definirsi. La contabilità speciale di Grimaldi, passerà a Schilardi? I poteri sull’emergenza torneranno in capo alla Regione in regime ordinario? L’accordo tra M5S e Lega sul Commissario, allo stato, non dà certezze su come si possano sbloccare le nuove norme sulla ricostruzione, contenute nel decreto. Dovrebbe o almeno dovrebbe contenere, si legge in una nota di Palazzo Chigi “misure volte all’accelerazione della ricostruzione e all’ottimizzazione delle risorse stanziate” e che “modificano la disciplina del Commissario Straordinario”. Il decreto dovrebbe procedere al rafforzamento della struttura commissariale anche nei contratti di lavoro del personale distaccato presso le strutture ed i Comuni. Parliamo di centinaia di dipendenti, bisognerà probabilmente attendere la legge di Bilancio 2019, a fine ottobre.
Contratti ai precari della ricostruzione Il testo approvato impegna, quindi, il governo, «ad intervenire al più presto sul piano normativo su temi di interesse centrale per le popolazioni colpite dal sisma, come quello della struttura commissariale e sui contratti dei lavoratori a tempo determinato, attualmente impegnati sull’emergenza nella struttura commissariale, negli Uffici speciali per la ricostruzione a farsi e nei comuni, e ai quali è necessario dare certezze professionali e continuità di servizio per i prossimi anni. In materia fiscale c’è anche il rimborso TARI fino a 6 milioni di euro Comuni rimborsati con i mancati introiti delle tasse dal 2018 al 2021. All’Art. 31 la Proroga della sospensione dei termini anche ai fini del calcolo ISEE” e la novità sui rifiuti. Dal decreto Livorno che ha esteso le esenzioni fiscali ad Ischia per “5,8 milioni per l’anno 2017” si va ad “1,8 milione di euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020” dal 1 gennaio 2021”. La vera novità sta sul fronte rifiuti. Al fine di assicurare ai Comuni la continuità nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, il Commissario per la ricostruzione è autorizzato a concedere, con propri provvedimenti, a valere sulle risorse della contabilità speciale un’apposita compensazione fino ad un massimo di 1,5 milioni di euro con riferimento all’anno 2018, da erogare nel 2019, e di 4,5 milioni di euro annui per il triennio 2019 – 2021, per sopperire ai maggiori costi affrontati o alle minori entrate registrate a titolo di TARI. Ancora, per i comuni stop ai mutui dal 2018 al 2021 “i Comuni sono esentati dall’accantonamento dell’importo dei ratei”. In tutti i casi il termine “fino al 31 dicembre 2018” ovunque ricorra è stato sostituito “fino al 31 dicembre 2021”. Non c’è stato di emergenza che tenga, le nuove disposizioni in materia fiscale eliminano le parole “della durata non superiore a quella della durata dello stato di emergenza e comunque”
24 ASSUNZIONI SISMICHE
Per le assunzioni sismiche comunali le somme stanziate lievitano da 353.600 a 500.000 euro per poter consentire di assumere non più solo “4 e 6 unità” a Casamicciola e Lacco Ameno, per l’anno 2018, ma rispettivamente 8 e 12 per gli anni 2019, 2020. Entra anche il Comune di Forio a cui sono destinate 4 unità per gli anni 2019, 2020. Oneri pari ad euro 1,2 milioni per ciascuno degli anni 2019, 2020. Mentre le attività del commissario straordinario, i fondi per la ricostruzione e lo stesso compenso spettante ai funzionari, i tecnici di Palazzo Chigi, si sono riservati di calcolare la cifra dopo un ulteriore chiarimento con il MEF.