Ida Trofa | Una guerra politica e personale assurda tra 24 ore toglierà ad Ischia lo Stato di Emergenza sisma 2017. Senza un motivo valido a dispetto dei numeri e della realtà.
Il 21 febbraio 2019 si chiude una realtà che afferisce la sopravvivenza, l’Emergenza, e la si chiude di punto in bianco senza un apparente fondamento, senza passaggi di consegne istituzionali per giunta andando in contrasto alla nostra della Protezione Civile che per Ischia avrebbe garantito almeno un altro anno di emergenza. Dunque fino a febbraio 2020. Una vicenda che sa di squadrismo politico, stupida e soprattutto pericolosissima che giunge persino a mettere in dubbio la necessità oggettiva di prorogare lo “Stato di Emergenza”.
Nessuno tocchi lo stato di Emergenza
Lo Stato di Emergenza, in quanto tale, deve essere un istituto indipendente dalla politica. Lo “Stato d’emergenza” ha nei numeri il vero peso di un dramma che tutti sottovalutano: 2475 gli sfollati, almeno 300 persone senza occupazione, 1060 le unità immobiliari inagibili. La situazione emergenziale persiste e continuano a ricorrere i presupposti previsti dall’art. 24, comma 3, del decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, cosiddetto Codice della Protezione civile, come da richiesta formalmente trasmessa dal Presidente della Regione Campania, il 15 gennaio scorso, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Capo Dipartimento della Protezione Civile.
Senza “Stato” niente “Fondo”
I circa 38milioni pagati per CAS e Alloggiati, sono stati pagati attraverso lo “Stato di Emergenza” a valere sul fondo emergenze. L’utilizzo di questo fondo non ha bisogno di un impegno legislativo tanto che il commissario delegato attribuisce direttamente l’importo destinato agli interventi attingendone direttamente. Un fondo libero che è attivo solo nello stato di emergenza! Dal 21 febbraio, sia chiaro, non sarà cosi. Tutti sappiamo che fino ad oggi è stata la Protezione Civile Nazionale ad erogare i contributi e non lo stato centrale! Tutti sanno che i fondi utilizzati fino ad oggi (circa 38milioni di euro in 18mesi!) sono stati erogati, appunto, dalla contabilità speciale della Protezione e non dalla “Ricostruzione”.
Cosa prevede la dichiarazione dello stato di emergenza?
Lo stato di emergenza è uno strumento molto complesso che testimonia e si lega alla gravità dell’evento, oltre che al tipo di risposta necessario per affrontarlo.
Lo stato di emergenza è quello strumento che ci permette di affrontare il vero dramma del terremoto di Ischia. Considerato che la relativa dichiarazione e’ stata adottata per fronteggiare situazioni che per intensità ed estensione richiedono l’utilizzo di mezzi e poteri straordinari. Situazioni la cui intensità ed estensione è ancora ben lungi dall’essere mutata.
Fondo per le emergenze nazionali
Il Fondo da cui vengono attinte le risorse per fronteggiare le emergenze è definito “Fondo per le emergenze nazionali” e sostituisce il “Fondo nazionale di protezione civile”. Le risorse finanziarie da destinare agli interventi per l’emergenza – in particolare quelle destinate alle attività di soccorso e di assistenza alla popolazione – sono definite nella delibera con cui è dichiarato lo stato di emergenza, nell’attesa della ricognizione dei fabbisogni effettivi che farà il Commissario delegato. Se le risorse non sono sufficienti possono essere integrate con un’ulteriore delibera del Consiglio dei Ministri.Ad oggi siamo a 38 milioni di euro.
La Proroga è un diritto che la norma sulla protezione civile ci consente a costo zero. Non così, invece, per la ricostruzione
E’ chiaro a tutti, meno che al governo Conte, che persiste su Ischia un quadro di criticità ancora elevato. E’ palese la necessità di prorogare lo Stato di Emergenza in ragione delle criticità evidenziate e della correlata esigenza di appostare ulteriori risorse finanziarie atte a garantire, nel periodo di proroga con uno specifico cronogramma, l’assistenza e soccorso alla popolazione gli interventi. Tale periodo potrebbe peraltro consentire un subentro più compiuto ed efficace nelle attività emergenziali da parte del Soggetto individuato ope legis a provvedere alle attività relative all’assistenza alla popolazione a seguito della cessazione dello stato di emergenza. 6.000.000,00 euro significano un 1.000.000,00 euro al mese solo in assistenza.
Ed è importante sottolineare che questi milioni sarebbero coperti con le risorse del Fondo per le emergenze nazionali previsto dall’articolo 44 del decreto legislativo del 2 gennaio 2018 (nuovo codice “Protezione Civile”). Quello che a noi, ad oggi, viene negato per fiondarsi sul fondo per la ricostruzione e depauperalo.
Con lo Stato di Emergenza si tratta di soldi prelevati dal Fondo nazionale per emergenze è quindi diremo, senza timori di smentite, a costo zero sul futuro del paese. Che al momento futuro non ha! La proroga non ha costi sulla ricostruzione come invece ne avrà il mancato riconoscimento dello Stato d’Emergenza. In 3 anni non si riuscirà mai a riportare 2475 sfollati in casa. Ciò vuol dire soldi tolti alla Ricostruzione ed al suo fondo.
Senza Proroga ad Ischia viene negata l’attuazione di una norma dello Stato. Si va contro una legge, quella della Protezione Civile, si nega lo Stato di Emergenza ad un paese in ginocchio, sebbene gli sia riconosciuto dallo Stato, per una stupida e rancorosa guerra a senso unico. Si combattono i fantasmi mentre il Cratere sismico è già morto. Tutto per 6 mesi, al massimo 12 di emergenza! La mancata emissione di un’ ordinanza di Proroga dell’emergenza di fatto fa diventare l’omesso provvedimento una iattura per il territorio pur di soddisfare l’amplesso di misterioso di pochi .
Vorremmo che, davvero, la decisione del Governo nel merito dell’emergenza fosse apolitica e scevra dai personalismi.
La guerra degli eunuchi per far fuori l’uomo dell’emergenza che non piace alla politica che dirige l’orchestra
Se questa Emergenza non si fosse chiamata “Grimaldi” nessuno si sarebbe forse sognato di scendere sul campo di battaglia coinvolgendo persino la gente ed il territorio su cui si combatte per 180 miseri giorni di potere. Ma di che potere si tratti, questo è un mistero.
E poi davvero potranno liberarsi di Grimaldi e del suo lavoro con un semplice blocco ad un ordinanza di Borrelli? Un dubbio su cui si dovrebbe cominciare a meditare…
Secondo gli oppositori del già Vicario dell’Autorità di Bacino lo Stato di Emergenza non s’ha da prorogare perché per Ischia i costi eccedono i benefici. Non è così. Ischia è l’unico emergenza in Italia in stato di vigenza per ancora 48 ore senza che le siano riconosciuti i 360 giorni previsto dall’articolo 44 del decreto legislativo del 2 gennaio 2018 (nuovo codice “Protezione Civile”).
Dopo resterà in vigenza con il Centro Italia e quella delle otto regioni, o giù di li, alluvionate solo lo Stato di Emergenza dichiarato per il terremoto di Sicilia. Qui grazie alla nuova disposizione che l’emergenza di Ischia ha contribuito a scrivere ( ordinanza Borrelli n.558 del 15 novembre 2018, art. 4 comma 2 e comma 3, ribattezzato Arch.G.G reca tutte le deroghe che servono ad un commissario e agli enti coinvolti in una emergenza) sono stati ristorati subito i danni lievi, noi siamo ancora all’ordinanza per spiegare l’ordinanza danni lievi per al ricostruzione della legge paccotto n. 130.
E nessuno si degna di dire una parola in merito. Nessuno , neppure di degna di avvertire il suo delegato, l’architetto del centro direzionale, sul dafarsi, sullo stop o sul prosieguo.
Istituzionalmente Grimaldi, la struttura commissariale, sono stati trattati una schifezza e Ischia con loro. Un modo scorretto di agire, intollerabile da parte degli organismi costituzionali a tutti i livelli non fosse per altro che per il ruolo e l’istituto che lo stesso Commissario con il suo staff rappresentano, ovvero la Protezione Civile. Un modo di agire davvero squallido. Gli eunuchi che manovrano e muovono le fila di questo sordido giochino per colpire un uomo (o la sua ombra) a cui è affidato lo Stato di Emergenza non si fan specie né si preoccupano di preservare il suo istituto: lo Stato di Emergenza. Si distrugge tutto per colpire un obbiettivo immaginario pur non avendo la certezza né di colpirlo né tantomeno di affondarlo.