E’ una ferita, l’ennesima che l’isola riceve da questo governo che, ricoridamolo, per metà è sempre cinquestelle e che, stando al voto del 4 marzo, dovrebbe essere una loro priorità considerare il nostro terremoto.
Ma, purtroppo, con la scelta sbagliata del commissario Schilardi e con la pessima gestione dei sindaci locali che, per metà se ne fregano, e per l’altra sono impegnati dolo a gestire pratiche appezzottate o “somme urgenze”, ancora una volta siamo quelli di un terremoto di serie B.
Dopo la notte dei lunghi coltelli tra Di Maio e Conte ecco che Palazzo Chigi cala un’altra fregatura per il cratere di Ischia.
Nel decreto appena varato per le zone “elettorali” e terremotati del centro italia, in piena campagna elettorale, tra le misure contenute nel decreto terremoto ce ne è una che ci fa arrabbiare più di tutte: la proroga dello stato di emergenza al 31 dicembre 2020 con tutti i vantaggi che ne conseguono.
Le altre, importanti, segnano, ancora di più, la presa in giro giallo più altri colori…
1- le ritenute fiscali, i contributi previdenziali e assistenziali nonché i premi per l’assicurazione obbligatoria dei terremotati del centro Italia vengono abbattute del 60%. Il restante 40% potrà essere rateizzato in 10 anni
2- estensione della misura resto al sud alle zone del sisma: contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per attività imprenditoriali under 46
3- contributi a fondo perduto in favore delle imprese agricole nei comuni del cratere
4- accelerazione delle pratiche per la ricostruzione privata e pubblica attraverso autocertificazione
5- anticipazioni del 50% dei compensi dei professionisti
6- proroga dei mutui degli enti locali
Ma l’aspetto peggiore è quello che viene fuori dai retroscena. Nessuno ad Ischia, in sede di redazione del testo del decreto ha fatto presente che Ischia è una zona terremotata. Troppo impegnati a dare appalti in loco e troppo impegnati a gestire l’ordinario per vedere che altrove, invece, sindaci seri e presenti curavano gli interessi del paese.
L’unica nota positiva è che nella notte dell’annunciato consiglio dei ministri, si è aperta una strada piddina che, in fase di approvazione, potrebbe portare alla presentazione di un emendamento Ischia.
L’asse tra Alessia Morani, Giosi Ferrandino e il Ministro Guerini, infatti è già all’opera per estendere le misure previste nel testo del decreto anche al cratere di Ischia e provare a riparare al grave errore di aver lasciato Ischia senza voce in questa partita. Una colpa che dividono, in parti uguali, tutti i sindaci dell’Isola, da Castagna a Del Deo, da Pascale a Enzo Ferrandino. Nonostante, va detto e ridetto, il lavoro serio da fare è quello di modificare il testo “folle” approvato con il famoso “Decreto Genova”, poi convertito in legge.
Il testo del decreto approvato ieri sera, nel frattempo, espone al pubblico ludibrio tutti quelli che ci hanno fatto il “sorrisetto” quando, da soli, chiedevamo l’estensione dello stato di emergenza.
A pochi giorni dall’elezione Umbra, il governo ha approvato un testo che “dispone la proroga fino al 31 dicembre 2020 dello stato d’emergenza dichiarato in conseguenza del sisma che ha colpito i territori delle regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo”.
Chiedeteci scusa e lavorate per Ischia
Ma a volte mi dico come è possibile che avvenga tutto ciò quando abbiamo europarlamentari e senatori che tanto si riempiono la bocca quando parlano del loro territorio e del loro grande legame alla propria terra d origine?
L’europarlamentare, anche se in ritardo, si sta adoperando a mettere una pezza e far estendere la validità del decreto anche per il cratere Ischia, il senatore invece, era troppo impegnato nel pugnalare alle spalle il suo ormai ex grande amico Giacomo Pascale.