Ida Trofa | I fondi cominciano a scarseggiare. Schilardi, messa in cascina la proroga dell’incarico strizzando l’occhio alla prestigiosa nomina del commissariato in Cento Italia, per Ischia chiude i rubinetti e stringe la cinghia. Comuni avvertiti. Dopo gli alloggiati e le spese in assistenza nel mirino del commissario straordinario sono finiti gli assunti sismici. Per loro, infatti, è sempre più vicino il licenziamento. L’emergenza sisma è finita e per il loro status di dipendenti chiamati a svolgere gli uffici del terremoto non c’è base solida o pretesto che tenga: neppure la ricostruzione che proprio non parte.
l 10 gennaio scorso il Consigliere di Stato pugliese è tornato, infatti, a scrivere al sindaco del comune di Casamicciola Terme, Giovan Battista Castagna, e al commissario prefettizio di Lacco Ameno, la dottoressa Simona Calcaterra, nel merito delle assunzioni del personale ex art. 1, comma 752,della legge 27 dicembre 2017, n. 205 annualità 2019-2020. Una nota e due allegati per dire basta ai beneficiari dei contratti post terremoto. Ciò, secondo quanto ritenuto dall’ex prefetto leccese, per sopraggiunti limiti temprali di incarico. Schilardi richiama la norma, le sue precedenti note e avverte: non pagherà ulteriormente, non verserà più un euro, a valere sulla contabilità speciale della ricostruzione in favore dei professionisti assunti alla voce “terremoto”. Inutile ricordare che noi del “non fermate lo stato d’emergenza“ ve lo avevamo detto! E’ finita la “zezzenella” e sono finiti, persino, i fondi assistenziali, quelli del fondo nazionale per le emergenze, stanziate per far fronte, con misure urgenti e straordinarie, con mezzi straordinari, alla situazione di grave compromissione degli interessi comunitari. Tutto questo, però, quando la grave compromissione degli interessi esiste ancora, c’è ed è cogente!
Precari del terremoto, sempre più vicino il licenziamento
Il prossimo mese di agosto potrebbe essere il loro ultimo mese di lavoro nel Cratere del Sisma di Ischia. Non ci sono i soldi per i rinnovi. Ufficialmente, i contatti, sarebbero terminati per legge.
Potrebbe essere a metà agosto, o a fine agosto 2020, l’ultimo giorno di lavoro dei precari ischitani del terremoto. Personale assunto all’indomani del sisma del 2017 e che, tutt’ora, lavora per portare avanti la ricostruzione di un territorio fortemente danneggiato dalla scossa di terremoto e non solo. Tra questi alcuni sono part-time, ma poco cambia.
I loro contratti, più volte prorogati grazie a varie ordinanze ministeriali, sono scaduti e non sono previsti, anche in virtù dell’ultimo decreto sisma in vigore dallo scorso 24 dicembre. Ora, però, non sembrerebbero esserci margini per cercare di poterli rinnovare. A nulla, dunque, è servita l’azione dei sindaci e dei vari reggenti i municipi terremotati di ischia.
Il rischio ora è che, strappata l’emergenza sisma al territorio, la ricostruzione post-sisma, mai partita, rallenti ulteriormente, ma, soprattutto, l’aspetto peggiore è la perdita del lavoro da parte di quasi 30 persone. Il Ministero del Lavoro, stando alle indiscrezioni trapelate ha, infatti, negato la propria disponibilità a coprire una nuova deroga. Circa 200mila euro mensili che i Comuni terremotati non ha incasseranno dalla cassa di Schilardi.
Schilardi: licenziateli! Non li pago
E, come diceva un teorema romano: “E sti cazzi, no?!“. Considerazioni e semplificazioni a parte, nel merito delle assunzioni Schilardi è lapalissiano. In questo, a tratti, sulla scorta dei gravi disagi che patisce il territorio appare davvero “straordinario”… straordinario nel far finta di nulla. Così come i nostri rappresentanti istituzionali, totalmente incapaci di imporsi e di palesare le esigenze del paese.
“Si fa seguito alla precorsa corrispondenza in merito all’assunzione del personale indicato in oggetto. Nella nota ultima, protocollo n.1742/CS/Ischia del 08/07/2019, si chiedeva a codeste Amministrazioni di far pervenire per il secondo semestre 2019 una stima del costo degli emolumenti, per il personale per anticiparne l’80% dell’importo rinviando il saldo del restante 20% al momento della rendicontazione delle spese, fatti salvi eventuali conguagli. Al riguardo, al fine di riavviare la procedura di finanziamento, si chiede di rendicontare le spese del personale in questione sostenute nel secondo semestre 2019 utilizzando il modello adoperato in precedenza che opportunamente si allega (All.1) e, nel contempo, di far pervenire una stima del costo del personale relativo al primo semestre 2020. A tal fine, si evidenzia, che parte del personale assunto a tempo determinato dai Comuni ha già prestato servizio nella fase emergenziale e, pertanto, è prossimo al raggiungimento del termine di 24 mesi indicato. Nell’art.19 del D.Lgs 81/2015 (All.2) come limite massimo delle assunzioni a tempo determinato. Ciò posto, nell’ipotesi di superamento del suddetto termine di 24 mesi, si rappresenta che gli oneri relativi ai contratti in essere non potranno continuare a gravare sulle risorse di questo commissariato. Al fine di monitorare il rispetto della normativa richiesta, si chiede di approntare dei prospetti riepilogativi dei contratti stipulati per singoli nominativi con indicazioni della durata degli stessi”.
Commissari contro
A Casamicciola, è il consigliere di minoranza Luigi Mennella a rincarare la dose affondando il colletto nelal nota del commissariato straordinario di governo: “L’ufficio risorse umane del comune e il segretario comunale Carmine Testa devono procedere a modificare i decreti sindacali di nomina immediatamente, tenendo conto della scadenza a 24 mesi indicati dal commissario straordinario Carlo Schilardi“.
Così, mentre l’ex sindaco di Casamicciola, Luigi Mennella, affonda la macchina dell’assunziopoli sismica messa in atto dagli inquilini del Capricho, a Lacco Ameno non l’ha presa affatto bene il commissario Prefettizio Simonetta Calcaterra.
La nota dell’ex Prefetto Schilardi non è andata giù al prefetto reggente di Lacco Ameno che ha replicato agli strali del collega con un bel “picche”. Anzi, la Calcaterra ha fatto di più, invitando il commissario straordinario per la ricostruzione e i suoi consulenti a rivedere i termini e l’humus dei contratti in essere. Per la dottoressa Simonetta Calcaterra, infatti, il consigliere di Stato, Carlo Schilardi, ha fatto male i conti e ha confuso “Stato di Emergenza” con la “Ricostruzione”.
Carlo Schilardi ha, di fatto, con la sua missiva, ordinato di licenziare i dipendenti che hanno raggiunto i 24 mesi.
Stando, invece, ai calcoli della Calcaterra, quei dipendenti, i 24 mesi computati dal commissariato non sono stati raggiunti. Infatti, per gli uffici lacchesi gli stessi lavoratori prima erano stati assunti in vigenza dello Stato di Emergenza in virtù del classico articolo 110. Poi, successivamente, cessato lo Stato di Emergenza sono state assunte diverse unità con concorso. Unità che dall’aprile 2019 sono stati selezionarti ed assunzioni per i 24 mesi in questione. Dunque si tratta di due istituti distinti. Insomma prefetti contro.
Nel merito della tirata di orecchie commissariale, Casamicciola non è pervenuta! Forio indifferente…
La Norma
Tutto in ossequio alla legge per la ricostruzione di Ischia che per assicurare la funzionalità degli uffici che assegnava rispettivamente 4 e 6 unità per l’anno 2018 rispettivamente 8 e 12 unità per l’anno 2019 e 2020 a Casamicciola e Lacco e 4 unità per il Comune di Forio. Con contratti di lavoro a tempo determinato nei limiti temporali di cui all’art 19 del decreto legislativo 2015 n.81 .In deroga ai vincoli assunzionali delle varie norme in materia, da quella del 2010 e prima ancora del 2006 ed ancora prima del 2000. Agli oneri derivanti, oneri evidentemente pesanti sulla ricostruzione, pari ad euro 500.000 per l’anno 2018 e 1,2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, si deve provvedere a valere sul fondo di cui ala comma 765 della legge scaturita dal D.L 109/2018. Tutto propende per l’addio agli assunti sismici. Senza soldi non si cantano messe!
La fiducia viene sempre meno
l Decreto Sisma, divenuto legge lo scorso dicembre grazie al voto di fiducia, ci pone dinanzi a alle solite con tradizioni italiche. Una fiducia che viene sempre meno, se volgiamo lo sguardo al futuro dei territori ischitani colpiti dai terremoti del 2017. Il voto di fiducia, infatti, impedirà di apportare alla legge tutte quelle migliorie, non solo utili ma necessarie, per accelerare il processo di ricostruzione, per ridare vigore all’economia, per incentivare la forza attrattiva di nuovi insediamenti industriali e artigianali. Impossibile riuscire ad ascoltare, e soprattutto comprendere, la voce di chi oggi esulta per questo voto, di chi parla di un passo in avanti determinante dei territori terremotati, dei servizi alle persone terremotate. Non possiamo continuare ad accontentarci delle briciole per poi ripresentarsi puntualmente, con il cappello in mano, dal Presidente del Consiglio come se dovessimo elemosinare quanto ai nostri cittadini dovrebbe spettare di diritto. La questione più scottante è quella riguardante il personale. Nonostante gli impegni, le promesse, la consapevolezza che con l’esiguo materiale umano a disposizione non si potrà dare un impulso e una velocizzazione al disbrigo delle pratiche di ricostruzione, nulla è stato fatto. Importanti emendamenti sono stati respinti nonostante il Governo abbia voluto ascoltare i rappresentanti del territorio. Incontro dove è stato spiegato, numeri alla mano, le esigenze per poter parlare di ricostruzione. Bocciato anche l’emendamento sulla ripartizione del personale e delle spese di funzionamento in base ai danni subiti e all’effettivo fabbisogno, e non sulla base di una parametrica ripartizione che penalizza ancora la Campania e soprattutto Ischia. Ischia che perde per sempre le unità ed i potenziamenti previsti per gli uffici. Se con costoro eravamo già paralizzati, senza saremo finiti. Le unità previste con lo Sblocca Cantieri, a parità di spesa, che fine hanno fatto? Questo personale non poteva forse essere assunto qualora il Commissario di Governo desse attuazione alla relativa ordinanza? Terremoto continua a restare ostaggio della politica. Dall’Emergenza alla ricostruzione siamo vittime della guerra politica tra comuni, regione e governo nazionale. Dal siluro all’Emergenza per colpire l’uomo di Vincenzo De Luca (PD), Giuseppe Grimaldi e dare campo libero all’amico del Premier Giuseppe Conte (M5S), Carlo Schilardi per fingere ora con lo staff di quest’ultimo, tutti funzionari regionali dalle indennità di posizione altissime che frenano e mettono i bastoni tra le ruote per dare un colpo alla botte (Schilardi) ed una al Cerchio (De Luca). Tutti fanno politica, si conservano gli incarichi e tendono a preservare il proprio ruolo. Nessuno risolve i problemi del terremoto di Ischia. Solo mercanti sulle macerie. Caro commissario Schilardi ma siamo proprio sicuri della correttezza di chi da funzionario della regione Campania opera per lei ma mira a conservare poltrone e a fare gli interessi politici del padrone? Ovvero il micro dittatore Vincenzo De Luca? Siamo sicuri che si sta remando tutti nell’interesse degli sfollati che hanno perso ogni cosa! Noi crediamo di no.
In tutto questo rebus di rimpalli, di note e di giochetti di parole scritti nelle norme, appare chiara l incapacità politica dei nostri rappresentanti a tutti i livelli e sopratutto la non giusta considerazione da parte delle istituzioni di roma del terremoto che ha colpito ischia.
Probabilmente da Roma e dagli uffici dei bottoni hanno anche ragione perché visto dall esterno, questo terremoto, è stato letto da questi 4 nulla facenti dei nostri rappresentanti come un opportunità per fare inquacchi, assunzioni politiche e giochetti per far lavorare imprese amiche.
In tutto ciò c è la commistione di alti esponenti come ex prefetti nominati a far fronte all emergenza, che a mio parere, nulla comprendono della situazione da gestire, tra l altro, sono ben lontani da carpire le problematiche di un territorio particolare che abbisogna di norme ad hoc.
Tutto ciò denota il fallimento di una macchina pachidermica, messa insieme con tanti ingranaggi, facenti parte di sistemi diversi, e che non si incastrano tra loro.
Proprio nei punti di scarso contatto tra i vari ingranaggi, attecchisce il malaffare probabilmente tale situazione è voluta…. chissà.
Fatto è certo che dopo 2 anni non si vede nemmeno l inizio della ricostruzione, figuriamoci la fine. Auguri