Ben sei cittadini baranesi hanno costruito abusivamente e, colti sul fatto, non hanno poi ottemperato alle conseguenti ordinanze di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi emesse dall’Ufficio tecnico.
Ebbene, adesso il responsabile dello stesso Utc ha adottato altrettante ordinanze di ingiunzione al pagamento della sanzione pecuniaria prevista dalla normativa vigente. Nella misura massima di 20.000 euro, come stabilito dalla stessa norma per gli abusi realizzati nelle aree soggette a rischio idrogeologico elevato o molto elevato.
Nel primo caso l’ingiunzione è stata notificata a Giuseppina Belgrado, per non aver ottemperato alla ordinanza notificata a gennaio 2017 per opere realizzate a Fiaiano. Inottemperanza accertata dalla Polizia municipale a gennaio 2019. Maurizio De Giulio aveva invece realizzato opere abusive alla località Schiappone e nemmeno lui ha ottemperato alla ordinanza sempre del gennaio 2017, come accertato due anni dopo dalla Polizia Municipale.
Gennaro Galano si era visto notificare sempre nello stesso mese di gennaio 2017 l’ordinanza per abusi realizzati in via Vincenzo Di Meglio. Anche in questo caso a gennaio 2019 la Polizia Municipale aveva accertato l’inottemperanza. A febbraio 2017 era stata notificata l’ordinanza ad Anna Iacono per opere realizzate alla località Fondolillo e anche in questo caso due anni dopo ne era stata accertata l’inottemperanza. Anche l’ordinanza emessa nei confronti di Antonio Schiano era stata notificata a gennaio di due anni fa, per aver costruito abusivamente alla località Monte Barano. Identico accertamento di inottemperanza. Infine Donatella Pisano aveva realizzato opere abusive alla località Cava Nocelle.
I periodi di notifica e di accertamento sono sempre gli stessi. Sei cittadini che non hanno demolito come era stato loro imposto. Ed evidentemente Dionigi Gaudioso ha dettato la linea dura, anche per fare cassa e disporre di risorse per interventi di ripristino del territorio.
Il Comune infatti incasserà 120.000 euro che, come previsto, possono essere destinati esclusivamente alla demolizione delle opere abusive, al ripristino dello stato dei luoghi, all’acquisizione e alla realizzazione di aree destinate a verde pubblico.
L’ingiunzione impone il pagamento entro il termine perentorio di 30 giorni dalla notifica. In caso contrario il Comune può provvedere al recupero coatto delle somme. La legge prevede comunque anche in questo caso il ricorso al Tar.