venerdì, Novembre 29, 2024

Covid-19. Quando il cancro è la malattia. Aiutate gli oncologici di Ischia

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Ida Trofa | Da giorni raccontiamo la tragedia nella tragedia dell’emergenza sanitaria dei nostri pazienti oncologici costretti a curarsi in terraferma. Un manipolo di irriducibili che lotta, giorno dopo giorno, per sopravvivere e che continua a chiedere attenzione e aiuto. I nostri malati oncologici, i più deboli di questa battaglia, diretti in terraferma per le terapie che non possono essere sospese, meritano tutela e sostegno! Meritano rispetto e attenzione. Purtroppo, però, per ora le istituzioni locali, appaiono sorde e concentrate solo sul Covid-19. Con il taglio dei trasporti marittimi, infatti, la logistica diventa più difficile per tutti. Per loro, i nostri cari che lottano contro quello che è il male del secondo, ancora di più. Sia chiaro, nell’indifferenza di tutti, chi oggi è costretto a sottoporsi a dolorose sedute di radioterapia in quel di Marano, è esposto a immani disagi e innumerevoli rischi mentre affronta una trafila gravosa e seria. Sembra banale, ma questa è la categoria che i sindaci sembrano non voler prestare attenzione.

Ecco il racconto del dramma in prima persona
“Sveglia di primo mattino per poter prendere traghetto Medmar Ischia-Pozzuoli ore 6.30; arrivo a Pozzuoli ore 7.40 circa; arrivo navetta che porta a Marano al centro Actis ore 8.00; Arrivo al centro ore 8.30. Seduta di radioterapia. Poi si può scegliere tra due opzioni: la navetta ti porta alla metro e così raggiungi Napoli per prendere il primo traghetto o aliscafo per Ischia oppure ti accompagna al porto di Pozzuoli ti siedi (mantenendo la distanza di sicurezza di un metro ed evitando assembramenti) e aspetti con molta pazienza il traghetto delle 15.30 che ti riporta ad ischia! Ricordiamo tutto questo dopo essersi sottoposti alla seduta di radioterapia e tutto questo da fare ogni santo giorno. Ci sono giorni in cui ci va davvero male, attese di tre ore per rientrare e da qualche tempo anche un vento gelido che spezza, l’intera trafila non è proprio piacevole” sono queste le parole, dure e serie, di una donna coraggiosa costretta a raggiungere Napoli, tutti i giorni, per sottoporsi alla radioterapia.
“Nella notte due scosse di terremoto, l’incubo è ritornato! Non basta – continua la nostra Marianna.M.C. – tutto quello che sta accadendo, il virus, la mia situazione, no, ci volevano pure le scosse di terremoto per finire di buttarci addosso l’angoscia, la paura di quello che è già stato e di quello che potrebbe essere di nuovo! Mi ero quasi abituata al fatto di non vivere più nella mia casa perché ormai non c’è più, avevo quasi dimenticato gli attimi vissuti quasi tre anni fa o meglio li avevo superati, ma poi stanotte. Questa mattina intraprendo il mio viaggio con uno spirito diverso, con la consapevolezza che tutto ha un’inizio e una fine ma che non sempre il finale può essere brutto o bello, dipende, dipende da come ci si relaziona con quello che ci accade, da come si affrontano le cose ma dipende anche molto dal destino. Ho combattuto nella mia vita già due battaglie, mi hanno colpito per ben due volte e per due volte le ho affondate, questa terza è un’incognita vedremo in questi giorni. Intanto dico che non mollo come ho sempre fatto. Ieri l’ultima seduta di radio. Almeno per il momento il ciclo si conclude qui. Faccio ai ragazzi, ai medici ed infermieri un abbraccio virtuale, li ringrazio perché ci sono stati e ci sono. nonostante tutto. Loro ci sono e sono lì per noi per poterci far curare e continuare a vivere! Li porto nel cuore uno per uno , come mi porto nel cuore il nostro “non arrivederci” ma solo in quelle mura però. “Ciao Armando grazie di tutto”, lo salutiamo alla metro che prendiamo come sempre per raggiungere il Porto. Con ieri termina questa breve avventura, una piccola parentesi che spero rimanga l’unica”.

E così, per una guerriera che si ferma ce ne sono tanti altri che restano sul campo di battaglia. E chi ha iniziato a lottare non smette mai. La battaglia contro il Cancro è per sempre. Non si lascia nessuno da solo a combattere. Mai. E così, allora, con la forza di chi ha voglia di vincere aggiunge una promessa che condividiamo e facciamo anche nostra.
Marianna.M.C., così come si descrive, rivolge un appello ai politici e a quanti possono affrontare e risolvere il grave problema della continuità territoriale per i malati oncologici. Il dramma di chi deve uscire di casa, a tutti i costi, pur di coltivare la speranza di sopravvivere.
“Io però tengo alta l’attenzione, come già detto i riflettori non li spengo, lo faccio per tutti coloro che vivono la mia stessa situazione e sopratutto per tutti coloro che continuano nel portare avanti il proprio lavoro, quello di curarci, facendolo con il cuore, nonostante tutto! Io i riflettori non li spengo affinché anche per Ischia non si provveda ad organizzarsi per bene nella cura per i malati oncologici, affinché oltre alle cure di chemioterapia si possano effettuare sull’isola anche quelle di radioterapia, affinché anche per Ischia ci siano tutte le attrezzature che un reparto per la cura del tumore debba avere! Il signor D’Amore si passasse una mano sulla coscienza. Vorrei rivolgermi a chi di dovere, al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e al Direttore generale D’Amore: stiamo vivendo questo periodo così tragico per tutti a causa di questo virus invisibile. Noi pazienti oncologici a causa delle poche attrezzature a disposizione, qui ad Ischia, siamo costretti ad uscire di casa, fate qualcosa per tutelare anche noi , non trattateci da INVISIBILI”.

Proprio ora che stiamo attraversando questo periodo tragico, dove chi ci governa continua a chiederci di restare a casa, ci si dimentica che qualcuno a casa non può starci perché deve curarsi.
Queste persone, esseri umani che lottano con la loro malattia per la vita, si alzano di buon ora, alle 5 del mattino sapendo di dover prendere il traghetto delle 6.30 da Ischia. Arrivati al centro sanno che c’è la fila da rispettare, oltre ai pazienti oncologici di Ischia ci sono anche quelli provenienti da Napoli e dintorni. Loro, gli ischitani, sono gli ultimi ad entrare, tra centraggio e radio impiegano circa mezz’oretta. La navetta del centro radioterapico li aspetta per accompagnarli alla metro visto che con le continue soppressioni delle corse via mare tornare a casa, dopo una seduta è davvero dura. Per i nostri malati oncologici “smaltire” in modo tranquillo le radioterapie è impossibile. Sperano nel domani, perché domani dovranno affrontare la stessa avventura!

Ischia chiama, Marano risponde: «Siete voi i veri eroi»

In attesa che qualcosa cambi e che i nostri sindaci inizino a capire che il loro ruolo non è solo quelle degli affari e degli uffici, arriva una bella testimonianza di buona sanità e di afflato personale. Dal centro di radioterapia di Marano, infatti, i sanitari si schierano accanto ai pazienti oncologici di Ischia che con la dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria e il taglio dei collegamenti con la terraferma vivono il grave disagio oltre alla lotta durissima contro la malattia.
“Con grande sofferenza ho appreso stamattina del grande disagio vissuto da alcuni pazienti oncologici venuti da Ischia presso la nostra struttura , per sottoporsi al trattamento radioterapico, pur comprendendo il difficilissimo momento storico che stiamo vivendo per combattere il virus Covid19, credo che sia inaccettabile che un paziente oncologico, segnato nella sofferenza quotidiana che ne mortifica lo spirito e il corpo, debba subire una tale umiliazione e spero che non ne seguano altre! Personalmente siamo noi a ringraziare loro, per aver fatto luce su questa assurda vicenda su un giornale locale “Il Dispari”! Noi ci adopereremo a fornire loro sempre la nostra migliore assistenza e solidarietà, nonché la migliore cura possibile. Inoltre invocheremo ad alta voce, che non siano lasciati a loro stessi . Solo chi vive sulla propria pelle questa maledetta malattia, sa benissimo che il cancro non aspetta e ogni giorno utile è importante per fronteggiarlo. Ci adopereremo sin da domani ad assistervi ulteriormente nelle nostre possibilità e a chiedere il sostegno del Presidente De Luca affinché siano garantiti i minimi spostamenti da e per le isole. Grazie Gina, Marianna, Giuseppe” scrive uno dei sanitari, Alessandro Totaro, lanciando una campagna di sostegno, soprattutto psicologico per i nostri malati in trasferta per salvarsi la vita, nonostante tutto e tutti. Nonostante l’indifferenza ed il menefreghismo delle istituzioni locali.
“Il nostro compito è quello di seguitare a garantire sanità nonostante tutto, supportare i pazienti tutti e per quelli che afferiscono dalle isole, da noi da sempre seguiti con molta attenzione, sperare che, in questo momento di emergenza sanitaria, non vengano abbandonati dalle istituzioni!!!“ rincara la dose la dottoressa Paola Ferrara scagliando la sua freccia in favore dei pazienti. I malati oncologici che quotidianamente affrontano un terribile calvario per potersi sottoporre alle terapie. Trattati alla stregua degli invisibili da chi, le istituzioni in primis, dovrebbe tutelarli oltre il coronavirus.
Ancora sottolinea Alessandro: “VOI CHE POTETE NON USCITE DI CASA! Ormai il servizio sanitario è al collasso, la maggior parte delle attività ambulatoriali sono state soppresse causa COVID19 e noi in prima linea lottiamo ogni giorno per continuare a garantire ai pazienti oncologici le loro cure, che pur volendo non possono essere interrotte, il CANCRO non aspetta, uccide. Il mio pensiero va a voi “invisibili pazienti”, che lottate contro questa maledetta malattia , contro le avversità meteorologiche, le distanze , l’abbandono istituzionale (e su questo ho scritto tanto, ma mai nessuno si è indignato), oggi come ieri, saremo al vostro fianco, medici , infermieri assistenti , amministrativi, non perché lo dobbiamo, ma perché lo vogliamo. Ci prenderemo cura di voi! Un pensiero speciale va a voi che raggiungete la terraferma dalle isole per venirvi a curare, i veri EROI siete voi, che Dio vi protegga e assista sempre! E a TE giovane collega che garantisci la sanificazione degli ambienti dove lavoriamo , con dedizione e a differenza di qualcuno senza paura, ONORE a TE, mamma che hai dovuto allontanare da te i tuoi figli da due lunghe settimane, per la paura di poterli contagiare, la mia immensa stima, le persone come te meritano i più grandi riconoscimenti. Scusa e auguri per ieri Nancy!”.

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