Paolo Mosè | Gli inquirenti ne sono sicuri, dell’esistenza di un terzo personaggio che si sarebbe “divertito” ad abusare del quattordicenne. In queste indagini molto veloci si è cercato in tutti i modi di identificarlo per consegnarlo alla giustizia e rispondere eventualmente di ciò che ha commesso e che è pesantemente sanzionato dalla giustizia. Sono indiscrezioni che si possono captare nelle righe dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari Marcello De Chiara.
Nonché dalle indagini coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Cristina Curatoli, che ha seguito passo passo l’evolversi delle verifiche che sono state eseguite sul campo dai carabinieri del Nucleo operativo guidati dal capitano Angelo Mitrione. Immediatamente sono stati individuati quali responsabili di aver usato violenza nei confronti del quattordicenne il trentasettenne S.C., che si trova attualmente ristretto nel carcere di Poggioreale, e il cinquantaduenne G.B., spedito ai domiciliari dal gip. Questo terzo approfittatore resta per il momento ancora impunito, ma gli inquirenti stanno producendo il massimo sforzo per cercare di identificarlo. Non è stato possibile fino ad ora in quanto le descrizioni del quattordicenne e il suo racconto non sono stati “fluidi”, tali da consentire agli uomini della Benemerita di trovarlo in tempi rapidissimi. C’era la speranza che venisse individuato affinché il sostituto Curatoli potesse chiedere anche per lui la misura cautelare e consentire ai carabinieri di eseguirla contestualmente nelle forme e nei tempi stabiliti dal giudice.
Ciò non toglie, però, che qualcosa possa emergere nelle prossime settimane o al massimo dopo che sarà passata questa stramaledetta epidemia che ha di fatto bloccato tutte le attività sull’isola d’Ischia come nel resto del Paese. Obbligando tutte le forze dell’ordine ad impegnarsi al massimo in tutt’altre attività soprattutto legate all’ordine e alla sicurezza pubblica. E speriamo che tutto ciò finisca presto, anche per dare impulso a diverse indagini che sono rimaste a “bagnomaria”, lasciate lì per dirigere tutti gli uomini a disposizione in un lavoro di controllo del territorio.
FENOMENO PIU’ AMPIO
Gli uomini del capitano Mitrione e del luogotenente De Luca sono sicuri che il terzo soggetto abbia avuto un ruolo e non si sia tirato indietro nel “disturbare la quiete” del ragazzino. Al quale, come è stato confermato dalle indagini, questi personaggi, che hanno sul groppone contestazioni gravissime, consegnavano delle banconote di pochi euro e lo facevano, probabilmente, anche per tenerlo buono, per fargli capire che era un rapporto di “amicizia”, incontri per passare alcune ore. Abusando della buonafede del minorenne, che non aveva capito fino in fondo quale fosse lo scopo di tanta determinazione dei maggiorenni. E’ in questo contesto che pare si sia insinuato il terzo maggiorenne casamicciolese. E per individuarlo non sono state tralasciate tutte le piste a disposizione. Soprattutto attivando le intercettazioni telefoniche su tutti i telefoni che erano a disposizione dei due indagati maggiorenni. Ma anche sull’utenza del quattordicenne allo scopo di captare qualche telefonata di malintenzionato che avesse anche lui voglia di passare qualche ora con un ragazzino. E giungere, quasi certamente si sussurrava all’epoca, al terzo personaggio rimasto nell’ignoto. Ma fino a quando? Non molto tempo passerà e alla fine questa storia sarà chiarita in tutti i suoi particolari. E potrebbe scoprirsi – ancora – che il numero è ben più corposo rispetto a quelli che oggi sono sottoposti a restrizione della libertà personale. Tant’è vero che nell’ordinanza cautelare sono riportati diversi nomi, nella stragrande maggioranza di battesimo, il che conferma che il fenomeno è ben più sostanzioso di quello che finora è emerso. Dimostrando che vi è un substrato di società che non ha motivo di esserci ed è giusto che chi è riconosciuto colpevole da un giudice del dibattimento paghi se venga dichiarato colpevole. Anche perché le contestazioni che vengono rivolte in modo specifico ai due danno la dimostrazione di quale è il fenomeno con il quale gli investigatori si sono dovuti confrontare.
LE ACCUSE PER I DUE ARRESTATI
La coppia di arrestati risponde del reato di istigazione alla prostituzione in danno di un minore. Per un verso hanno abusato sessualmente e dall’altro lo avrebbero spinto a compiere altri atti sessuali dietro versamento di una somma di denaro: «Perché, in concorso tra loro, inducevano il minore a prostituirsi, e nello specifico a compiere con loro atti sessuali dietro un compenso che variava da 10 a euro 30».
Sempre S.C. e G.B. rispondono del reato di aver compiuto atti sessuali, sempre nei confronti del quattordicenne: «Perché, in concorso tra loro, compivano atti sessuali con il minore allorquando questi non aveva ancora compiuto i 14 anni».
Solo il trentasettenne, S.C., è detenuto in carcere perché nei suoi confronti il pubblico ministero, e il gip ha confermato, sussistono altre due ipotesi di reato. Altrettanto gravi e che sono emerse dalla perquisizione eseguita dai carabinieri nel gennaio scorso, giunta a seguito di acquisizione di elementi che davano la certezza del coinvolgimento del casamicciolese. Il quale è in carcere, tra l’altro, anche per possesso di immagini pornografiche di minori: «Perché, utilizzando il minore di anni 18 non compiuti, e nello specifico inducendo quest’ultimo a fotografare i propri organi genitali ed a inviarli tramite messaggi, realizzare esibizioni pornografiche».
Sempre il medesimo soggetto è accusato di detenzione di materiale pedopornografico. Vale a dire immagini e molti video in cui si manifestano delle violenze sessuali di soggetti nei confronti di minori: «Perché, consapevolmente si procurava e deteneva una ingente quantità di materiale pedopornografico, e nello specifico:numero 33 video e numero 600 immagini riproducenti atti sessuali compiuti da minori».
LE INTERCETTAZIONI
Ad agevolare concretamente nell’acquisire prove che hanno consentito di cristallizzare i gravi indizi di colpevolezza sono state le intercettazioni telefoniche e soprattutto ambientali. I carabinieri, dopo aver ascoltato diverse conversazioni tra i due indagati o quando tentavano di mettersi in contatto con la vittima, hanno acquisito elementi tali da ritenere che si fosse realizzato un giro di natura sessuale che andava a colpire un quattordicenne. Quelle stesse intercettazioni telefoniche poi hanno rivelato quali fossero i luoghi ove avvenivano i colpi. Da qui è partita la seconda tranche investigativa con l’utilizzo delle cosiddette “cimici”, vere e proprie ricetrasmittenti di piccole dimensioni che hanno consentito di registrare tutto ciò che si dicevano i soggetti che si trovavano nelle rispettive autovetture o nei luoghi al chiuso ove erano possibili gli incontri. E in molte circostanze sia il trentasettenne che il cinquantaduenne parlavano a volte esplicitamente di ciò che avrebbero voluto fare e di quali erano i propri desideri sessuali. Percorrendo con determinazione e massima volontà un percorso che è costato loro l’arresto e contestazioni gravi, per cui l’autorità giudiziaria appare quasi sempre determinata ad infliggere sonore punizioni, soprattutto quando vi è la presenza di minori indifesi. Questo è ciò che emerge dalle varie telefonate che si sono incrociate tra dicembre e gennaio e da ciò che si sono detti credendosi al sicuro in modo più esplicito. Mai a pensare che gli investigatori sarebbero arrivati a tanto, ad ascoltarli fino a che non si è materializzata quella famosa perquisizione domiciliare che ha interessato il trentasettenne di Casamicciola. E da quel momento è calato il silenzio più assordante. Sono state evitate conversazioni telefoniche, gli incontri ravvicinati. Ognuno ha vissuto la propria vita in modo riservato per non aggravare la propria posizione nella speranza che non venissero adottati nei loro confronti dei provvedimenti restrittivi. Una possibilità che era aumentata a dismisura quando i carabinieri dall’abitazione del trentasettenne si sono portati via un quantitativo enorme di immagini scabrose e di violenza nei confronti dei minori ritratti.
Il quadro indiziario per tutti e due appare cristallizzato e i difensori hanno deciso di presentare istanza al tribunale del riesame affinché possa essere modificata la custodia cautelare attualmente sofferta dai propri assistiti. Se il quadro accusatorio è delineato come lo ha descritto il gip nell’ordinanza, appare complessa una modifica dell’attuale stato di detenzione, soprattutto per il trentasettenne che si ritrova detenuto con ben quattro capi d’imputazione che dimostrerebbero la sua particolare vicinanza ad un mondo assai perverso.
Che schifo. Questi maiali perversi devono essere rinchiusi, a vita!!!
Essere definiti umani e un grave errore…facit schif e basta!fate sapere alle famiglie di questi esseri che li curano tenendoli chiusi in casa senza nessun dispositivo moderno..oppure li eliminano!donne bambini ma come fanno ad abusarne..non capisco proprio il piacere! Mi dispiace ma per questo genere di munnez non vedo via di uscita a parte l eliminazione dalla terra!
Fate schifo uccideteli…..grazie al lavoro eccellente dei carabinieri che sti maiali sono finiti in carcere
Pena di morte a questi MAIALI!!! PENA DI MORTE!!!!!!!