Arriva dall’Istituto Tecnico “Enrico Mattei” di Casamicciola Terme una iniziativa più che lodevole.
Grazie all’ausilio delle nuove tecnologie e delle tecniche acquisite durante le lezioni frontali e laboratoriali, un gruppo di lavoro ha dato vita ad una serie di oggetti che, oggi, sono davvero di vitale importanza.
Leggiamo, insieme, la descrizione del progetto fatta proprio dai ragazzi che bi hanno preso parte in modo volontario e entusiastico.
“Un gruppo di volontari – scrivono – composto da docenti e alunni del corso di elettronica, per contribuire alla produzione di mascherine, ha ideato e realizzato un progetto open-source “Mask” che consiste nella realizzazione di una mascherina facciale modulare per mezzo di una stampante 3D low-cost e quasi alla portata di tutti.
Sfruttando l’attuale possibilità di diffusione della rete, dove la realizzazione può essere fatta disponendo di una qualsiasi stampante 3D, l’istituto “E. Mattei” si rende attivo da subito a fornire tutta la consulenza necessaria.
Nella narrazione della pandemia da SARS-CoV-2, è ormai di dominio pubblico la necessità di avere a disposizione mascherine in grado di fare fronte alla patologia Covid-19, manifestata sia dai pazienti ricoverati presso le strutture sanitarie sia ad uso quotidiano.
Il primo modello è nato direttamente in casa, dalla stampante 3D di Antonio Di Meglio, maturando del corso di ELETTRONICA ED AUTOMAZIONE dell’istituto “ENRICO MATTEI”(Casamicciola Terme) – racconta come prima soluzione alla mancanza di dispositivi di protezione nel pieno dell’emergenza Covid-19. La mascherina è realizzata in PLA (bioplastica atossica) e riutilizzabile. Il materiale scelto è lavabile con acqua fresca e sapone, disinfettabile con alcool e dotata persino di filtro intercambiabile, sostituibile quotidianamente dopo l’uso.
“Ho iniziato a fare delle prove in casa e dopo un po’ di prototipi, ho visto che stava prendendo forma”. Una volta che il primo modello è uscito dalla stampante 3D, ha deciso di muoversi per realizzarla in massa e poterla donare alla popolazione di Ischia.
Una precisazione però è d’obbligo: come spiegato, la mascherina è stata pensata e progettata totalmente in casa, quindi non è certificata e non è un presidio medico. Ciò significa che va utilizzata soprattutto laddove non sia possibile reperire altri sistemi di protezione certificati.
Le maschere facciali sono una necessità fondamentale per la popolazione generale nella maggior parte dei paesi. In molti luoghi le autorità hanno anche raccomandato l’uso di queste maschere (o simili) sui trasporti pubblici. Le maschere “tradizionali”, pur essendo efficaci, hanno anche alcuni problemi come scarsa vestibilità laterale, breve ciclo di vita (circa 8 ore), e hanno un altro problema ancora più grave: i virus respiratori, in particolare SARS-Cov-2 (COVID-19) possono vivere fino a 72 ore su superfici diverse. Questo è un problema poiché l’utilizzo di una maschera convenzionale, alla fine della giornata avremmo un potenziale carico virale intrappolato all’interno del naso e della bocca, esponendoci ulteriormente.
Il nostro approccio è quello di utilizzare materiali attivi (antivirali) per affrontare questo problema.
Questo dispositivo di ultima istanza con lo scopo di offrire protezione dalle particelle aerodisperse (droplet) e prevenire la diffusione di liquidi contaminanti delle vie aeree.
Parte del lavoro è stato anche quello di mettere in piedi il progetto Mask che illustri due obiettivi fondamentali: che il progetto possa avere la massima trasparenza, ricevere suggerimenti è per questo motivo renderlo open-source e dare informazioni ai molti “inventori fai-da-te” che pur avendo lo stesso nobile scopo rischiano però di realizzare dispositivi medici pericolosi.
Una bellissima iniziativa sociale prima che didattica, un tassello, bellissimo ed utile, nel grande puzzle solidale che la nostra isola, dal cuore grande, sta costruendo giorno dopo giorno.
Grazie ragazzi per questo slancio solidale e per l’ipostazione “open source” che consente a tutti di potersi informare e cimentare, con consapevolezza, in questo mondo della produzione di dispositivi che, in questo periodo, risultano essere salvavita più di prima.
Le mascherine, lo ricordiamo, sono uno dei dispositivi principali contro il diffondersi del “Covid-19” e devono essere usate con cura e attenzione, la scelta della giusta tipologia di mascherina, infatti, è di vitale importanza per non rischiare di contaminare le aree che si frequentano e le persone presenti, oltre che mettere a rischio noi stessi.
Oltre alle mascherine, come vediam in foto, il gruppo ha creato anche le ormai famose valvole da applicare ai respiratori per collegare le maschere ai ventilatori, presidio necessario per chi è in insufficienza respiratoria grave e ricoverato in ospedale.
Tante bellissime idee, realizzabili anche in serie e con pochissimo impegno di spesa, idee e progetti che possono dare nuovo impulso, positivo, all’opera di abbassamento della curva dei contagi che, stando ai numeri nazionali, sembra finalmente in calo.
Complimenti a tutti!
mascherina in stampa da almeno 1 mese sul gruppo FB ENDER 3.
Lodevole iniziativa, ma il PLA pur essendo NON tossico durante la stampa, non può stare a contatto prolungato con la pelle oltre ad essere materiale duro.
suggerisco TPU per uso alimentare o anche il PET-G che è sicuramente meno ruvido del PLA
saluti