Ida Trofa|Pagati e mai conclusi i lavori post terremoto affidatari alla Città Metropolitana di Napoli. Siamo nel Cratere di Ischia. Siamo e resteremo una Generazione ad Emergenza Terremoto. Nessun passo in avanti solo una lunga inaccettabile fase di stallo. Per l’“Emergenza Sisma” erano partiti dopo due anni gli interventi di messa in sicurezza per la Via Borbonica, a seguire quelli eseguiti a rilento via Santa Barbara affidati alla Città Metropolitana responsabile delle arterie ex SS. Entrambi gli interventi non sono mai stati conclusi. Perché? Ad agosto intanto ricorderemo il terzo drammatico anniversario. 1 milione e 145mila euro per le strade provinciali stanziato nel 2017, che il terremoto finanzia e paga, ma che gli enti attuatori (l’amata e vecchia Provincia) non eseguono o non lo fanno a dovere. Qualcuno rammenti alla Città Metropolitana di De Magistris incaricata degli interventi di farsi carico delle opere non eseguire e di controllare i suoi cantiere. E’ vergogno che dopo gli stanziamenti ed i ritardi le opere non siano state eseguite. Tutto questo è inaccettabile per un paese civile!
Cantieri eterni
Impiantati e mai conclusi i cantieri su via Santa Barbara fino al Celario, cosi come su via Borbonica nella zona del belvedere di Montecito.
Tre le azioni che dovevano essere realizzate e non lo sono state sulla SP 431 Borbonica, la prima riguarda il rifacimento del muro di sostegno parzialmente ruotato, per un ammontare di 270mila euro; la seconda il rifacimento del muro di sostegno crollato in via Montecito nel territorio di Casamicciola Terme e la messa in sicurezza del muro di sottoscarpa lesionato. Ancora interventi previsti sulla SP149 Rosario Fango di Lacco Ameno per l’importo complessivo di 255mila euro; la terza prevede la messa in sicurezza del parapetto murario e la realizzazione di opere di contenimento sempre sulla via Montecito di Casamicciola nei pressi dell’alveo Cuccufriddu per un costo di 139mila euro.
Per la ex SS270 Isola Verde-Litoranea, invece, sono ancora in attesa di definizione i lavori sempre finanziati dal “Piano emergenza Grimaldi“ e mai eseguito. Gli stessi avrebbero dovuto riguardare interventi di messa in sicurezza attraverso opere di contenimento per 481mila euro.Dopo il mega crollo dell’eliporto si tratta di certo di una previste da rivedere.
Generazione Emergenza terremoto
Allo stato non si può pensare ancora di gestire il terremoto di Ischia, la pianificazione del territorio e gli interventi necessari dando ancora e solo attuazione alle ordinanze del cessato Commissario Delegato Grimaldi e a quelle del Capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli nell’ambito del programma di rientro dall’emergenza terremoto, che prevede finora uno stanziamento complessivo di 38 milioni di euro. Di cui 19 milioni trasferiti sul fondo della ricostruzione. Le istituzione, omettendo di prevedere altro non si dimostrano vicine alla comunità dell’Isola d’Ischia, ma piuttosto votati alla pratica diffusa di politici ed amministratori, di gestire solo ed esclusivamente danari per appalti e affarucci di bassa lega. Questo è un paese incapace di garantire il ritorno alla normalità della sua gente, solo condizioni di Emergenza e precarietà, elemosine di stato, diritti (CAS ed Alloggiati) concessi come favori, dove emerge l’impianto marcio di uno Stato che non fa altro che finanziare lo Stato ed i suoi apparati: commissari, strutture, presidio militari, appalti, protezione civile e via discorrendo. Non c’è nessuno slancio ulteriore. Come il resto di quelli italiani, almeno nei borghi più colpiti. Grazie a queste manchevolezze, evidenti e forse studiate, il Cratere di Ischia tra 25/ 30 anni, forse, racconterà e parlerà di normalità. Per ora invece di ricostruire ci si limita a non gestire il lavoro dell’ “altro commissario“ in un emergenza ha non finisce mai. Alla fine di questo calvario ci saranno altri uomini ed altre donne, altri bambini, altri vecchi ed anziani, saranno altre generazioni e sarà se tutto va bene il 2042, quando, statene certi ci saranno ancora i muretti dell’“Emergenza Grimaldi“ da portare a conclusione con tanto di fossi su via Santa Barbara e ponti da mettere in sicurezza sulla vecchia Borbonica.