mercoledì, Novembre 27, 2024

Speranza! Ecco cosa abbiamo chiesto a Babbo Natale

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Quest’anno, la nostra lettera a Babbo Natale, l’ha scritta Geppino Cuomo

Caro Babbo Natale,
sono trascorsi decenni e decenni dall’ultima lettera che ti ho scritto. Per la verità devo confessarti che ti avevo perfino depennato dai nominativi a cui rivolgermi per vedermi esaudire dei desideri.

Da tempo non ho creduto più alla tua esistenza, ma sai, nella vita si sbaglia, l’importante è ricredersi. Non ha importanza perché ci si ricrede, spesso avviene per delusioni  o per disaffezione verso il mondo che ci avvolge, ma l’importante è che il pentimento ci sia. Non trovi persona che non parli male di questo 2020 che sta per andar via. Nessuno gli riconosce qualcosa di buono. Solo disgrazie, sventure e negatività. Eppure lo avevamo accolto col botto, anzi con i botti. Tutti a sostenere che sarebbe stato un bellissimo anno, certamente migliore di un 2019 che alla resa dei conti malvagio non era stato. Mi ritorna in mente la storiella del tiranno di Siracusa, che tutti volevano morto tranne una vecchina che pregava per lui nel tempio. Interrogata sul perchè pregasse per lui mentre tutti lo volevano morto, rispose:” questo tiranno è cattivo e non può essere difeso, ma io prego per lui perché tempo che chi dovesse prendere il suo posto possa essere più cattivo di lui”.

Ecco, il 2020 è stato senza dubbio peggiore del 2019, non solo, ma a detta di tutti, il peggiore di quelli che si ricordano. Ma la mente umana non fa sconti. Nessun uomo è completamente buono e nessun uomo è completamente cattivo, così anche le annate. Nessuno può negare che quest’anno che sta per andar via non abbia avuto anche cose positive, ma nei ricordi resteranno solo quelle negative, perché è così che la nostra mente vuole. Chi sa o si ricorderà che un gravissimo problema mondiale, come la qualità dell’aria che respiriamo, sia finalmente migliorato ed anche sensibilmente? Nessuno. Eppure è così. Grazie alla preoccupazione del Covid, si sono fermate molte cose che hanno avvantaggiato questo fenomeno. In un solo anno negativo come quello attuale, Ischia ha sofferto e soffre una crisi economica da riportarci nell’immediato dopoguerra, ma con la differenza che allora si veniva dalla miseria e si andava verso il benessere, mentre ora si proviene dall’agiatezza e si va verso la miseria. Sento di un numero incredibile di  famiglie assistite dalla Caritas locale e mi metto le mani nei capelli. Oltre duemila famiglie per un totale di circa ottomila persone.

Cifre altissime per una realtà come la nostra. A parte la lodevole disponibilità degli operatori, è chiaro che a sostenere l’iniziativa sono altri isolani che generosamente contribuiscono e questo è altra cosa buona.Senza questo disgraziato anno 2020 non si sarebbe mai saputo di gente cosi generosa sulla nostra isola. Dalle disgrazie in genere, affiorano le cose buone. Un altro accadimento che conforta noi ischitani c’è stato. Gli americani, ogni anno citano i migliori ristoranti nel mondo che ritengono degni di essere menzionati e consigliati al popolo a stelle e strisce. Di ristoranti riportati in questo elenco, ce n’è uno solo italiano ed è al terzo posto della lista. E’ un “nostro” ristorante il Danì Maison di Nino Di Costanzo. Uno chef a doppia stella che ci rappresenta e ci inorgoglisce. Lo scorso anno fu Slama a rappresentarci nel mondo culinario col suo panettone campione del mondo, ora Nino Di Costanzo. Con questi successi  non annulliamo le nostre cose negative, né riusciamo a compensarle,  ma ci danno la forza di non abbattercie di non ritenerci l’ultima ruota del carro. 

Quando eravamo piccolini noi di una certa età, ci impegnavamo giorni e giorni per scrivere la letterina di Natale da mettere sotto il piatto di papà. Che emozione, quanto timore che al papà potesse non piacere. E lui, fingendo stupore o che, recitava la sua parte di padre, per finire poi in un tenero abbraccio che dispensava calore di famiglia.Caro Babbo Natale,  dopo tante delusioni, ritorno a credere in te, perché mi manca la letterina da scriveremi mancano quelle emozioni. Ora Te la scrivo non più da bambino ma da adulto. Non ti chiederò  giocattoli e dolciumi per me, ma qualcosa per la collettività che aiuti tutti noi a riprenderci la nostra vita. Quella vita che in realtà era bellissima e che ci siamo lasciati sfuggire di mano apprezzandola poco. Vorrei essere ottimista, ma l’ottimismo spesso delude. 

Ti chiedo invece di portarci la Speranza, perché la speranza non delude mai, ne abbiamo tanto bisogno. In questi momenti ci sentiamo smarriti e confusi, impotenti e scoraggiati.Credo quindiche solo la Speranza può venirci incontro e darci il senso del domani migliore. Caro  Babbo Natale, solo tu puoi aiutarci davvero, almeno tu non abbandonarci allo scoramento e quindi ti prego, a Natale regalaci la SPERANZA!

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