Ida Trofa | Il terremotino dell’isola d’Ischia: non c’è mai limite al peggio. Una calamità fattasi terreno fertile di sterile propaganda a 360 gradi, la sciagura di pochi e la fortuna di molti. Resta la tragedia de[1]gli errori. Ed è cosi che, come recita un vecchio adagio, dopo scassato i nostri attori protagonisti tentano di fare le porte di ferro. E così, dopo averci privato dello Stato di Emergenza, dopo averci scelleratamente rubato ogni benefico ed ogni sostegno, dal fondo delle Calamità Nazionali, passando perle deroghe ed i pieni poteri di gestione di un’emergenza, ora il Governo italiano e gli attori di questo assurdo teatrino chiamato sisma, scrivono il de profundis. E così a due anni esatti dal ratto dell’emergenza diciamo “bye bye” ricostruzione. Parola di Carlo Schilardi.
E se lo dice il commissario… Schilardi, forse non del tutto a torto, se non nel continuo incolpare i soli cittadini di questo fallimento (non ci è dato sapere quali cittadini frequenti, ndr) parla di “Una ri[1]costruzione difficile nella patria dell’abusivismo” con 1000 pratiche di condono per l’edilizia privata e il piano per l’edilizia pubblica da avviare. Tutto a fronte di enti locali ed attuatori fermi e cittadini poco disponibili, a volte per reali difficoltà economiche, ad effettuare i pagamenti dovuti, pur conservando il titolo a percepire il C.A.S.. Il commissario, mal celando la sua insofferenza, più pronto all’addio che ad aggrapparsi alla carica, prova persino a lanciarci un salva[1]gente nella questione delle questioni: il condono. In tal senso Schilardi prova ad adombrare l’opportunità di misure in favore dei meno abbienti il “pagamento del solo condono o l’esenzione dal pagamento della concessione edilizia in sanatoria” resta un cameo che non impreziosisce il quadro impietoso tratteggiato proprio dal Prefetto Schilardi.
Ovviamente, questo, se mai qualcuno avesse avuto, davvero, la convinzione che i no[1]stri decisori istituzionali fossero intenzionati a finanziare Ischia e il suo dramma. Bollati come abusivi, etichettati come inetti e starlette, opportunisti, gestiti da amministra[1]tori che disamministrano, buttati tra le macerie di
scarto, siamo orami carcasse. Complimenti a chi ci ha rap[1]presentato e a chi diceva di sedere al tavolo delle istituzioni. Così le problematiche inerenti la mancata proroga delle misure previste dal D.L. n. 109/2018 sono la palese testimonianza di un governo che non sa dare risposte alla gente. Misure che vanno da[1]gli sgravi fiscali, passando per il CAS e la ZFU fino alla mancata proroga degli assunti sismici ed anche, di aiuti ai cittadini nell’affrontare le spese legate ai costi del condono edilizio prodro[1]mico, in molti casi, alla rico[1]struzione privata.
Schilardi addio?
Con i venti romani e il cambio di governo la testa di Angelo Borrelli è stata l a prima a saltare poi, per fortuna, è toccata a Domenico Arcuri e anche il nome di Carlo Schilardi, per Ischia fatto da Giuseppe Conte, potrebbe salutare gli uffici isolani anzitempo. Per scelta o imposizione, questo è da vedersi. Senza misure. Ci salverà il decreto ristori? Non ci sono misure per Ischia. Così il commissario Carlo Schilardi (noi delle 5mila firme pro stato di emergenza avevamo lanciato l’allarme, ndr) si appella ancora alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla Protezione Civile, alla Regione Campania per perorare la causa Ischia. Basterà? A questo punto ne dubitiamo. In ogni caso si parla di un possibile inserimento delle previsioni nel decreto ristori. Al momento si tratta di semplici chiacchiere romane. Ma leggiamo insieme l’appello di Schilardi che va a sostegno degli appelli e degli allarmi lanciati dal sindaco di Casamicciola Terme “Si fa riferimento alle lettere del Comune di Casamicciola, relative alle problematiche in oggetto con cui espone le sue fondate preoccupazioni comuni ai sindaci delle altre amministrazioni comunali interessate dal sisma del 21 agosto, a seguito della non ammissione, da parte del Senato della Repubblica, dell’emendamento finalizzato al rinnovo di alcuni importanti misure, già previsti appena due anni fa in favore della popolazione terremotata dal D. L. n. 109/2018 convertito in legge n.130 del 16 novembre 2018 e venute a scadenza il 13 dicembre 2021”.
Pensati i disagi senza personale assunto Schilardi replica e sostiene gli appelli di Giovan Battista Castagna: “Nella prima lettera, in cui è riportato l’emenda[1]mento non ammesso, sono evidenziati i pesanti disagi cui la popolazione verrà sottoposta in caso di confermata cessazione dei benefici già concessi e in particolare per il blocco delle attività amministrative legate alla ricostruzione, con la perdita simultanea di tutto il personale straordinario (12 unità) assunto in virtù del suddetto D.L. Personale che assicura l’esecuzione degli interventi ricostruttivi e di sostegno alle imprese avviati dal febbraio 2019 (avvio operatività del Commissariato) e l’assistenza alla popolazione sfollata (C.A.S. ecc.), attività da tempo non facilitate dal[1]l’emergenza COVID e dal lavoro agile. Il quadro è aggravato dal fatto che Casamicciola è comune in pre-dissesto e il suo organico tabellare, ridotto al minimo, non è reintegrabile se non previa complessa procedura ministeriale”.
Cosi Schilardi spinge sulle misure per una “Un ricostruzione difficile nella patria dell’abusivismo”: 1000 prati[1]che di condono per l’edilizia privata e il piano per l’edilizia pubblica da avviare Schilardi prova a spingere sulle misure, mostrando i risultati e le sciagure derivanti da un mancato sostegno: “Allo stato sono in trattazione circa mille pratiche di con[1]dono, propedeutiche al rilascio delle concessioni edilizie in sanatoria, nonché il recupero già interamente finanziato e in fase progettuale, delle chiese e delle scuole (attualmente la frequenza scolastica è in parte assicurata in modo insoddisfacente con immobili in fitto) oltre alla ri[1]sistemazione di numerose opere pubbliche. Da ciò la necessità che le misure in favore di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio siano prorogate, anche perché una ricostruzione complessa, su un’isola attinta da abusivismo edilizio generalizzato, non può concludersi in un biennio, con opere da progettare, da mandare in appalto e da eseguire da parte degli enti attuatori e dei privati. Di tanto questo Commissariato ha già reso puntualmente edotta codesta Presidenza del Consiglio dei Ministri sottolineando, la necessità di assi[1]curare la continuità del lavoro in corso. Al riguardo inviando costantemente e mensilmente note e appelli al governo centrale” Cittadini poco disponibili, a volte per reali difficoltà economiche, ad effettuare i pagamenti dovuti, pur conservando il titolo a percepire il C.A.S. Opportuno prevedere in favore dei meno abbienti il pagamento del solo condono o l’esenzione dal pagamento della concessione edilizia in sanatoria Sul finale l’accusa e il tentavo di salvare i cittadini. Un po’ bastone e un po’ carota in una realtà oggettivamente complicata: “Si confida che alla presente venga riservata ogni cortese attenzione. Si resta a disposizione per qualunque chiari[1]mento o integrazione possa occorrere, significando che anche l’attività commissariale perderà di efficacia se i tre Comuni, nella qualità di enti attuatori e di soggetti unici abilitati alrilascio dei condoni e delle concessioni edilizie, si troveranno privati della possibilità di operare, in un qua[1]dro in cui il finanziamento all’edilizia privata è subordinato al rilascio dei condoni, edilizi e delle concessioni in sanatoria, provvedimenti entrambi onerosi. Sul punto è d’obbligo evidenziare che le Amministrazioni comunali trattengono provvedimenti già pronti, perché i cittadini o appaiono poco disponibili, a volte per reali difficoltà economiche, ad effettuare i pagamenti dovuti, pur conservando il titolo a percepire il C.A.S.; appare pertanto utile esaminare anche la possibilità di prevedere in favore dei meno abbienti il pagamento del solo condono o l’esenzione dal pagamento; della concessione edilizia in sanatoria”.
Sono solo letterine, caro Commissario Carlo Schilardi e, nonostante i fiumi di inchiostro e di PEC, a Roma, non ci prendono proprio in considerazione. La colpa è di chi si fa portavoce, con e senza titolo, dei terremotati, di chi ne ha distrutto ogni credibilità e reputazione, di chi li ha ridotti ad un palcoscenico ed ad un condono. La colpa è di chi, stando al comando del terre[1]moto non sa dare risposte ai cittadini. Nonostante le etichette che di volta in volta ogni soggetto chiamato a gestire le nostre sorti vuole affibbiarci.
Non ho nenache letto l articolo onde evitare di essere troppo scurrile verso questo commissario. Dico e penso soltanto una cosa gli incapaci li noti subito perché scaricano la colpa della loro incapacità sugli altri, in questo caso i cittadini. Anzi aggiungo, caro Commissario di stoc…. ! quando hai notato che non ti venivano dati gli strumenti per poter agire in modo efficace avresti dovuto di metterti per dare lustro alla tua dignità e non fottersi il compenso da commissario e solo alla fine te ne esci con queste dichiarazioni. Se la ricostruzione non c è è anche colpa tua. GENIO