Lo scandalo, che tiene ancora banco, sulla richiesta di trasferimento del giudice Polcari dalla Sezione Distaccata di Ischia presso un’altra sede che non sia nel circondario di Napoli è figlia dei tempi. Tempi strani e che, come accade spesso (ma è un riflesso lungo da quello che assistiamo in nazionale), ci polarizzano.
Stai con Polcari, stai con Giuseppe Di Meglio, stai con Gianpaolo Buono, con quello e con quell’altro.
In verità, andando anche oltre quello che dovrebbe essere quanto richiesto, crediamo di stare con e per Ischia. Una posizione che, però, viene vagliata a seconda dell’esperienza, della posizione e della convenienza di chi legge. Ma questo è il bello.
Domenica, ho reputato giusto dedicare quattro pagine alla vicenda che vede protagonista il giudice Eugenio Polcari, l’avvocato Giuseppe Di Meglio, i presidenti del Tribunale di Napoli, il Consiglio Superiore della Magistratura e il complesso dell’avvocatura isolana.
Io ho raccontato e commentato la vicenda complessiva della relazione della Prima Commissione del CSM e Paolo Mosè, invece, entrando nello specifico della vicenda. Un racconto completo ed esaustivo che offre la più ampia informazione al lettore.
Ieri, lunedì, abbiamo ospitato le motivazioni dell’altro protagonista, l’avvocato Giuseppe Di Meglio che si è difeso dalle accuse che gli sono state mosse e che, con chiarezza, ha illustrato la sua posizione.
E veniamo ad oggi, veniamo ad Eugenio Polcari.
Sono sereno ed onesto l’atteggiamento del giudice Polcari, fuori dal palazzo di giustizia, non mi è mai piaciuto. Purtroppo si è giudici sempre, così come lo si è giornalisti, politici o persone in vista.
La moto parcheggiata ai Maronti, ad esempio, dove gli altri non possono fa il paio con tanti altri atteggiamenti poco coordinati con il ruolo ricoperto. Anche una semplice birra al tavolo con gli amici non viene vista come una semplice birra.
Ecco che, allora, mi chiedo se sia mai possibile avere un giudice residente. Forse è questa la più grande anomalia di questa vicenda?
Polcari ha tutto il diritto di andare per ristoranti, per bar, per lidi o vivere la sua vita come gli pare, ma non lo può fare su un’isola come Ischia dove coabitano interessi economici da milioni di euro e interessi di famiglia, dove siamo tutti perfetti sconosciuti e dove siamo tutti imparentati.
E, soprattutto, non lo può fare nel posto, piccolo, dove amministra la giustizia.
Ma è questo l’unico problema del tribunale di Ischia? E’ quello tra Polcari e Giuseppe Di Meglio l’unico rapporto che mette in pericolo la gestione della giustizia a Ischia? Senza buttare la palla dall’altro lato, ma è normale che una situazione così drammatica emersa nel 2019, venga affrontata solo nel 2021 e nessuno di chi poteva, abbia fatto qualcosa per interrompere questo giro viziato?
Tante domande e poche certezze. Una di queste: non possiamo avere un giudice residente.
Condivido tutto quanto detto e scritto da Gaetano Di Meglio in questo articolo… Vista l’ alta litigiosità isolana, considerato che non c’ è cittadino di Ischia che non abbia almeno una causa in TribubaleNON CI POSSIAMO PERMETTERE UN GIUDICE RESIDENTE…. Poi vengono tutti gli altri gravi PROBLEMI del’ amministrazione della Giustizia ad Ischia che vanno affrontati in separata sede, per non rischiare qui di parlare di Tutto e quindi di NIENTE !
Ci sarebbe tanto da dire, ma chi prende provvedimenti. Solo il giudice deve essere trasferito o è tutto il sistema ischia che deve andare a Napoli cosi si evitano giudici residenti ?