Non c’è più spazio per il sentimento. Il ricordo del “Calise” pezzo di cuore di tutti è finita tanto tempo fa. Oggi è solo una mera operazione finanziaria di diversi milioni di euro. La bolla del brand ischitano, del sentimento e del simbolo è finito sotto una montagna di debiti che fa paura solo a vedersi.
Non staremo qui a dare i numeri, perchè, in verità non fanno la differnza. Che siano 20 o 23, i milioni da scalare, non cambia nulla.
Sfumato l’affare con i Di Meglio, l’unica opzione locale sul tavolo, sembra che la trattativa abbia svoltato dopo un preliminare sfumato in extremis per un rilancio più “veloce” dell’altra trattativa,.
Il rumors più accreditato è che i Calise abbiano raggiunto l’accordo con un imprenditore napoletano gestore di ciqnue bar e di un’azienda di torrefazione, in team, con un socio che gestisce una wedding location tra Ischia e Casamicciola.
Il timing è serrato. Da giorni si procede con gli inventari nei punti vendita, oggi si dovrebbe tenere un incontro con i dipendenti per la chiusura dei rapporti di lavoro e per il pagamento deli arretrati, mentre sabato dovrebe essere fissata la firma del fitto d’azienda.
Una storia che economica finanziara (che schiaccia ogni tipo di sentimento e di legame) legata ai tempi di pagamento, alla rimodulazione del debito e, forse, alla anche valutazione dell’interesse personale. Come, tra l’altro, è giusto che sia. Certo, forse, un filtro “d’affetto” poteva essere anche applicato ma come diceva il caro Tito Flavio Vespasiano “pecunia non olet”
Fino a quando la memoria non abbandonerà la mente di ognuno di noi, il ricordo di Calise ci sarà sempre. Si vive di ricordi fortunatamente, perché dovremmo cancellarli? Poi di quello che avverrà è un’altra storia. Pecunia non olet? Ma il profumo del cornetto e caffè ci sarà per sempre.