sabato, Marzo 22, 2025

Lavori alla Siena, La carica dei «12». C’è l’istanza di accesso gli atti: “fuori la verità”

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Bruno Molinaro e Gianpaolo Buono sferrano l’attacco al Parcheggio della Siena. Vuoso Giovan Giuseppe, Borgogna Francesco, Mattera Nicola, Cuomo Giuseppe, Di Meglio Luciano, Calicchio Adriano, Marino Raffaele, Mattera Giuseppina, Cuomo Salvatore, Lamonica Nicola, Mazzella Giuseppe e Punzo Alessandra contro l’avvocato Santaroni: “finirebbero per rappresentare un quarto livello con gravissimo impatto sullo skyline e sulla visuale panoramica del famoso Castello Aragonese, simbolo prestigioso di Ischia nel mondo e candidato al riconoscimento di patrimonio dell’umanità

Gaetano Di Meglio | Bruno Molinaro e Gianpaolo Buono sferrano l’attacco al Parcheggio della Siena. Un attacco, duro e diretto, che affonda il primo colpo con l’istanza di ostensione ai sensi del decreto legislativo n. 195/2005, nonché di accesso civico generalizzato in virtù di quanto previsto dal decreto legislativo del 14 marzo 2013, n. 33, come modificato dal decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97.
E così, dopo il ko segnato a Serrara Fontana con la storia del Ristorante “da Peppino”, l’avvocato Molinaro sferra l’attacco frontale al comune di Ischia e, più in particolare all’avvocato Santaroni.

Non c’è più tempo di lasciare la battaglia ai comitati civici, ai giornalisti, ai cittadini e agli amanti del territorio ora è il tempo degli avvocati, delle carte bollate e delle responsabilità dalla quali non si scappa.
Lasciando perdere chi vorrebbe ancora un vigneto all’ingresso di Ischia Ponte alimentando il più ridicolo dei discorsi, ora c’è la necessità di pretendere la verità, di sapere quello che si vuole realizzare e di difendere quello che può essere difeso.
E così, con questo spirito, Vuoso Giovan Giuseppe, Borgogna Francesco, Mattera Nicola, Cuomo Giuseppe, Di Meglio Luciano, Calicchio Adriano, Marino Raffaele, Mattera Giuseppina, Cuomo Salvatore, Lamonica Nicola, Mazzella Giuseppe e Punzo Alessandra hanno dato mandato agli avvocati Lorenzo Bruno Molinaro e Gianpaolo Buono del Foro di Napoli di patrocinarli in questa missione “salva panorama”.

I 12 cittadini di ischia che invocano l’accesso civico generalizzato indirizzato al sig. dirigente dell’ufficio tecnico; al sindaco e al sig. segretario generale “Tutto ciò premesso, gli istanti, avendovi interesse e titolo, anche quali richiedenti l’accesso civico generalizzato, ai sensi del richiamato decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, come modificato dal decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97), INVITANO codesta amministrazione a rilasciare, per il tramite del funzionario competente, entro e non oltre il termine di giorni trenta dalla ricezione della presente, copia degli atti sopra indicati. COMUNICANO sin d’ora – di essere pronti a corrispondere eventuali spese di riproduzione ed effettive di ufficio relative alla documentazione richiesta, una volta acquisitane la disponibilità. AVVERTONO che, in mancanza di positivo riscontro, si rivolgeranno all’Autorità Giudiziaria competente anche ai sensi dell’art. 16 della legge n. 86/90, salvo il risarcimento del danno per effetto dell’illegittima condotta omissiva. Autorizzano, infine, gli avvocati Lorenzo Bruno Molinaro e Gianpaolo Buono a trasmettere il presente atto a codesto comune, con ogni facoltà, ritenendo, sin d’ora, per rato e valido il loro operato.

FUORI TUTTA LA VERITA’
La premessa dell’istanza di accesso civico è il sunto della “battaglia” che i 12 hanno imbracciato a difesa del panorama e della vista sul Castello Aragonese.
«Come ben noto – si legge nella premessa – a codesta amministrazione, è in atto da alcuni anni, alla località Siena, all’ingresso del borgo antico di Ischia Ponte, area ad altissima valenza paesaggistica, una rilevante attività di trasformazione urbanistico-edilizia, su iniziativa della società “La Turistica Villa Miramare S.p.A.”, finalizzata alla costruzione di un parcheggio multipiano là dove preesisteva, sino al mese di novembre 2013, un lussureggiante vigneto.

I lavori sono stati più volte interrotti a causa della presenza massiccia, nel sottosuolo, di acque provenienti da una falda acquifera superficiale che hanno impedito la realizzazione, nei termini previsti, sia delle fondazioni che delle strutture in elevazione.
La prosecuzione delle opere è stata resa possibile solo dopo che le grandi masse d’acqua sono state smaltite in mare, con l’attivazione di apposite pompe idrovore, attraverso la limitrofa spiaggia c.d. del “Muro rotto”, con conseguente grave allarme per gli abitanti della zona e per i turisti che ogni anno affollano l’arenile.
Si consideri che, dopo approfonditi studi e il ricorso all’utilizzo di sofisticate tecnologie, gli esperti incaricati di risolvere il problema in via definitiva si sono visti costretti ad autorizzare, non si sa se con l’assenso o meno delle autorità preposte, la creazione di un tappo di fondo con la tecnica di “jet grouting”, che consiste nell’iniettare nel terreno boiacca di cemento ad alta pressione fino a 500 bar.

Dell’evento, di proporzioni indicibili, hanno offerto molteplici testimonianze sia i media locali che nazionali anche con video e foto che raffigurano, oltre ai lavori particolarmente invasivi, enormi flussi d’acqua di colore marrone nell’atto di riversarsi sulla spiaggia sia nel periodo estivo, anche in presenza di bagnanti confusi ed esterrefatti, che negli altri periodi dell’anno.
Come se ciò non bastasse, si è ora appreso che sulla copertura del terzo piano, pare sulla base di un parere favorevole della Soprintendenza in aperto contrasto con la normativa vigente, le prescrizioni del P.T.P. dell’isola d’Ischia e l’espresso diniego della Commissione Locale per il Paesaggio, dovrebbero essere realizzate, in sostituzione di un giardino pensile originariamente previsto, numerose pensiline fotovoltaiche per nuovi posti auto su supporti a colonna di cemento armato che, considerate nel loro insieme, finirebbero per rappresentare un quarto livello con gravissimo impatto sullo skyline e sulla visuale panoramica del famoso Castello Aragonese, simbolo prestigioso di Ischia nel mondo e candidato al riconoscimento di patrimonio dell’umanità.»

SI FA SUL SERIO
Se la premessa ha messo in chiaro quale sia l’obiettivo della battaglia, ovvero nessuna pensilina per il fotovoltaico che nasconda il Castello Aragonese, i passi successivi dell’istanza ci consentono di approfondire anche l’aspetto legale della vicenda e che ne testimonia la bontà dell’iniziativa.

IL DIRITTO DI ACCESSO ALLE “INFORMAZIONI RELATIVE ALL’AMBIENTE”
Gli istanti, anche al fine di meglio tutelare la propria posizione soggettiva, correlata ad interessi giuridicamente rilevanti, innanzi alla competente Autorità Giudiziaria, hanno legittimazione e titolo a chiedere ed ottenere copia dei permessi di costruire (corredati degli elaborati grafici, relazioni, ecc.) e delle autorizzazioni paesaggistiche eventualmente rilasciati in favore della committente, ovvero della società “La Turistica Villa Miramare S.p.A.”.
Del resto, con particolare riferimento alla materia della tutela ambientale, è risaputo che, ai fini dell’accesso agli atti del relativo procedimento, non solo non è necessaria la puntuale indicazione degli atti, ma è sufficiente una generica richiesta di informazioni sulle condizioni del contesto, per costituire in capo all’Amministrazione l’obbligo di acquisire tutte le notizie relative allo stato della conservazione e della salubrità dei luoghi interessati dall’istanza, elaborarle e comunicarle al richiedente.

Ed infatti, già nella vigenza dell’art. 3 del d.lgs. 24 febbraio 1997, n. 39, era stato riconosciuto “ai cittadini, prescindendo dall’indicazione di un interesse concreto ed attuale all’ostensione, il diritto di accesso alle informazioni relative all’ambiente e, cioè, ad ogni notizia attinente alle condizioni dei luoghi ai quali si riferisce la richiesta, superando, in tal modo, quel limite all’ostensione dei documenti amministrativi normalmente individuato nella duplice necessità dell’indicazione specifica degli atti che si intendono conoscere e della disponibilità di essi da parte dell’amministrazione” (così, in tema, Consiglio di Stato, Sez. IV, 7 settembre 2004, n. 5795).

Successivamente, l’art. 3 del d.lgs. 19 agosto 2005, n. 195, con il quale è stata data attuazione alla direttiva n. 2003/4/Ce sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale, ha introdotto – come già fatto in precedenza dal d.lgs. 24 febbraio 1997, n. 39 (abrogato dall’art. 12 d.lgs. n. 39 del 1997 cit.) – una fattispecie speciale di accesso in materia ambientale, che si connota, rispetto a quella generale prevista dalla legge n. 241 del 1990, per due particolarità: l’estensione del novero dei soggetti legittimati all’accesso ed il contenuto delle cognizioni accessibili.
Sotto il primo profilo, l’art. 3 del d.lgs. n. 195/05 chiarisce che le informazioni ambientali spettano a chiunque le richieda, senza necessità, in deroga alla disciplina generale sull’accesso ai documenti amministrativi, di dimostrare un suo particolare e qualificato interesse.

FUORI GLI ATTI SENZA SE E SENZA MA
La finalità soggettiva che spinge il richiedente a presentare istanza di accesso civico non è, infatti, sindacabile se non correndo il rischio di confondere la finalità della legge con la finalità soggettiva del richiedente.

Alla luce di quanto argomentato, quindi, anche richieste di accesso civico presentate per finalità “egoistiche” possono favorire un controllo diffuso sull’amministrazione, se queste consentono di conoscere le scelte amministrative effettuate. Il controllo diffuso di cui parla la legge, infatti, non è da riferirsi alla singola domanda di accesso ma è il risultato complessivo cui “aspira” la riforma sulla trasparenza la quale, ampliando la possibilità di conoscere l’attività amministrativa, favorisce forme diffuse di controllo sul perseguimento dei compiti istituzionali e una maggiore partecipazione dei cittadini ai processi democratici e al dibattito pubblico. In definitiva, l’accesso generalizzato deve essere riguardato come estrinsecazione di una libertà e di un bisogno di cittadinanza attiva, i cui relativi limiti debbono essere considerati di stretta interpretazione e saranno solo quelli espressamente previsti dal legislatore”. Tutto ciò premesso, gli istanti, avendovi interesse e titolo, anche quali richiedenti l’accesso civico generalizzato, ai sensi del richiamato decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, come modificato dal decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97).

POTREMMO NON ATTENDERE IL 30ESIMO GIORNO
L’aspetto politico di questa vicenda è più che chiaro. Compresa la richiesta dei 12, comprese le valide motivazioni di legittimazione dell’azione e compreso, anche, il tenore delle norme sarebbe il caso che la maggioranza di Ischia e, nel caso specifico, il sindaco Ferrandino e l’assessore Paolo Ferrandino non scelgano la strada del muro contro muro e della difesa ad oltranza del privato. C’è una questione politica, morale e civile che regge l’intero impianto di questa iniziativa: completate il parcheggio della Siena, rendetelo operativo ma non rovinateci la vista sul Castello Aragonese.

Davvero si devono installare delle pensiline con i pannelli fotovoltaici? Davvero si vuole rovinare in questo modo l’ingresso di Ischia Ponte? Davvero si vuole perseguire questa linea? Che la politica si faccia interprete del malessere di tutti noi. Che la politica dia risposte. Che la politica intervenga. Che la politica faccia la politica.

Autore

  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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1 COMMENT

  1. Caro Roberto, siamo noi Ischitani i primi guardiani dell’Isola: l’abbiamo consapevolmente abusata, maltrattata e svenduta in nome del desiderio di fare più soldi di quanti in realtà ci servissero. E il brutto è che nonostante ce ne lamentiamo da ormai più di vent’anni, continuiamo con le nostre pessime abitudini.
    In un altro quotidiano locale oggi si parla del decremento delle presenze alberghiere negli ultimi due mesi di giugno: scommettiamo che se verificassimo la vendita di sacchi di cemento scopriremmo un trend inverso (cioè crescente)?
    Smettiamola di lamentarci e, se vogliamo invertire questa costante decadenza, diamoci da fare. È ancora possibile e noi sappiamo nel nostro intimo come dovremmo fare. Cominciamo a farlo.

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