giovedì, Marzo 20, 2025

“La Via dell’Antenna. La salute vale più di un 5G”: le proteste a Casamicciola Terme

Gli ultimi articoli

Iscriviti alla nostra newsletter

Resta informato e non perderti nessun articolo

IDA TROFA | Tutto ha un prezzo, ormai, dare avere, interessi economici, affari e impresa. E politica. Casamicciola Terme più di tutte, negli anni paga il prezzo delle speculazioni e dell’anarchia istituzionale. Ceduta a pezzi, fragile per natura e per scelta, oggi vive l’ennesima “vicenda triste”. Una vicenda tra l’umano e il tecnico, tra la sciagura, il progresso e, soprattutto, tra la speculazione a 360° in un mondo dove tutto è business.
Nessuno si oppone al progresso, nessuno crede in un mondo dove governino solo i segnali di fumo. Qui, sulla “via dell’antenna”, qualcuno chiede solo correttezza, informazione e regole valide per tutti.

“No all’antenna di via Pio Monte e no alle antenne sperse ovunque solo per un ritorno economico senza una effettua utilità!” chiedono i cittadini accampati dall’11 agosto in un capannello pacifico ai piedi del colosso delle trasmissioni telefoniche. Ieri è stato l’ennesimo giorno di contestazioni e di promesse.
“La salute vale più del 5G!” sostengono i promotori del comitato che da giorni tenta di fermare l’installazione del mega trasmettitore.
“Ne va della nostra sicurezza, ma in questo paese ognuno fa come crede e si passa si tutto in nome del dio danaro” sostiene un cittadino contestando la decisone della famiglia Arcamone, i Zelluso, di cedere in fitto per tali scopi il proprio terreno fresco di acquisto e rivalutazione.

Per loro è una vergogna. Per qualcun’altro una questione di investimenti e ritorno economico. Per qualcun altro, ancora, è potere e politica. Il sale che muove il mondo. In tutto questo pregano e implorano nel deserto quanti si ritengono convinti delle conseguenze nefaste di questi impianti…
Cancro e leucemia, sono alcune delle parole pronunciate a mezza bocca da chi vive questa installazione come una sciagura. Certo che con una mega struttura così, in pieno abitato, dentro le case, ci viene da chiedere davvero come l’ARPAC, che dovrebbe monitorare l’ambiente per tutelare la salute delle gente, dei campani, che parte fa o che compito svolge. Perché davvero non si comprende al bontà del suo operato.
Qualcuno sostiene che è tutto stato acquistato dal potere della multinazionale e della politica sinistrorsa che si alimenta dietro. Un po’ come l’affare ASL sullo stesso asse che portò la “Salute Mentale” a Piazzetta Nizzola.

Zona a rischio frana, operazione dubbia, forzatura della stessa classe politica. Ma dietrologia a parte, un manipolo di stoici contestatori vuole fermare l’impianto e vuole farlo per se stessi, per i propri figli e per la salute di chi ritiene possa subire negativamente gli effetti del complesso TIM.
Dopo che il Tribunale Amministrativo Regionale ha emesso un decreto con il quale si esprime in favore delle istanze espresse dalla compagnia telefonica, dall’ufficio tecnico comunale è partita una nuova disposizione che di fatto avrebbe dovuto bloccare per il momento il prosieguo delle opere, avviate e poi fermate con ordinanza sindacale.
Il responsabile dell’area tecnica ing. Mimmo Baldino ha effettuato un sopralluogo il 25 agosto, dal quale è emersa la necessità di effettuare dei saggi in loco alla presenza di una ditta specializzata non reperibile al momento del sopralluogo; al fine di lasciare inalterato lo stato dei luoghi, si è concordato di sospendere qualsiasi attività all’interno dell’area nelle more dei “saggi e degli esiti degli accertamenti”.
Baldino dispone, così, la sospensione, fino all’esecuzione di detti saggi e comunque fino alla conclusione degli accertamenti, di qualsiasi attività edilizia o similare.
Quindi non si sarebbe potuto proseguire con il completamento dell’installazione dell’impianto di telefonia. Ma Baldino non è bastato.

Il 26 agosto, noncuranti gli operai TIM, i tecnici e gli avvocati del colosso, unitamente ad una impresa locale indicata dalla proprietà del fondo hanno continuato a lavorare proseguendo nelle installazioni.
Subito è montata la protesta dei cittadini. Il Comitato del “No Antenna” è sceso in strada si è mobilitato con un presidio stabile davanti all’area di cantiere.
E’ cominciata, così, la passerella istituzionale, UTC, Vigili Urbani, Carabinieri e anche il Sindaco Giovan Battista Castagna sono giunti sul luogo del “disastro”.
Castagna è giunto anche a minacciare con la forza, “pacchierei e schiaffoni”, a chi si sarebbe ritenuto responsabile di continui cambi di direzioni e pareri sugli atti pubblici redatti nel merito della questione. Ritardi studiati e mosse?
Una questione che, dall’alto dei suoi oltre 20 metri, davvero sta aumentando i contorni dell’assurdo!
Come un uomo che cammina con un chiodo nell’occhio e dopo dieci giorni dichiara di non essersene accorto prima.

L’impianto sarà vicino non solo alle abitazioni, ma anche alla scuola di Corso Vittorio Emanuele, benché l’impianto sia ritenuto temporaneo e la sua operatività è prevista per soli 60 giorni sarebbe quanto mai auspicabile almeno dare spiegazioni a chi teme per la vita senza trincerarsi dietro un semplice: c’è la sentenza al TAR.
Intanto stanno presidiando il cantiere chiedono costantemente l’intervento dei Carabinieri e dell’ente locale. In Comune, per tutta la giornata di ieri c’è stata o una riunione tra il sindaco e i tecnici del Comune per fare il punto della situazione. Intanto i lavori vanno avanti.

Autore

  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

    Visualizza tutti gli articoli
contenuti sponsorizzati da Geozo

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos