giovedì, Marzo 20, 2025

Via dell’Antenna. Luigi Mennella: “Brutta operazione politica e i cittadini sono vittime inconsapevoli”

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Ida Trofa | Ripetitore TIM sulla via della “Lava”. Il colosso della telefonia ed il comune se le danno di “santa ragione” e i cittadini protestano. Un quadro a tinte fosche in cui una certa politica di speculazione ed opportunità ci ha messo lo zampino, oltre alle indubbie doti affaristiche di chi investe e intende, ovviamente, rientrare in tutti i modi degli investimenti. Dopo la querelle sorta per la installazione del mega ripetitore in una proprietà privata di Via Pio Monte della Misericordia, il Comune ha provato a bloccare (almeno tutti gli indizi muovono in questa direzione) con ordinanze e disposizioni varie l’operatore di telefonia con la sua mega antenna by “Zelluso”, ma il giudice penale e il TAR nel giudizio, avverso il quale il comune non si è costituito, sembrano lasciare campo libero all’operatore telefonico. Leggerezze ed azioni amministrative, iniziative dei singoli privati che a bene vedere pagheranno a caro prezzo i cittadini. In queste ore, inoltre, il costituitisi in un comitato “No Antenna”.

Nel merito abbiamo chiesto il parere dell’Architetto Luigi Mennella, leader dell’opposizione comunale e di “Casamicciola Sicura”. Tra i tecnicismi, politica, politica imprenditoriale ed impresa.

Architetto. Un’antenna che sfida le vette dell’ Empire State Building e nessuno ne sapeva nulla?
“Lei ci crede? Io no! E’tipico del modus operandi dei politici locali“
Politica locale? Intende che siamo dinanzi ad una operazione principalmente politica?
“Tutto è politica siamo nel feudo di molti esponenti. Penso ai vari Ferrandino, Arnaldo Ferrandino, Ignazio Barbieri e lo stesso Giuseppe Silvitelli. Come non credo nella completa estraneità ai fatti del sindaco Giovan Battista Castagna. Questa è un’operazione facilmente riconducibile a tutti questi personaggi. Chi non teme poi di fare impresa e speculare sulla buona fede di molti cittadini di Casamicciola riesce anche in arditezze che ad altri sono precluse beneficiando di agganci e sodalizi. E’ evidente!”

La TIM ricorre alla giustizia amministrativa, ottenendo un decreto di accoglimento che sospende l’ordinanza comunale di rimozione dell’antenna telefonica in via Pio Monte. Ora può riprendere i lavori. La gente protesta e si unisce in comitato?
“Questo è indicativo di un modo raffazzonato di agire da parte di chi ci governa. Questo pressappochismo, la mancata oculatezza, la mancata trasparenza degli atti, genera questi mostri.La Tim non ha perso tempo. Dopo i goffi tentativo del Comune di Casamicciola, ha presentato, come era ovvio che fosse, il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Campania con la richiesta di annullamento dell’ordinanza formata da Mimmo Baldino. Che come al solito non ne azzecca una… Parliamo del provvedimento che ordinava la rimozione entro cinque giorni della “stazione radio base”, in sostanza del ripetitore per la telefonia mobile provvisoria posizionata in via Pio Monte della Misericordia su un terreno privato. Il Comune aveva imposto la rimozione per motivi di salute pubblica, oltre che con la mancata esposizione delle motivazioni per ricorrere alla procedura semplificata prevista dalle normative. Il Presidente della Settima Sezione ha fissato al 15 settembre la trattazione collegiale in camera di consiglio. Il ricorso della Tim è stato discusso dalla Settima Sezione del Tar, che ha deciso di accogliere con decreto l’istanza della Compagnia, che in tal modo potrà rimettere mano al completamento dell’installazione, rinviando, come abbiamo letto dagli atti, a metà settembre la trattazione collegiale in camera di consiglio. Ma da parte del comune nessun atto degno di nota. Lo trovo assurdo”.

Insomma in una questione così delicata e con questi interessi , il Comune non ha trovato neppure il modo di costituirsi cosa la induce a pensare questo?…
“Ne penso male. Posso pensarne solo male. In questo paese come al solito si usano due pesi e due misure. Si blocca il muretto di 50cm e si permette l’installazione di un’antenna alta 31,50. Queste sono le disparità che alla fine forniscono un alibi ai costruttori abusivi. E questo è un caso emblematico anche per i protagonisti”.

Stando a quanto si è dibattuto anche innanzi al tribunale, basterebbe l’autorizzazione dell’Arpac, agenzia regionale per la protezione ambientale, mentre anche sul fronte dell’autorizzazione paesaggistica in aree vincolate la Tim ha elencato una serie di previsioni legislative che escludono l’obbligo di tale autorizzazione per installazioni provvisorie. Insomma tutto semplice e legittimo?
“Non credo. Ritengo che l’ente a questo punto debba dotarsi di uno studio per verificare le esigenze tecniche del territorio ed un successivo piano di installazione pubblica delle antenne. Nell’immediato effettuerei un controllo a tappeto su tutti i ripetitori Tim sul territorio e su tutti i collegamenti fuori norma che sono tantissimi”.

E poi
“E poi mi chiedo come mai il sindaco non ha firmato le ordinanze ed i provvedimenti, forse era d’accordo, non lo so. Per le problematiche relative alla salute, come massima autorità sanitaria, doveva firmare Castagna e non il solito Baldino. E poi, comunque diffidenti l’ENEL dal dare la corrente elettrica all’antenna. E se davvero si vuole fermare questa installazione perseverati nel mio ruolo di massima autorità in campo di tutela della pubblica e privata incolumità. Cioè da sindaco. Va detto che questa vicenda testimonia, ancora una volta, ove mai ve ne fosse bisogno che, come al solito si assumono provvedimenti tanto per. Atti sicuramente raffazzonati e pericolosi, anche per gli stessi autori degli atti, oltre che per la popolazione che ne paga le conseguenze. Non credo che dobbiamo continuare a spendere i soldi pubblici per coprire gli errori di chi gestisce la macchina amministrativa. La cosa grave è che con questo pressappochismo si continua a minacciare la sicurezza, ma anche il futuro economico dei cittadini”.

Dunque, dal 19 agosto l’antenna è stata restituita alla Tim, nel medesimo giorno in cui la compagnia chiese al Comune di annullare in autotutela l’ordinanza di rimozione, che peraltro concedeva solo 5 giorni di tempo per rimuovere l’antenna. Visto il silenzio dell’ente, determinato a non permettere il completamento dell’installazione, la Tim ha inoltrato ricorso al Tar chiedendo di dichiarare l’illegittimità dell’ordinanza e il suo annullamento, anche previa adozione di misura cautelare “inaudita altera parte” ai sensi dell’articolo 56 del codice del procedimento amministrativo, “ricorrendo – scrivono gli avvocati della Tim – il caso di estrema gravità e urgenza tale da non consentire neppure la dilazione fino alla data della camera di consiglio per la trattazione collegiale ex art. 55 cpa”. Cosi la TIM installa, il provato gongola, i cittadini protestano e l’amministrazione sta valutando l’ipotesi di percorrere altre strade per evitare che l’installazione venga completata, ivi compresa l’interruzione dei lavori di installazione per ulteriori accertamenti.

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  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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