Sul terribile incendio che ha devastato la collina di Buttavento abbiamo raccolto le considerazioni e i suggerimenti dell’agronomo Francesco Mattera, anche su come individuare i maledetti piromani. Che esordisce: «Bene qualifica l’articolista, come bastardi, gli scellerati che hanno appiccato l’incendio devastante della collina di Buttavento. Come ho già avuto occasione di dire in altre situazioni del genere, occorrerebbe un’attività di intelligence per individuare i piromani».
– Può scendere nel dettaglio di queste attività di intelligence?
«Le indagini non si fanno solo o soltanto ad evento avvenuto. Ma si fanno per così dire in tempo di pace. Ovvero, sempre, tutto l’anno. Va impiegata la psicologia, va utilizzata l’infiltrazione di persone insospettabili negli ambienti dove si annidano questi oscuri personaggi dalla mente bacata».
– Come si individuano questi “malati”?
«Non sempre i piromani perseguono un vero fine economico. Piuttosto la loro azione nefasta è alimentata da scarsa cultura, da spirito di rivalsa ottuso e non giustificato da presunti torti subiti non da persone, o meglio non solo da quelle, ma anche da istituzioni pubbliche genericamente intese. Come la mancanza di una soddisfazione su pratiche burocratiche , aspettative deluse, o sanzioni ricevute, ecc. Ma non bisogna trascurare l’oscuramento mentale puro e semplice, la devianza psicologica che sfocia nella paranoia, nell’infantilismo e nel piacere sadico di vedere spettacoli gratuiti di fiamme notturne, crepitii di sterpi e schioppi di canne , elicotteri che turbinano nell’aria, e gente affannata a spegnere le fiamme e proteggere i cittadini inermi. Come nei migliori thriller, i piromani possono anche divenire a fuoco appiccato, volontari nello spegnimento , come semplici cittadini, ma anche come appartenenti ad associazioni di volontariato. Con ciò senza voler dare la croce addosso a queste benemerite organizzazioni. Ma chi indagasse a fondo, potrebbe cogliere sfumature di comportamenti anomali, e mettere l’occhio su persone o gruppi potenzialmente associabili agli incendi dolosi».
– Può fare qualche esempio?
«Ad esempio ci sono i sostenitori (ottusi e cento volte bastardi!) che il fuoco è l’unico rimedio per ripulire il territorio da sterpaglie invadenti. La caccia c’entra poco o niente. I fanatici del fuoco, sono quelli che dirottano l’attenzione su altri contesti, per distoglierli da loro. E questo avviene anche a livello di singole persone: se taluno percepisce che l’attenzione è rivolta su di lui come autore di un fuoco doloso, cosa fa? Incomincia ad insinuare il sospetto rivolgendolo su altra persona, che per comportamenti può essere falsamente individuato come il responsabile. Questi atteggiamenti bisognerebbe metterli a frutto da parte degli investigatori (se ce ne fossero ahimé!), ad esempio cercando di mettere ad arte zizzania tra i soggetti, in modo da ottenere accuse incrociate da cui poi far scaturire una o più tracce utili per individuare il vero o i veri responsabili. Come si può intuire non cosa semplice, ma limitarsi a registrare anno dopo anno l’ennesimo devastante incendio, per poi mettere la testa nel sacco, e aspettare il prossimo, non serve a nulla ed a nessuno».
– E i Comuni che ruolo giocano?
«I comuni in tutto questo scenario, purtroppo, non sono completamente senti da responsabilità , e mi fermo qui, chi vuole capire ha tutte le possibilità per farlo».
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