Gaetano Di Meglio | Gianni Mattera si è dichiarato indipendente e, ufficialmente, la crisi politica del comune di Forio è anche istituzionale. O, almeno, è a verbale del civico consesso presieduto da Michele Regine.
In un intervento, chiaro e pacato, Gianni Mattera ha messo in chiaro le sue motivazioni.
Una vera e propria raffica di colpi al sistema Del Deo che terminano con la dichiarazione di indipendenza in consiglio comunale e una chiarissima affermazione: “Sono amareggiato ma non mi dimetto”
Gianni Mattera parte da lontano e fa un salto ai giorni dopo l’elezione. Siamo dopo il ballottaggio vinto da Del Deo e Mattera va liscio: “Sono tanti i consiglieri presenti in questo civico consesso che fin dall’inizio volevano creare un gruppo diviso dalla maggioranza. Sono stato io a tenere le fila unite ed evitare che si creasse un gruppo separato in seno alla maggioranza”.
Gianni parla del ruolo che avrebbe dovuto avere Mario Russo in giunta ma che Del Deo ha negato e del trattamento, poco onorevole, ricevuto da Patalano. I motivi del disagio, però. I lettori de Il Dispari li conoscono da tempo sia perché ve li abbiamo raccontato noi, sia perché Franco Regine ne ha definito i controlli.
Per Mattera è stata l’occasione di ricordare a Del Deo la mancanza di partecipazione, la decisione di azzerare l’azione dei consiglieri (Gianni ha denunciato che Del Deo passava negli uffici dopo di lui e dava l’ordine di non fare nulla) e di non condividere nessuna scelta (casus belli: l’elezione di Gianni Matarese a vice presidente del consiglio dopo le dimissioni di Ignazio Di Lustro con la consegna di un semplice bigliettino).
Ma Mattera rinfaccia a Del Deo la mancata installazione delle postazioni fitness già pagate e realizzate da un fabbro di Forio, i lavori bloccati alle fogne della Chiaia, il blocco della realizzazione di una pedana (gratis) per realizzare la tribuna coperta dal Calise e lo stop alla realizzazione del banco del Pescato. Mattera è stato chiaro: “Mancava solo l’ordinanza del sindaco”.
Poi le accuse a Del Deo diventano politiche e nel tritacarne di Mattera finisce l’azione amministrazione.
Mattera avrebbe voluto maggior dialogo per la grandi questioni che afferiscono Forio: il piano traffico, il caso Bar Maria e, soprattutto, la sede del Regno di Nettuno per cui Mattera rivendica una sorta di primogenitura e crede che perdere questa sede istituzionale sia un grave smacco per la comunità di Forio.
E, sempre per la politica, Mattera ne ha anche per Gianna Galasso. Nonostante i complimenti la giovane assessore della giunta Del Deo il consiglierei “indipendente” si chiede come mai il doppio peso. Alla Galasso è stato concesso protestare per le strisce blu e poi avere la nomina ad assessore mentre per lui che aveva chiesto maggiore partecipazione e condivisione è stato riservato l’esclusione dal gruppo WhatsApp della maggioranza e la minaccia del documento di esclusione.
Simpatico il siparietto, infine, sulla parentesi elettorale che ha visto protagonista Del Deo con la Lega alle scorse elezioni.
“Il sindaco mi chiavava 4 o 5 volte al giorno quando bisognava votare Grant della Lega alle elezioni Europee, dopo il successo elettorale, il mio telefono è tornato ad essere muto”….
Da tutta questa vicenda, però, c’è un dato politico che emerge e che merita attenzione oltre la dichiarazione di Gianni Mattera e riguarda la maggioranza di Del Deo.
Gianni Mattera è uno dei politici più navigati del consiglio comunale, ha una solidità personale diversa dagli altri (e non solo imprenditoriale) e ha anche qualche velleità in più da considerare. La sua è la mossa che crea la crepa. La corazza di Del Deo è spaccata ed è facile per gli avversari colpirlo e farlo male. Sono possibili altre uscite e altre strategie. La maggioranza non è più la stessa: ora si muovono le pedine singole e Gianni Mattera ha creato la posizione di mezzo tra Stani Verde e Del Deo che può crescere in vista del prossimo voto.
Con ieri si è aperta la campagna elettorale di Forio.
Del Deo non è più sereno e la strategia del riccio chiuso con Michele e Mario inizia a mostrare i suoi limiti. Certo, va anche detto che molti dei consiglieri comunali sono acquistabili con poche “risorse” ma è anche vero che il RE inizia ad essere nudo.
Gianni ha iniziato a prendere i colpi ma sa di non essere solo. Si, è vero, gli amici fuori sono quelli che tutti sappiamo, ma il vero asso nella manica di Gianni Mattera sono quelli che stanno dentro la maggioranza. E quelli sono il vero rischio per Del Deo.
Ultimo ma non ultimo. Ma che ci fa Lamonica con la fascia? E’ questo il quesito che ha infastidito, più di altri, Gianni Mattera. Secondo Mattera, infatti, la presenza del dirigente al G20s al posto di un consigliere comunale che si occupa di demanio è la ciliegina sulla torta: Del Deo ce l’ha proprio con lui e con il suo gruppo.
Davide Castagliuolo vs Jessica La Vista
Il consiglio comunale, voluto dalla minoranza, oltre ad argomenti di seconda fila ha trattato anche di Lavori Pubblici.
Vi riportiamo uno stralcio dello scontro tra Davide Castagliuolo e l’opposizione.
Emerge ad esempio che lo studio di fattibilità sulla gestione delle acque venne eseguito su proposta della minoranza anni fa (Stani Verde consigliere comunale con Franco Regine), ma ora è stato aggiornato per la mutazione dello stato dei luoghi.
L’opposizione ha posto precise domande sullo stato dei lavori al lungomare e i vari costoni a rischio idrogeologico. In particolare, il consigliere Dino D’Abundo ha battuto sulla richiesta di posa di mattoncini sul lungomare nel tratto dal Soccorso agli Scogli innamorati. Al che è intervenuto il dirigente del I Settore arch. Marco Raia, che ha affermato: «Sia lì che in altro tratto, si vuole continuare con la tipologia di Piazzale Colombo».
Al che sempre Dino D’Abundo ha chiesto a Del Deo: «Sindaco ma tu per strada cammini?». Disarmante la risposta del primo cittadino: «Io ho fiducia dei miei uffici». Al che D’Abundo ha concluso: «Mi spiace che per te rispondano i tecnici e non risponda tu politicamente».
Lungo intervento “autocelebrativo” di Davide Castagliuolo: «Vorrei ringraziare l’opposizione per la convocazione del Consiglio, noi siamo una amministrazione consapevole che deve rispondere a tutti i cittadini. Per quanto riguarda i lavori pubblici, voglio dire che abbiamo dovuto fare un lungo lavoro di sistemazione del bilancio per avere finanziamenti ed essere operativi. Tutti gli uffici sono collaborativi. Venerdì il funzionario del Comune di Forio ha firmato la consegna dei lavori con il Demanio marittimo. Ma voi sapete che dietro un lavoro pubblico vi è una montagna burocratica. E voi la mattina vi svegliate e dite che una cosa non è stata fatta…».
Pronta la risposta di Jessica Lavista: «E’ una bugia, io ho mandato tante richieste di chiarimenti sui lavori in corso».
Ma Davide Castagliuolo ha proseguito imperterrito: «Prima di realizzare lavori pubblici abbiamo dovuto sistemare la situazione economica. I finanziamenti sono sempre in copartecipazione, e per utilizzare fondi comunali abbiamo dovuto sistemare la situazione economica trovata nel 2013, compreso Torre Saracena e Pegaso. E la prossima amministrazione dovrà affrontare il contenzioso strada di Citara, un contenzioso risalente al 1963 in cui gli eredi chiedono quasi 2 milioni di euro. Penso che dovremmo guardare la situazione generale. Esistono lavori in atto per 3 milioni, non possiamo fermarci a guardare il tombino. Ad esempio, il problema sul porto è stato risolto nel corso dei lavori.
Sto esprimendo un concetto: le cose devono essere guardate globalmente e non nel piccolo. L’opposizione dovrebbe partecipare ogni giorno nella formazione degli atti amministrativi. Partecipare nelle sedi opportune e non venire solo a dire questo o quello non funziona. Sappiamo che vi sono problemi, ma lavoriamo per risolverli. Penso che nel momento che l’amministrazione lascerà la guida del paese, lascerà una buona situazione economica e molti lavori pubblici».
Purtroppo, però, le parole di Davide Castagliuolo sono andate via con lo straripamento del famoso tombino del porto di Forio qualche ora più tardi. Il paese è una cosa e la politica della maggioranza un’altra: e i foriani ne pagano il conto.