martedì, Marzo 18, 2025

DAVIDE CONTE «ADESSO ad Ischia vincano le idee, non le liste!»

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E aggiunge: «Il problema non è candidarsi contro Enzo Ferrandino, il problema è candidarsi con un'idea nuova, completa contro un modo di amministrare il paese

Gaetano Di Meglio | Prima domanda. Sabato scorso c’è stata la presentazione dell’iniziativa, a settembre il passaggio con Fratelli d’Italia, lasciando Forza Italia… ora è arrivato il momento in cui Davide Conte scrive “adesso R-ischia”…
«No. Mi verrebbe da dire chi non risica non rosica, ma non è questo il caso. Benché la gente non ci creda, perché è stato un coro unanime di messaggi, persone, telefonate che hanno ufficialmente capito, a loro giudizio, che questa è una mia candidatura ufficiale. Ahimé non è così, che piaccia o no, non è così.


C’è un percorso che bisogna completare, ed è un percorso che voglio chiarire per l’ennesima volta, che stiamo compiendo di pari passo con Maria Grazia di Scala, che dovrà portare di qui a breve all’espressione di una candidatura che rappresenti l’alternativa a quanto stiamo assistendo nel comune di Ischia come nel comune di Barano.

Io chiaramente parlo per quello che mi riguarda più direttamente che è Ischia, però sono due passaggi che non possono essere slegati tra loro. E anche quello a Fratelli d’Italia, in questo momento, è totalmente indipendente dalla nascita di “Adesso Ischia”, questo è bene dirlo, sono momenti diversi. Il primo momento è quello di un cambio sotto il profilo politico, dell’appartenenza, e penso di aver spiegato ampiamente quelli che sono i motivi di questo passaggio dopo 27 anni da Forza Italia a Fratelli d’Italia; per quel che riguarda “Adesso Ischia” è una offerta, è un momento di disponibilità, cioè io ritorno disponibile a dare il mio contributo di esperienza, di idee, chiamiamolo come più piace, per un progetto alternativo a Ischia, ma non è detto che io debba candidarmi necessariamente. Questo credo valga anche per Maria Grazia di Scala. E’ altrettanto evidente che c’è un terzo momento dopo questo, cioè dopo aver creato un contenitore indipendente dai partiti e dalle ideologie, ma che è pronto ad accogliere qualsiasi partito e qualsiasi ideologia purché allineata all’idea alternativa che abbiamo intenzione di costruire, poi serve il quantum, serve la sostanza… e la sostanza ahimé è quella che aggrega. Quindi l’idea è una parte ma anche le gambe su cui far camminare l’idea, quindi la candidatura. Da sabato scorso in avanti credo che nel giro di un mese, massimo un mese e mezzo bisogna avere la capacità di esprimere la figura principale che poi deve condurre all’aggregazione, all’alternativa, alla definizione del programma e a tutto quello che serve, poi, per approdare all’appuntamento elettorale».

NO ALLA CANDIDATURA DI LISTA

Proviamo a sfatare un altro mito, così poi allarghiamo il discorso o lo chiudiamo. Tu sei uscito dalla scena politica dicendo di aver ricoperto i ruoli che hai ricoperto e di non essere più disposto ad una candidatura di lista, ma a sindaco. Con Adesso Ischia questa è una condizione che resta, ma sembra possa essere un blocco…
«No, nel senso che sul piano personale quello che ho detto resta, nel senso che io non sono interessato a una candidatura di lista, non lo sono più da quando mi sono candidato l’ultima volta nel 2007. Io lo dissi chiaramente il giorno dopo essere stato eletto che sarei rimasto per 5 anni al mio posto, a fare cioè il consigliere di minoranza in un ruolo che mi aveva assegnato la gente; alla fine di quel quinquennio se fosse durato come poi è durato per intero il primo mandato di Giosi Ferrandino, se avessi avuto l’opportunità di poter esprimermi come candidato a sindaco nel panorama politico locale, l’avrei fatto ben volentieri perché mi sentivo pronto e con il bagaglio di esperienza che all’epoca avevo e nel 2002 no. Diversamente, sarei rimasto volentieri a casa. L’ho fatto, perché nessuno credeva che, diciamo, venisse messo da parte un diciamo un discreto patrimonio elettorale che mi ha sempre garantito l’elezione nelle due competizioni in cui ho corso, eppure fu così.

Da allora non è cambiato nulla, io non sono tuttora interessato a fare il candidato di lista o a fare l’assessore esterno, sono cose che ho già fatto e come si suol dire repetita – non – iuvant. Assolutamente questo non mi impedirebbe, anche se non candidato a sindaco, di contribuire con la mia esperienza a un progetto che si chiama “Adesso Ischia” e a militare in un partito dove, finalmente, comincio a vedere un briciolo di organizzazione o un minimo di coerenza. E’ vero, anche Fratelli d’Italia in questo momento a Ischia ha una organizzazione pari allo zero, inutile che ne parliamo, ma almeno si parte per costruire. Io esco da una Forza Italia che è stata sicuramente l’espressione politica più importante a Ischia dal ‘94 oggi in termini numerici e di continuità di risultati, ma che ahimé pur avendo un coordinatore regionale ischitano, negli ultimi otto-nove anni è praticamente gradualmente scomparsa dalla scena politica piegandosi sulle posizioni che io tuttora non riesco a capire, ma che sono quelle posizioni che mi hanno portato a cambiare casa pur restando nello stesso condominio, diciamo».

IL SIGNIFICATO DEI NUMERI

Posizioni. E non possiamo negare che il primo a spostarsi presso la maggioranza di Enzo Ferrandino è stato Domenico De Siano, impedendo l’elezione di Maria Grazia Di Scala e regalando a Enzo Ferrandino Gennaro Scotti. Ma la questione che oggi più emerge è quella di prepotenza numerica della maggioranza, che crea poco entusiasmo in chi vuole creare una alternativa.
«Diciamo che sono punti di vista. A me per esempio le sfide difficili piacciono. Il vecchio slogan dei Monopoli di Stato diceva “ti piace vincere facile” magari piacerebbe a tutti vincere facile, però a volte costruire le vittorie con gusto è una cosa che è altrettanto piacevole. Non dimenticare che noi con Peppino Brandi nel 2002, dopo il primo turno che ci vide vincitori con il 42%, dovemmo sfidare una alleanza del restante 57% derivante dall’apparentamento palese tra Gino di Meglio e Luigi Telese, che fino a due giorni prima si erano praticamente distrutti reciprocamente in campagna elettorale. Eppure vincemmo, di 10 punti ma vincemmo. Ora io non dico che le condizioni siano le stesse, assolutamente no, ma da qui a quando si presenteranno le liste, se già da oggi, quindi non largo anticipo, dovesse emergere l’alternativa che possa chiamarsi Adesso Ischia o anche un polo di estrazione diversa, perché poi noi vedremo anche quelle che sono le forze, ancorché residuali, della minoranza consiliare ad Ischia che cosa faranno perché abbiamo comunque un Maurizio De Luise e un Ottorino Mattera, vedremo loro che cosa intenderanno fare.

Onore e piacere qualora volesse collegarsi ad Adesso Ischia e quindi a compiere un percorso comune o ragionamento comune e portare avanti innanzitutto un’idea di paese in comune. Ma, ripeto, con il giusto anticipo e con la presenza di una alternativa. Se solo con una manifestazione c’è stato chi dall’altra sponda, comunque, ci ha contattati e ci ha espresso il suo apprezzamento per questa idea, per questo progetto, comunque già per la nascita di qualcosa di diverso, io credo che con il tempo questa fronda potrebbe tranquillamente aumentare la nostra squadra, potrebbe migliorarla. Ma gli scontenti non mancano, questa è una regola. Voglio dire, il consiglio comunale di Ischia è composto da 16 consiglieri comunali, normalmente 11 apparterrebbero alla maggioranza e 5 alla minoranza. Ora, a meno di una vittoria schiacciante stile Giosi Ferrandino nel 2012, quelle sono le espressioni che una coalizione vincente può garantire. Nel momento in cui io lavoro con 6 liste, 7 liste o con questi numeri mega galattici che starebbero sparando dall’attuale maggioranza, io sempre 11 consiglieri eleggerò…».

ADESSO IL PAESE

Vi sono anche assessori, revisori…
«Io non voglio entrare in questo merito perché poi le dita della mano non sono tutte uguali. A un’intervista rilasciata di recente a Nuvola TV lo dissi chiaramente: per fare il consigliere di minoranza già per quello ci vuole il fisico, nel senso che resistere 5 anni senza gestire nulla significa o che tu effettivamente vivi di tuo, e quindi non hai bisogno di altro, o che se il germe della politica è tale da riuscire a farti resistere alle lusinghe di passare dall’altra parte, resti lì. Diversamente è frustrante stare 5 anni in minoranza, aspettare che venga convocato un consiglio comunale per poter dire la tua, fare 100 e non avere mai una risposta… E poi c’è un passaggio fondamentale: qui nessuno si fida di nessuno.
Quando si dice “poi ci sono le nomine” capisco, ma il consigliere non eletto, o meglio il candidato non eletto, secondo te si fiderà mai del sindaco in carica che innanzitutto deve soddisfare gli appetiti di chi è stato eletto e va ad alzare la mano in consiglio comunale con il grande potere che ha?

Allora lì subentra un’altra valutazione: dove trovo potenzialmente più spazio per essere eletto? E’ questo ragionamento che a me, detto tra noi, non piace tanto perché si perde quello che è il senso del ragionamento che per esempio con Adesso Ischia stiamo facendo. Se diciamo Adesso Ischia significa adesso il paese, quindi l’ambizione personale va messa da parte, se a me piacerebbe, no anzi mi piacerebbe, fare il candidato sindaco ma se dovesse emergere una situazione che me lo impedisce, perché oggettivamente non riesco ad aggregare o c’è qualcuno migliore di me, è più in gamba di me, non è che io mando all’aria il progetto… c’è un’idea di paese che puoi tranquillamente sostenere facendo politica senza il ruolo, se ci credi. Se poi il tuo problema è un altro, cioè che hai bisogno del ruolo per fare altro, allora siamo fuori binario per quel che ci riguarda».

I REDUCI DELLA MAGGIORANZA

Non porterei avanti il discorso Barano e Ischia insieme, sono due amministrazioni, popolazioni ed elettorato diverso.
«Assolutamente, però se noi stiamo facendo un ragionamento inizialmente esagonale, come l’abbiamo definito, non puoi trascurare Barano, quantomeno l’elettore di Barano deve avere la stessa possibilità dell’elettore di Ischia, visto che sono i due comuni in cui si vota nell’immediato, di riconoscersi in un progetto alternativo. Poi se vinci, vinci, se perdi, perdi; non è quello il problema, però hai rispettato quelle che sono le intenzioni del tuo programma originario».

Molto spesso si sente dire “io non mi alleo con quelli che in qualche modo hanno partecipato alla distruzione del paese”, mi sembra invece che Adesso Ischia non lo abbia fatto questo ragionamento e sembra che i reduci dalla maggioranza di Enzo Ferrandino invece siano bene accolti… perché?
«Ti accolgo perché sposi il progetto e poi c’è poco da fare, a tutti piacerebbe poter costruire un qualcosa di assolutamente nuovo. Se oggi noi stiamo partendo con una base forte e con una attenzione altrettanto forte rivolta verso i giovani, verso i millennials, un motivo ci sarà. Alla fine se tu vai a vedere anche i dati delle ultime amministrative in città, quelli che hanno disertato le urne più degli altri sono stati proprio i giovanissimi, i ragazzi alla prima elezione, ma anche quelli di età un po’ più avanzata che comunque non si identificano nella politica perché la politica parla una lingua diversa dalla loro. Non riesce a comunicare con loro. Anche a me piacerebbe fare quattro liste solo di ragazzi di varia estrazione, anche di varia posizione ideologica, perché poi non credere che tra i giovani non ci sia chi distingue destra e sinistra, molti di loro anzi lo stanno approfondendo molto di più di quelli della mia generazione. Però, nei fatti, il problema è che tu vai a verificare che questa grande disponibilità di candidature in giro non c’è. Lì nasce la differenza. Deve vincere un candidato? No.

Deve vincere un insieme di liste? No. Deve vincere un progetto, e quando qualcuno mi chiedeva “ma tu ti sentiresti pronto a sfidare Enzo Ferrandino?”, io dico che il problema non è candidarsi contro Enzo Ferrandino, il problema è candidarsi con un’idea nuova, completa contro un modo di amministrare il paese di cui ahimé Enzo Ferrandino oggi è protagonista, ma non bisogna vincere contro Enzo: bisogna innanzitutto vincere contro quel sistema e vincere con un’idea convincendo la gente che non sono i numeri a dover vincere».

I CONCORSI PRE ELETTORALI

Per il simbolo elettorale, magari non sarebbe utilizzabile un tricolore con la scritta Adesso Ischia su due righe?
«E’ uno stereotipo evitabile… anche questo va superato, noi dobbiamo anche in qualche modo, e non lo dico con senso di superiorità, educare l’elettore. In un confronto su Facebook con un amico che scriveva in merito al problema traffico che ho rilevato ieri e che molti hanno commentato, dicevo è vero che servono uomini migliori, cioè quelli sui quali far camminare le idee della politica, però servono anche elettori migliori perché alla fine questa è una cosa che ho sempre detto, ripetuto e la ripeto anche stavolta. Quando qualcuno si lamenta dicendo “quello sono 50 anni che è presente al comune di Ischia e sta sempre là”…».

Paolo Ferrandino?
«Non ho detto questo, ho detto in generale. Il mio amico Paolo sicuramente è tra quelli fortemente presenti nel panorama politico da 45 anni, quindi un po’ di meno. Però dico, quando queste persone, e non c’è sicuramente solo Paolo, sono reiteratamente presenti non è che ci sono capitate per sbaglio o sono state miracolate, la gente le ha votate per andare lì. Quindi a modo loro ognuno di loro dimostra una certa credibilità tra la gente, giustificata o ingiustificata che sia, meritata o immeritata che sia. Quindi alla fine pensiamo anche di migliorare quella che è la qualità e l’espressione del corpo elettorale. Proviamo a educare le persone a non pensare che debbano vincere i numeri o le liste o i candidati, proviamo a far vincere l’idea, proviamo ad essere coraggiosi sotto questo aspetto. Allora possiamo ragionare di futuro perché il problema è il futuro, è quel futuro che per i nostri ragazzi presenta non una ma mille incertezze. Io a 55 anni quasi, penso che bene o male quello che dovevo fare l’ho fatto, bene o male che sia, ma un ragazzo di vent’anni, e sono buono a limitarmi ai ventenni perché ci sono tanti cosiddetti bamboccioni di età ben più avanzata che ancora oggi non trovano uno sbocco, ma che strada potranno mai percorrere con lo stato di cose che c’è adesso? Il paese è diviso in due: “chi appartiene a” e “chi è figlio di nessuno” c’è poco da fare. E tu lo vedi. Tra poco si dice che partiranno dei concorsi al comune di Ischia e dovrebbe essere l’ulteriore calderone nella speranza per tanti di rincorrere la chimera del posto fisso per se stesso, per il figlio, per il nipote, per il fratello, per la moglie – non ne parliamo proprio – eppure ancora ci illudiamo che il concorso pre elettorale possa risolvere i problemi delle famiglie ischitane o vogliamo parlare di benessere diffuso e di occasioni per tutti?
Questo è il punto secondo me».

I “SALTI” IN MAGGIORANZA

Un punto preciso e un po’ condiviso sui vari comuni. La legge nazionale, ora, ha anche permesso lo scorrimento perché non ci dimentichiamo che quando sono stati fatti alcuni concorsi lo scorrimento era vietato e lo Stato favorisce gli spostamenti… Ma la domanda è: Enzo Ferrandino è stato eletto nel 2017 e da allora ad oggi ha fatto tutto quello che voleva. E’ caduto dalla bicicletta da solo, si è arravogliato, in un anno si è rialzato poi ha ripreso, adesso sta andando diversamente perché va dato atto che da metà pandemia qualcosa di diverso si sta vedendo rispetto alla prima parte di mandato, però l’alternativa non c’è stata proprio.
«Quando tu trovi il consigliere comunale di minoranza che non trova riferimenti all’interno del suo partito, che non trova riferimenti all’interno del gruppo consiliare di minoranza perché ognuno va per fatti suoi, e quando si trova alla fine nella condizione frustrante di dire “Ok ma io adesso sono da questa parte, tra un tot di anni si vota io cosa faccio vado all’autodistruzione politica aspettando l’alternativa oppure cerco di industriarmi per migliorare e tesaurizzare quel piccolo patrimonio elettorale che mi ha portato qui?”. Io non me la sento di biasimare al 100% queste persone, te lo voglio dire. Quando tu mi parli di una Giustina Mattera, per esempio, io non me la sento di biasimarla al 100%, perché se ci fosse stata una struttura alle spalle di Giustina, pronta a tutelarla o a darle delle indicazioni, a darle la certezza di dire guarda tu ti muovi da consigliere di minoranza, però, comunque questa è la tua struttura di partito, per le prossime elezioni noi abbiamo intenzione di fare questo, questo, questo, questo, apriamo una sede, cerchiamo di essere presenti sul territorio, magari se ci fosse stato tutto questo forse Giustina in maggioranza non sarebbe passata. Adesso parlo di Giustina come persona che comunque stimo e vorrei interpretare quella che è la sua condizione, ammesso ce ne fosse bisogno. Però laddove tutto questo non c’è io, ripeto, non me la sento di biasimare questa scelta al 100%… mi si direbbe “tu all’epoca potevi fare la stessa cosa ma non lo hai fatto”. Non l’ho fatto perché nella mia forma mentis non esiste allontanarsi dalla condizione che l’elettorato ti ha assegnato. L’avrei potuto fare 100 volte, con Giosi Ferrandino indipendentemente dalle posizioni diverse abbiamo un rapporto di amicizia quasi quarantennale, sarebbe bastato poco un giorno dopo essere stato eletto in minoranza andare da Giosi e dire dammi l’agibilità politica… Non è stato fatto, anzi probabilmente abbiamo incrinato un rapporto di amicizia che poi fortunatamente insomma, si è in qualche modo ricomposto nell’ambito della civiltà diciamo personale venendo meno anche il ruolo politico che mi riguardava.
Però non è da tutti questo, perciò io non posso dire gli altri non fanno come me o non hanno fatto come me e allora vanno condannati. No, bisogna anche analizzare quelle che sono le condizioni che hanno portato certe persone a compiere determinate scelte di responsabilità».

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  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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2 COMMENTS

  1. Sinceramente credo di non averci capito molto. Probabilmente le interviste è meglio farle scrivere all’intervistato su un canovaccio di domande precise fatte dall’ intervistatore, poi completate con controdomande e controrisposte, sempre scritte in modo chiaro. La ” sbobinatura” di interviste a voce , registrate, diventa, come in questo caso, una operazione confusa e poco intellegibile. Io che personalmente ritengo di avere una buona capacità di decrittazione anche di questi percorsi innervati da zig-zag orto-sintattici piuttosto funambolici, ci ho capito a fatica qualcosa. Ma immaginate cosa riesce a capire una persona di cultura medio-bassa, che poi ad Ischia (haimè ) sono la maggioranza ! Niente o quasi niente. Quindi tutto il discorso va in una sorta di cestino virtuale, e la persona intervistata ne esce malridotto . Quindi caro Gaetano, organizzati meglio con il tuo lavoro. E’ un consiglio da amico , e tu lo sai bene! Comunque auguri sinceri a Davide, semmai dovesse scendere nella competizione! Ma io immagino uno scenario diverso , uno scenario visionario ( c’è anche la rima !) della politica ischitana. Mutuata dal mio amico Francisco Tematra, che in occasione del passato turno elettorale di Ischia configurò bene con lo pseudonimo di Visiopoliticus . Non dico altro, chi lo desiderasse potrà chiedermi di quella visione dal fascino tanto forte ed innovatore, e sarò ben lieto di darne piena visione . Saluti…. !
    Francesco Mattera

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