mercoledì, Marzo 19, 2025

Il giudice Cervo inchioda i truffatori del CAS: da Annalisa Iaccarino agli altri otto

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Diversi indagati tentano la carta del riesame per recuperare le somme congelate dal conto corrente. E’ accertato, secondo l’autorità giudiziaria, che sia stata consumata scientemente la truffa ai danni dello Stato e che per arrivare ad ottenere i sussidi hanno sottoscritto dichiarazioni non corrispondenti al vero. Ben tre indagati risultano essere di fatto domiciliati in terraferma avendo appartamenti nella cintura della provincia di Napoli e in un caso specifico finanche in altra regione

Paolo Mosè | Dal sequestro alla confisca il passo è breve. Vedersi il conto corrente alleggerito non è un piacere. Anzi, è un grandissimo dolore per la tasca ed è quanto è accaduto per i nove indagati che avevano ricevuto il sussidio per i danni subiti alle proprie abitazioni per il sisma dell’agosto del 2017. E per evitare la possibilità che il denaro si volatilizzi definitivamente, si cerca di trovare una soluzione. In inchieste giudiziarie si propende quasi sempre per un ricorso al tribunale del riesame per far sì che in qualche modo un giudice possa sbloccare il sequestro e il denaro ritornare all’ovile. Almeno si spera.

Ma per arrivare a ciò il collegio deve individuare qualche grave anomalia procedurale o attestare che non vi sono state violazioni di legge, che il singolo indagato non abbia truffato lo Stato, né tanto meno ha commesso un falso. Per un caso specifico si contesta anche l’indebita percezione di erogazione in danno dello Stato.

L’ordinanza di sequestro firmata dal giudice per le indagini preliminari Giovanna Cervo accoglie in pieno le richieste del pubblico ministero almeno per questi nove indagati (ce ne sono molti altri che sono stati monitorati, per alcuni non si è proceduto al sequestro non ravvisando il gip alcuna condotta che ne giustificasse il prelievo delle somme di denaro e dall’altro vi è ancora un’attività di riscontro per le altre posizioni). Queste sono le nove persone che in qualche modo stanno cercando di trovare delle giustificazioni del perché ebbero a richiedere il sussidio Cas e come rispondere alle varie contestazioni. Come abbiamo detto, vi sono molte di queste che risiedono di fatto stabilmente nel comune di Casamicciola. Altri, seppur residenti, di fatto vivono, con un domicilio ben preciso, nella città di Napoli e in alcuni casi al di fuori della regione Campania. E anche costoro hanno ricevuto denaro dallo Stato: Giuseppe Arcamone, Maria Rosaria Castagna, Ornella De Rosa, Colomba Iacono, Annalisa Iaccarino, Giuseppe Liccardo, Sebastiano Balestrieri Lucido, Debora Mellone e Maddalena Stasio.

LE INDAGINI DELLA FINANZA
Per ognuno di essi è stato confezionato un bel capo d’imputazione e sistematicamente contestati la truffa ai danni dello Stato e il falso materiale commesso dal privato. Ad eccezione delle sole posizioni di Debora Mellone e Ornella De Rosa, alle quali si contesta l’indebita percezione di erogazione in danno dello Stato. Per capire la vicenda, bisogna seguire il percorso che la Guardia di Finanza ha iniziato e portato a compimento in una indagine che è durata circa due anni. Per ognuno di essi il giudice fa una sorta di capitolo, screening per porre alla base l’ordinanza di sequestro. Iniziando con una premessa per spiegare come nasce questa attività investigativa, quali sono i soggetti interessati e cosa di rilevante sotto l’aspetto penale è stato rinvenuto. E prima di ciò, ovviamente, cristallizza l’imputazione più grave di truffa ai danni dello Stato seguendo la dottrina della Suprema Corte di Cassazione per avvalorare questo provvedimento: «Ciò posto, come evincibile dall’informativa in atti dai controlli svolti dalla GDF di Ischia emergeva che gli odierni indagati Castagna Maria Rosaria, Lucido Balestrieri Sebastiano, Iacono Colomba e Arcamone Giuseppe, Stasio Maddalena e Liccardo Giuseppe reso false dichiarazioni nelle rispettive domande per l’ammissione al beneficio in oggetto inducendo in tal modo il Comune errore sulla sussistenza dei requisiti necessari, che dunque erogava i contributi. Nei confronti di tali indagati sussiste il fumus boni iuris dei reati di falso materiale di un privato e truffa ai danni dello Stato.
Nel rinviare nel dettaglio alle informative di reato in atti va in questa sede detto che gli accertamenti della GDF consentivano di acclarare che i citati indagati avevano illegittimamente usufruito del beneficio in parola, dichiarando nelle relative autocertificazioni fatti non corrispondenti al vero».

LE SINGOLE POSIZIONI
Il giudice Cervo passa successivamente a valutare le singole posizioni e descrive quali sarebbero state le forzature, le violazioni di legge e cosa realmente abbia incassato, illegittimamente: «Castagna Maria Rosaria, proprietaria dell’abitazione sita a Casamicciola Terme in via Casa Capezza n. 18, autocertificava falsamente la perdita della disponibilità della propria abitazione. Gli accertamenti svolti consentivano di appurare infatti che la donna, pur essendo anagraficamente residente presso la citata abitazione, domiciliava, di fatto, in Nova Milanese (Mi) alla via Donizetti n.2. La donna aveva indebitamente percepito l’importo di euro 941,94 per le mensilità di agosto, settembre e ottobre 2017.

Lucido Balestrieri Sebastiano e Iacono Colomba genitori e Iacono Colomba anche amministratore di sostegno di Lucido Balestrieri Lucia, persona diversamente abile al 100%, richiedevano la concessione beneficio mediante presentazione del modulo CAS, sottoscritto da Lucido Balestrieri Lucia, che conteneva la falsa dichiarazione circa la perdita della disponibilità della propria abitazione sita in Casamicciola Terme alla via del Pantano n. 18. La PG accertava invece che Lucido Balestrieri Lucia, dai 12.2.2013 viveva, presso l’abitazione dei genitori in Lacco Ameno in via Oneso n. 44. Gli indagati in tal modo indebitamente, avevano percepito il beneficio economico per un importo complessivo di euro 28.412,90, perii periodo 1 dicembre 2017 – di luglio 2021».

IL CASO DI ANNALISA IACCARINO
Passando a valutare la posizione della “pasionaria” del comitato per i diritti dei terremotati che avrebbe, secondo la Procura e il giudice, incassato una somma non in modo lecito: «Iaccarino Annalisa autocertificava falsamente la perdita della disponibilità della propria abitazione che riuniva i requisiti di “principale, abituale e continuativa”. Gli accertamenti svolti consentivano di accertare che Iaccarino Annalisa risiedeva dal 7.3.2001, unitamente al genitore Iaccarino Giovanni Antonio, presso altra abitazione, ubicata in via Montecitro n. 31 dello stesso Comune (abitazione anch’essa dichiarata inagibile e oggetto di regolare concessione del beneficio economico C.A.S. in favore del genitore) L’indagata aveva percepito in tal modo indebitamente il CA.S. ammontante ad euro 32.736,67, nel periodo intercorrente tra i mesi di settembre 2017 e il mese dì luglio 2021».

IMMOBILE AGIBILE ED ABITATO
Di seguito altra posizione, altri comportamenti non nel pieno rispetto di ciò che era stato concesso dal governo per chi ha ricevuto danni: «Arcamone Giuseppe benché già beneficiario del C.A.S. alloggiativo presso una struttura ricettiva convenzionata dell’isola, unitamente al proprio nucleo familiare autocertificava falsamente la perdita della disponibilità della propria abitazione, dichiarazione che integrava mediante compilazione e sottoscrizione di ulteriore modulo in data 25.5.2018, nel quale specificava che la moglie Di Costanzo Angela, usufruiva del beneficio alloggiativo presso una struttura alberghiera, mentre il figlio Arcamone Gennaro, dal 13.2.2018 dimorava, unitamente a lui, presso l’abitazione di Arcamone Concetta, sorella di Giuseppe Arcamone, sita in via Maestro Fraticelli dì Casamicciola.

A seguito di sopralluogo posto in essere dalla PG il 27.9.2020 era possibile accertare la falsità delle dichiarazioni rese in sede di autocertificazione da Arcamene in quanto l’immobile inagibile ed oggetto di ordinanza di sgombro, continuava ad essere abitato dall’Arcamone Giuseppe, presente all’interno dell’abitazione, dato avvalorato dai rilievi dei consumi idrici dell’abitazione, in periodo post terremoto, che risultavano essere ordinari e costanti.
In tal modo l’indagato aveva percepito indebitamente il beneficio economico del C.A.S. ammontante ad euro 34.246,55, per il periodo intercorrente tra il mese di agosto 2017 ed il mese di luglio 2021».

LA COPPIA CHE VIVEVA A MUGNANO
Poi c’è una coppia che avrebbe in qualche modo “speculato”, forse consapevolmente, ben sapendo che nell’arco dei dodici mesi dell’anno vivono in tutt’altra località fuori dall’isola d’Ischia, avendo un’abitazione nel comune di Mugnano: «Infine Liccardo Giuseppe e Stasio Maddalena, quest’ultima quale proprietaria dell’abitazione ubicata in Casamicciola Terme alla via Casamennella n. 19, dichiarata inagibile in quanto crollata e ricadente nella zona rossa dell’isola d’Ischia, presentava al Comune di Casamicciola Terme il modulo CAS, nel quale autocertificava la perdita della disponibilità della propria abitazione, che riuniva i requisiti di “principale, abituale e continuativa” e, che dal 27.8.2017, soggiornava presso una struttura ricettiva alberghiera, con trattamento di pensione completa, unitamente al marito Liccardo Giuseppe. Gli accertamenti svolti dalla PG consentivano di appurare la falsità di tale dichiarazione, in quanto Stasio Maddalena pur essendo anagraficamente residente presso la citata abitazione, domiciliava, di fatto, unitamente al marito, in Mugnano di Napoli alla via Cesare Pavese n. 17. Tale dato era desumibile dagli accertamenti svolto sui consumi delle utenze idriche ed elettriche dell’ abitazione oggetto di richiesta CAS, relativi agli anni 2016 e 2017, e sui consumi elettrici, ed idrici dell’abitazione ubicata in Mugnano di Napoli alla via Cesare Pavese n. 17, relativi agli anni 2016-2017, dai quali si rilevava che i consumi dell’abitazione di Casamicciola Terme erano bassi e costanti nell’anno, con picchi che veniva raggiunti nel periodo estivo, mentre risultavano regolari e costanti nell’anno per l’abitazione di Mugnano di Napoli, infine, come si evinceva dall’iscrizione della stessa dal 14.5.2008 all’anagrafe del distretto ASL Na2 Nord.
In tal modo Stasio ed il marito percepivano indebitamente il beneficio richiesto per T importo complessivo di euro 65.290.00 nel periodo dal dicembre 2017 all’aprile 2020 e dell’erogazione del contributo economico del CAS in favore della Stasio Maddalena, ammontante ad euro 7.664,52 dal mese di dicembre 2019 al mese di agosto 2020».

PERCEZIONE INDEBITA
A seguito di questo screening il gip nell’ordinanza scrive che di fatto sussistono senza alcun dubbio le ipotesi di reato di falso e truffa ai danni dello Stato.
Diversa invece la qualificazione dei rimanenti due indagati, per i quali nell’eseguire le indagini è emerso che sia stata commessa la ipotesi di indebita percezione di erogazione in danno dello Stato, nei confronti di «Quanto a De Rosa Ornella e Mellone Debora la GDF ha accertato che le stesse hanno continuato, nonostante il 22.9.2017 fosse stata accertata l’agibilità dei rispettivi appartamenti a soggiornare presso strutture alberghiere facendo in tal modo conseguire al titolare della struttura alberghiera convenzionata l’indebita erogazione del beneficio alloggiativo del C.A.S., da parte del Comune di Casamicciola Terme, ammontante ad euro: 9.280,00 per il soggiorno di Mellone Debora dal 13.12.2017 al 30.12.2018 e l’importo di euro 44.240,00 per il soggiorno dal 13.12.207 al 30.12.2018 di Furlan Genesio, De Rosa Ornella, Bradu Joana Maria, Castaldo Nicole e Bradu Federica.
Nei confronti delle predette sussiste il fumus del delitto p. e p. dall’art 316 ter c.p.».
Nel servizio di domani riportiamo analiticamente le singole contestazioni, che sono molto dettagliate, seguendo il percorso investigativo svolto con accuratezza dalla Guardia di Finanza.

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  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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