giovedì, Gennaio 9, 2025

Ischia e l’Unesco. Era il 17 agosto 2017

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Gaetano Di Meglio | Il 17 agosto 2017 è una data che ricordo molto bene. In particolare ricordo un pomeriggio di buon giornalismo. Con Pietro Greco, Franco Borgogna e Francesco Rispoli, in redazione, discutemmo a lungo dell’opportunità di candidare l’isola d’Ischia tra le diverse categorie dell’UNESCO.
Pochi giorni prima, infatti, avevo scritto un editoriale mettendo in evidenza come l’isola non stesse mettendo in campo nessuna iniziativa circa la possibilità di aderire a dei fondi regionali destinati, appunto, alla candidatura Unesco. Poi venne il 21 agosto.

Con Rispoli, allora assessore tecnico, Greco e Borgogna il discorso si arricchì di dettagli e spunti tecnici. Una visione ampia, storica e diffusa che legava le tre isole del golfo di Napoli. Una linea immaginaria che toccava la natura, la poesia, la musica, il cibo, la tradizione e tanto altro. Un disegno magnifico che avrebbe meritato tanto studio e tanta fatica. Un lavoro così tanto magnifico che, ancora oggi, si scontra contro la realtà “politica” di vederlo realizzato.

A dicembre del 2017, prima della cacciata dei tecnici dalla giunta di Enzo Ferrandino, l’arrivo della delibera di giunta e il salto ad oggi è subito fatto.
Avevo criticato, da solo, Enzo Ferrandino quando non si attivava per candidare Ischia all’Unesco, oggi che lo fa, ne prendo atto e apprezzo anche la modalità operativa.

La scelta di utilizzare la modalità “Agostino Riitano” è quella giusta. Così come Dino Ambrosino ha scelto il “TEAM Franceschini” e ha puntato su chi è riuscito a portare la “Cultura” a Matera, speriamo che Enzo Ferrandino abbia il scelto il “TEAM” giusto che ha portato a casa il riconoscimento Unesco per i “portici di Bologna”.

Certo, qualcuno potrebbe storcere il naso sulla scelta di candidare solo la zona del Castello Aragonese, di Aenaria e della Baia di Cartaromana. Beh, non fatevi nessun “film luce”: Ischia è composta da troppe teste. Meglio poco che niente.
E lasciate stare anche la questione del comune unico. Siamo il popolo che manda a casa un sindaco per 50 metri di asfalto, per un po’ di spiaggia o, giusto per restare in tema, per un posto da C al fidanzato….

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