domenica, Dicembre 29, 2024

Scongiurata la deportazione dei processi penali a Napoli. La battaglia: la decisione è del presidente Elisabetta Garzo

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L’alto magistrato ha di fatto revocato l’ordinanza del giudice coordinatore della sezione di Ischia Manera. La lieta notizia è giunta durante l’incontro che si è svolto ieri con i massimi vertici dell’avvocatura napoletana e il presidente dell’Assoforense Gianpaolo Buono. Oggi, invece, è previsto un incontro del sindaco di Napoli e della Città Metropolitana prof. Manfredi con una rappresentanza di avvocati in difesa della stabilizzazione o proroga della sezione di Ischia

Il presidente del tribunale di Napoli Elisabetta Garzo ha fatto “giustizia”: i fascicoli del settore penale di competenza del giudice togato non saranno più “deportati” presso la sede centrale. Rimarranno ad Ischia! La decisione è stata annunciata dall’alto magistrato durante un incontro che si è tenuto nel primo pomeriggio di ieri con il presidente dell’Assoforense dell’Isola d’Ischia Gianpaolo Buono, il presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli Antonio Tafuri, il presidente della Camera penale di Napoli Marco Campora ed il delegato della sezione di Ischia avv. Cristiano Rossetti.

Un incontro voluto con somma urgenza dall’avvocatura dopo che il coordinatore della sezione di Ischia, il giudice Manera, aveva stabilito (come abbiamo ben spiegato nei giorni scorsi) con proprio provvedimento il trasferimento di tutti i fascicoli penali per quelle imputazioni di esclusiva competenza del togato. Mentre sarebbero rimasti per essere trattati tutti quei processi che la legge concede nella disponibilità anche del giudice onorario. Una decisione scaturita dopo che il giudice Rosamaria Ragosta si era messa in congedo parentale. Una scelta giunta all’improvviso, dopo che il consiglio giudiziario aveva di fatto bocciato la possibilità che la collega togata potesse raggiungere l’isola d’Ischia una volta a settimana (il giovedì) per trattare quei processi di sua esclusiva competenza. D’accordo con il presidente del tribunale. Il consiglio, invece, aveva spiegato che la Ragosta è di fatto il giudice titolare della sezione e che la sua attività si deve espletare per tre volte a settimana, vale a dire il mercoledì, giovedì e venerdì.

INTERPELLO PER LA SOSTITUZIONE

Gli avvocati hanno spiegato che una simile decisione avrebbe comportato danni molto seri per l’avvocatura, che si sarebbe ritrovata a doversi dividere contemporaneamente su più fronti e in località diverse. E che questa scelta non sarebbe stata per nulla compresa dagli stessi imputati, testimoni, parti civili. Il presidente Garzo si è dichiarata d’accordo e che la sua valutazione era stata già sottoposta ad un vaglio stringente che l’aveva già indotta a ritenere non percorribile la strada indicata dal coordinatore Manera. Il cui provvedimento è stato già bocciato dagli avvocati, sia nel merito non avendone le competenze, sia per una giusta scelta di rendere il lavoro delle parti più omogeneo e fluido e di ordine di opportunità.

Il presidente ha mostrato massima disponibilità, chiudendo da subito ogni possibile polemica, preannunciando sin dall’inizio dell’incontro che quell’ordine sarebbe rimasto sulla carta. Ma che anzi era andato già ben oltre, pubblicando l’interpello per chiedere la disponibilità di un giudice togato in forza al tribunale di Napoli per una missione una volta a settimana e che in caso di assenza di accettazioni, si sarebbe proceduto ad una scelta autonoma della massima carica giurisdizionale.

Ma comunque quella decisione del consiglio giudiziario è stata per così dire impugnata dal presidente Garzo, che ha rimesso ogni decisione definitiva al Consiglio superiore della magistratura, a cui ha chiesto di rendere operativo ciò che era stato concordato e deliberato con la Ragosta e che il consiglio giudiziario aveva ritenuto di “bocciare”. In attesa di quest’ultima decisione, si procede per tamponare. Ed ogni giovedì, fino a quando non sarà intercettato un buon samaritano togato, i gop procederanno ai rinvii.

DISPOSIZIONE ILLEGITTIMA

Il provvedimento del giudice coordinatore è stato impugnato dall’Associazione Forense con un’articolata memoria in cui era stata richiesta la revoca del trasferimento forzato dei processi penali. Analoga richiesta per iscritto trasmessa allo stesso presidente Garzo in simultanea. Ma ciò che è emerso dall’incontro di ieri ha di fatto reso superfluo ogni ulteriore approfondimento. Ma comunque è utile capire quali sono state le osservazioni, le contestazioni che sono state sollevate nell’istanza scritta: «Considerato che tale disposizione appare evidentemente illegittima, in quanto si pone in violazione del principio del giudice naturale precostituito per legge (art. 25 Costituzione), delle disposizioni sulle attribuzioni delle Sezioni distaccate nonché della Tabella di organizzazione del Tribunale di Napoli;

difatti il richiamato provvedimento detta una disposizione che non appare in linea con le previsioni tabellari. Esso richiama, erroneamente, il criterio stabilito dalla tabella innanzi citata per la Sezione distaccata di Ischia in riferimento alle ipotesi di “astensione, ricusazione o impedimento” del giudice assegnato laddove si prevede che i processi sottratti alla competenza del GOP siano trattati presso la sede centrale (pag. 365 della Tabella di organizzazione del Tribunale di Napoli);

il caso di specie, invece, non rientra in nessuna delle ipotesi contemplate innanzi, atteso che il giudice dott.ssa Ragosta, regolarmente assegnata presso la Sezione distaccata di Ischia, risulta in congedo parentale per giorni 45».

La scelta di usufruire del congedo parentale avrebbe dovuto, secondo gli avvocati, indurre il giudice coordinatore a valutare diversamente e a prendere provvedimenti idonei, ma non quello di rendere l’ufficio giudiziario monco e gravemente lesivo per la comunità e per coloro che attendono un giudizio del tribunale: «La predetta ipotesi andava più correttamente ricondotta a quella dell’assenza per congedo parentale a cui fa espresso riferimento l’art. 12 della tabella (pag. 128), che prevede che, nell’ipotesi di supplenza del giudice professionale, per quanto attiene ai processi eccedenti i limiti di competenza del GOP, questi, “se l’impedimento o l’assenza del giudice professionale sono temporanei e ne sia , previsto il rientro entro un , periodo di tempo determinato (assenza , per congedi ordinari, malattie di breve durata, ecc.)”, si limiterà, per i processi che non può trattare, a rinviarli alle udienze in cui è prevista la presenza del titolare del ruolo;

è evidente, pertanto, che l’assenza del giudice attualmente assegnato alla Sezione distaccata non è qualificabile come impedimento, ma quale assenza per congedo, ovvero per un periodo determinato (a cui non fa riferimento la disposizione tabellare per la Sezione distaccata di Ischia richiamata nel provvedimento), e che non può trovare alcuna giustificazione il provvedimento adottato dal giudice coordinatore».

PROVVEDIMENTO ILLOGICO

Spiegando che le tabelle che dispongono gli incarichi, le modalità di lavoro dei magistrati stabiliscono che un provvedimento di tale natura non può rientrare nella competenza di un giudice che ha la responsabilità di adottare soluzioni minime inerenti un ufficio come quello ischitano. Il trasferimento di processi da una sezione all’altra o ad un magistrato diverso da quello assegnato spetta esclusivamente alla massima carica del tribunale: «La disposizione, oltre che in violazione di legge, risulta affetta da incompetenza. Infatti, il provvedimento in questione risulta dalla S.V. ed adottato quale Magistrato Coordinatore della Sezione Distaccata di Ischia, laddove siffatto provvedimento avrebbe dovuto essere disposto dal Presidente del Tribunale di Napoli. Del resto, dalla lettura piana del provvedimento risulta che il Presidente del Tribunale di Napoli si è limitato a disporre che i processi fissati per l’udienza del giovedì e sottratti alla competenza dei GOP fossero rinviati dai GOP tabellarmente assegnati in attesa di ulteriori determinazioni, che, allo stato, non sono state ancora adottate;

rilevato che non può ignorarsi, inoltre, l’illogicità del provvedimento nella misura in cui determinerebbe una migrazione dei fascicoli, per la nuova assegnazione presso la sede centrale, da riassegnare poi alla Sezione distaccata al termine del periodo di congedo della giudice Ragosta;

non può sottacersi delle inevitabili difficoltà logistiche per le parti processuali, i testimoni e i difensori provenienti dall’Isola d’Ischia che dovranno raggiungere la sede centrale essendo, con molta probabilità, contemporaneamente impegnati presso la Sezione distaccata».

La richiesta è diventata a questo punto superflua, perché superata dall’ultima decisione del presidente del tribunale, annunciata ufficialmente nell’incontro di lunedì.

LA PROROGA NEGATA

Se da una parte si è arrivati ad una felice conclusione, dall’altra, per quanto riguarda la proroga di altri due anni della sezione distaccata, c’è ancora molto lavoro da fare. Bisogna soprattutto convincere i parlamentari, che sono quelli che approvano o meno una legge, che scelgono di adottare o meno un emendamento. Come nel caso che interessa le tre isole minori che fino al 31 dicembre avranno la possibilità di potersi avvalere della presenza sul territorio di un ufficio giudiziario. Poi, dal 1 gennaio 2023, c’è l’incognita, non si sa che fine faranno queste località turistiche tra le più importanti del nostro Paese. A causa di una insipienza di un Ministero che opera e decide solo sulla base di “sensazioni”, di scelte che vanno anche nella direzione di risparmiare. Ed è proprio questo aspetto che è stato speso dal capo Gabinetto del Ministero che si è posto in una posizione di diniego della proroga basandosi su un risparmio di 100.000 euro all’anno. Una cifra irrisoria, che a volte non basta per pagare l’ultimo dirigente dello stesso Ministero della Giustizia. I vertici guadagnano oltre 200.000 euro all’anno e parlano di risparmio. Non accorgendosi che in questo modo penalizzano delle comunità che hanno una lontananza dalla terraferma. Eliminare un servizio importante di fatto interrompe quel rapporto di continuità che si è sempre sbandierato per dire «siamo in difesa delle isole minori». Poi fanno di tutto per penalizzarle con provvedimenti cervellotici e in talune circostanze per salvaguardare qualche categoria presente nel processo che non ha alcuna voglia di trasferirsi per una-due volte a settimana sulle isole.

MOBILITAZIONE COMPATTA

Il deliberato dell’Assoforense è tosto e se non vi saranno delle risposte, l’azione di confronto potrebbe diventare scontro, proprio a presidio di quella legalità che molti sbandierano ai quattro venti, ma che poi nella sostanza calpestano: «Ha deliberato la proclamazione immediata dello stato di agitazione della Classe Forense Ischitana e la trasmissione delle allegate istanze di revoca del provvedimento de quo, riservando nel caso di mancato accoglimento delle stesse, la proclamazione dell’astensione da tutte le udienze innanzi agli Uffici Giudiziari di Ischia e, soprattutto, innanzi al Tribunale di Napoli, per i processi che saranno eventualmente ivi trasferiti e celebrati.

L’adozione di ogni iniziativa tesa alla sensibilizzazione delle Istituzioni Nazionali, sia attraverso l’interlocuzione politica, sia mediante la mobilitazione e protesta della Cittadinanza, quale inevitabile reazione durissima delle Comunità isolane di Ischia, Elba e dell’arcipelago delle Eolie, a fronte della scellerata scelta governativa, che allo stato parrebbe passivamente avallata dal Parlamento, di non stabilizzare ed, addirittura, neppure prorogare, nella legge di conversione del Decreto Milleproroghe, Presidi di Giustizia e Legalità indispensabili al vivere civile sulle isole penalizzate dalla mancanza di continuità territoriale con il resto della Nazione, privandole della presenza dello Stato sui rispettivi territori».

Mentre questa mattina ci sarà un incontro altrettanto importantissimo tra i vertici dell’Assoforense e il sindaco di Napoli nonché della Città Metropolitana, il prof. Gaetano Manfredi. All’incontro parteciperanno anche i sindaci dell’isola d’Ischia, esponenti del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli e dell’avvocatura nazionale. Tema di questo incontro: proroga o stabilizzazione del tribunale di Ischia. Il sindaco di Napoli è a favore di una scelta che sia in netta opposizione alla chiusura al 31.12.2022 della sezione isolana e lo dichiarerà ufficialmente, adottando anche provvedimenti nella sua qualità di sindaco della Città Metropolitana.

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