Gaetano Di Meglio | Ieri e l’altro ieri Ischia ha dato il suo abbraccio di piazza alla comunità ucraina dell’isola e non solo. Un abbraccio istituzionale e di popolo che serve a darsi coraggio. Che serve a dirsi “non siamo soli” e serve ad allievare, per quanto possibile, il dramma che i nostri fratelli ucraini d’Ischia stanno provando.
















Le parole di circostanza, le testimonianze e il racconto dei social ci hanno fatto piombare in una guerra che avevamo solo studiato sui libri e che pensavamo non arrivasse mai così vicino a noi.
E se anche l’Ucraina non è dietro l’angolo, i contatti costanti e diretti di molti di noi, ci fanno vivere questa guerra in maniera più che diretta.
Sono molti gli amici con cui abbiamo contatto e ti si gela la vita quando ti fermano “aspetta, rispondo che mi chiamano dall’Ucraina”. E sai che il racconto non è felice e non è facile da accettare.
La storia, triste e amara che arriva sui nostri telefonini e che in parte proviamo a comprendere e a limitare con fiaccolate, incontri e flash mob è la reazione naturale che abbiamo.
Daryna, un’amica baranese, ha raccontato la sua rabbia e la sua storia in una nota diretta a Sandra Malatesta.
«Ciao sono stanca e disperata. Dopo un viaggio lungo un giorno sono riuscita a giungere in Polonia e con fatica a rintracciare mia figlia mia nipote e il marito malato di cuore. Voi per televisione vedete una parte ma se sapessi cosa c’è qui non potresti vivere normalmente. I polacchi ci stanno tanto aiutando e anche i Rumeni. Sono giorni che ormai arrivano viveri e medicine e anche ragazzi italiani che vogliono combattere per l’Ucraina. Mia figlia è a pezzi trema sempre e non dorme mentre la bambina riesce anche a giocare e mangia bene.
Qui in Belgio mio figlio Roman vive da anni e ha un buon lavoro. Credo che resteremo tutti qui almeno fino a che non si potrà rientrare. Porto Ischia nel cuore e i tuoi sorrisi e il tuo essere una cara amica sempre e quella camomilla è per me come un regalo costoso e lo racconto a mia figlia. Continuate ad aiutarci siamo disperati. Non io che per fortuna sto in salvo ma i miei nipoti combattono e uno ieri è morto colpito da un razzo. Il viaggio è stato allucinante e per fortuna che avevo la mia macchina comprata a Ischia ricordi? Ore di fila, freddo intenso e poi occhi persi nel nulla, la distruzione continua. Siamo fieri del nostro Presidente ma abbiamo tanta paura. Ciao appena posso ti faccio sapere sai che sono timida e non riesco a parlare con chi non conosco. Grazie a tutti dillo da parte mia ti voglio bene.”