Ida Trofa | Torna la Madonna di Notte. La Madonna Addolorata e il Cristo Morto tornano a ripercorrere le strade antiche. Un crescendo di celebrazioni tra culto e tradizioni che, dopo cinque anni, riporta al centro della Pasqua ischitana i borghi colpiti dal terremoto del 21 agosto 2017. Emozioni e pathos cominciati mercoledì 13 aprile con la Santa Messa alle ore 15.00 in Piazza Majo che ha aperto la processione con l’immagine della B.V.M. Addolorata per Via Spezieria, Parrocchia, via Principessa Margherita, Corso Luigi Manzi fino alla Congrega di Santa Maria della Pietà.
Eventi e sentimenti che ieri sera hanno ripreso il loro cammino verso la stazione più importante. “Accompagniamo Maria nel suo dolore e nella ricerca del “più bello del figliol” sulle strade verso casa. Una casa diroccata e fragile, ferita, ma sempre in piedi. È la casa delle genti di Casamicciola: è la Chiesa di Santa Maria dei Suffragi.
La sacralità dei riti in un miscuglio di umano trasporto e suggestioni, si mescola con la profana ricerca di pace e serenità dopo anni difficili segnati dalla tragedia sismica, dalle ansie della pandemia e il letargo di un inverno che pareva non finire mai.
Tutto in questa primavera 2022 che assume un sapore più dolce ed intenso.
Di rinascita. Una rinascita che riparte lì dove tutto si era fermato: tra il Majo e La Rita. In quelle terre che sembravano perse, finalmente, grazie alla fede, alla Madre Addolorata che ha unito un tempo e continua farlo oggi, quella comunità, si diffonde il suo profumo e la sua frizzante atmosfera sui borghi più belli della Campania. Il Purgatorio, la Madonna, l’immagine dal volto candido ed il suo Figlio Morto, il Cristo, restano l’unico vero collante. In questo week end di Pasqua si compie il vero miracolo, è un accorato invito al ritorno ai propri luoghi, al viaggio fuori la porta di casa per ripercorre le strade del martirio, segnate dal sisma. Per scoprire identità e tradizione. Per ritrovare il tempo della libertà e della bellezza. Per accomunare la Madonna di Notte in un percorso di dolore e meditazione, nella speranza della Resurrezione. A partire dalle 19.30 di ieri, venerdì Santo, è iniziata l’azione liturgica in “Passione e morte domini”. Al termine la processione con il Cristo Morto e l’immagine della Beata Vergine Maria Addolorata è transitata per via Castanito, La Sentinella, La Rita fino alla chiesa del Purgatorio al Majo.
Qui, in una profonda suggestione sul sagrato dello stabile inagibile, sotto le preziose campane che per secoli hanno scandito il tempo di questi luoghi, la Madonna, impreziosita dal suo manto di un profondo nero con inserti d’oro, ha raccolto il suo popolo, ha parlato e testimoniato la sua forza, la forza della fede, si è ricongiunta al Cristo Morto. Entrambi sono stati portati a braccio secondo un percorso che affonda le radici alla fine del sedicesimo secolo e che coinvolge migliaia di isolani. Il Cristo Morto e la Madonna si sono fatti largo tra la folla, tra i puntelli di legno e tubolari d’acciaio – insieme agli episodi della Bibbia – anche pagine legate alla contemporaneità e all’ultimo dramma locale. Un cammino ispirato dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, ispirato dai nostri giorni che sanno di drammatico e di miracoloso insieme. L’evento è organizzato dalla Parrocchia di Santa Maria Maddalena di cui fa parte. Il Parroco Don Gino Ballirano è stato ancora, come i suoi predecessori, pastore di un gregge che dopo tutto ha dimostrato ancora di non essersi smarrito. Presenze forti, un cammino pesante che ancora una volta lascia un solco profondissimo in questa terra. La Settimana Santa, in questa Pasqua in questo 2022 suggerisce una svolta importante, per rifondare un Borgo smarrito, secondo tradizione, e verso una auspicata rifondazioni, testimone del passato, puntello dell’oggi e spinta verso il futuro.
La stazione più importante. Il ritorno alla Casa della Madre
La stazione più importante, un ritorno alla casa della Madre, la chiesa dell’Addolorata anche detta di Santa Maria del Suffragio o del Purgatorio al Majo La chiesa dell’Addolorata, anche detta di Santa Maria del Suffragio o del Purgatorio, stando a fonti critico-storiche, fu fondata intorno al 1695. Nel 1720 è indicata come di diritto patronato della famiglia Sacchetti. Nel maggio del 1859 la Curia di Ischia pose nelle varie chiese dell’isola un editto in cui si annunciava che, non trovandosi in Curia titoli di fondazione e di dotazione e non avendo per questo la chiesa una annua rendita per il suo culto e mantenimento, essa sarebbe stata adibita ad usi profani, se non si fosse presentato in Curia chi ne vantava diritto di patronanza con titoli autentici. Poiché nessuno si presentò, dotò la chiesa. La Curia concesse il diritto di patronato comune il giorno 12 gennaio del 1860.
Nel 1872 il sacerdote Vincenzo Piro istituì nella chiesa al Maio la pia opera laicale Santa Maria del Suffragio: a seguito del terremoto del 4 marzo 1881 che distrusse l’intera chiesa, l’opera fu trasferita nella Chiesa di S. Pasquale Baylon al Corso Vittorio Emanuele. Dopo il sisma del 28 luglio 1883 l’antica congregazione traslocò presso la diruta e abbandonata chiesa di S. Giovanni alla Marina e fu riorganizzata ad opera del sac. Saverio Iaccarino. Come sia giunto ad Ischia questo culto non sappiamo, anche se certamente è stato mediato dall’opera dei Servi di Maria, forse già dai tempi di Agostino Pastineo o Falivenia, servita, vescovo d’Ischia tra il 1534 e il 1548 . Entrando la scultura a manichino dell’Addolorata, in stoffa e in legno scolpito e dipinto, è posta in una bacheca nel presbiterio. La statua dell’Addolorata fu incoronata dal vescovo d’Ischia Mons. Antonio Pagano. Dal 2017 la chiesa è inagibile ed in attesa di ricostruzione.
Per rendere un’idea di quanto diffuso fosse il culto dell’Addolorata a Casamicciola negli anni precedenti ai due eventi sismici del 1881 e del 1883, è possibile attingere dalle narrazioni e dal confronto storiografico sul grande seguito che determino la visita pastorale di Mons. Francesco Di Nicola che ebbe luogo tra il 1872 e il 1877. Presso la Congrega di S. Maria della Pietà a Casamicciola, ancora ubicata nella contrada Maio gli ascritti in quegli anni erano stimati in 600 fratelli e 400 sorelle. Le processioni nell’anno erano due: una aveva luogo nel mattino del Venerdì Santo, e l’altra nel mattino di Pasqua…» . Il culto era diffuso sull’intero territorio comunale.
Zona Rossa. Riecco la Madonna ed il Cristo, riecco le Campane del Purgatorio
Le celebrazioni pasquali quest’anno a Casamicciola sono dunque legate al ritorno. Il primo ritorno è stato quello delle campane che hanno annunciato la prima Pasqua con il ripristino del vecchio calendario per le celebrazioni. Da martedì 5 aprile, grazie ad una installazione provvisoria, sono state rimesse in funzione due delle quattro campane salvate dal terremoto del 2017. Secondo una tradizione orale esse hanno datazioni e provenienze disparte (almeno due datate 1865/1867 ) le altre due, quelle temporaneamente montate recano la datazione 1966, e risulta voluta dai fedeli che si firmano e reclamano la protezione della Madonna.
Un’altra campana, sulla quale ritrova la rappresentazione del Sacro Cuore di Gesù, è certamente un ex voto della popolazione della contrada del Purgatorio (reca la datazione 1954).
Testimonianze preziose sono tornati a radunare la gente ai propri luoghi, a ricostruire, riconnettersi ad un mondo che pur sospeso, resta vita e morte.