Si inaugura giovedì 28 aprile alle ore 18, presso le Distillerie Aragonesi di Ischia Ponte la mostra intitolata «Un mare di fantasia», caratterizzata dalle opere recenti di artigianato artistico realizzate a quattro mani da Luciano Di Meglio e Graziella Esposito. È un appuntamento che mette insieme la tradizione e la modernità, con accattivante coerenza. Infatti in uno spazio caratterizzato da un’idea imprenditoriale giovane che valorizza l’identità ischitana guardando al mercato internazionale, si consolida il legame con un tipo di creatività – come quella di Luciano e Graziella – che si fonda sulla memoria profonda per rielaborarla in una visione contemporanea molto coinvolgente.
I significati della mostra, che sarà visitabile fino al 1. maggio dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, sono stati sintetizzati dal giornalista Ciro Cenatiempo, autore del testo introduttivo all’interno della brochure di presentazione.
«Dovrei interrogarmi ora – ha scritto tra l’altro Cenatiempo – sul confine tra arte e artigianato. Dove sta? E che m’importa. Sto di fronte al trionfo della materia più semplice, il legno. Ammiro la manualità esperta, consapevole e saggia di chi sa trasformarlo in ciò che si desidera: un oggetto emozionale, un pezzo davvero unico, forte. Ci invita a imbarcarci, a tracciare una rotta diversa nella vita reale che è fatta di radici, ricordi e coscienza».
I lavori di Luciano e Graziella rappresentano una sorta di invito «a salire a bordo, non troppo lontano dal Castello Aragonese e dal Golfo di Napoli – si legge ancora nel testo di Cenatiempo – e a percorrere le miglia stando di vedetta sul mare della storia. Quel mare che è una mescola infinita di schiaffi e carezze, speranze, avventure e abbracci di ritorno, rigenerando le tradizioni e le passioni che ci umanizzano e dicono chi siamo».
A differenza delle consolidate e decennali esperienze come costruttore di modelli, Luciano ha lavorato ora «quasi d’istinto, a memoria, seguendo un progetto interiore ma liberandolo dal rispetto delle proporzioni assolute: sono barche da diporto e da regata, gozzi e velieri quasi fantastici. Ha utilizzato le tavole sovrapposte e modellate, poi le ha scavate dall’interno; ha sagomato la chiglia a parte; ha aggiunto gli oggetti essenziali, la barra del timone, gli scalmotti, un argano, un albero maestro, più alberi».
I pezzi in mostra sono davvero originali, tant’è che anche «le vele sono ricavate per svuotamento, levano peso – ricorda Ciro Cenatiempo – e inneggiano al galleggiamento, alla leggerezza: conquistano l’immaginario grazie ai colori di Graziella, acrilici verniciati che brillano deliziosamente di furore evocativo e sensuale. Sprigionano armonie innovative tra le icone giocose delle onde, dei pesci, delle folate di maestrale che fanno dimenticare la malinconia e strizzano l’occhio alla grafica del cuore». In definitiva si tratta di una esposizione «sentimentale», ancorata alla vita di tutti noi in modo saldo e schietto. Davvero da non perdere.