C’E’ CHI DICE BASTA. Paolino Buono: «Dionigi è un bravo sindaco anche grazie ai miei errori…»

La scelta di ritirarsi dalla politica. L'ex sindaco di Barano spiega la sua non candidatura e spiega sia l’importanza di un gruppo affiatato sia l'importanza dei rapporti con gli Enti sovracomunali.

1
387

Gaetano Di Meglio | Era nell’aria da tempo e, alla fine, Paolino Buono non è nella lista dei candidati al consiglio comunale di Barano d’Ischia. Ha destato scalpore? E’ una notizia che ha colto qualcuno di sorpresa? No, a Barano e nei Gaudioso’s è tutto studiato, meditato e tutto dentro un disegno più grande a cui il caso, le decisioni di pancia e gli accenti sono sempre grandi assenti.
Dopo dieci anni da sindaco di Barano d’Ischia e dopo gli ultimi cinque anni accanto a Dionigi Gaudioso, l’ex sindaco spiega perché ha deciso di dire basta. E traccia un bilancio positivo di questi anni, frutto, appunto, di precise strategie politiche.

E’ finita un’epoca. Con la tua non candidatura a Barano si volta pagina…
«Non credo che sia così. Certo io posso essere definito un personaggio storico della politica di Barano, ma non è finita nessuna epoca. Io mi riconosco in continuità con l’attuale Amministrazione e con quella che sicuramente sarà dopo il 12 giugno. Anzi devo essere sincero, mi ritiro con tranquillità perché so che gli amici che mi hanno sostenuto e che poi io ho sostenuto sicuramente stanno operando bene e continueranno a operare bene. Mi ritiro con tranquillità».

Questa è la quarta elezione in cui la maggioranza si presenta compatta, con piccoli innesti, piccoli cambiamenti, ma il cuore resta unico. Quale è la ricetta, se guardiamo agli altri comuni in cui ci sono confusioni?
«Penso che sia un gruppo omogeneo, ed è importante. Un gruppo fatto di amici che nell’amministrare la cosa pubblica lo fanno con passione e disinteresse. Quando non si accendono interessi diversi da quelli primari di una buona amministrazione, io penso che difficilmente si creano degli attriti. In dieci anni di sindacato ho sempre detto che la bellezza di fare il sindaco come lo faccio io è andare al comune ed essere sicuri che ti aspettano con allegria e con gioia, senza aspettarsi una coltellata nella schiena. Questo criterio è continuato, è una delle ricette vincenti più importanti. Dove c’è gruppo, coesione, amicizia, amalgama, sintonia personale e politica diventa uno zoccolo duro difficile da scardinare».

L’IMPORTANZA DELL’ESPERIENZA

Un giudizio su Dionigi?
«Penso che Dionigi abbia lavorato benissimo, si è dedicato molto all’amministrazione, è stato molto presente, ha fatto ottime scelte negli uffici e al di fuori, è stato attento a reperire finanziamenti. Lo dico anche con un po’ di orgoglio, sicuramente la sua buona amministrazione è anche figlia dell’esperienza che ha fatto con me, lui è stato assessore e vicesindaco. Non voglio dire che grazie a me sta facendo bene il sindaco, ci mancherebbe altro, diciamo che io gli dico sempre che una buona esperienza è fondamentale per fare cose difficili come fare il sindaco, perché io penso che fare il sindaco sia una cosa difficile e osservare quando chi ti precede fa delle buone scelte è una buona esperienza, ma anche vedendo cose cattive si fa esperienza, si impara cosa fare e cosa no. Dico sempre che grazie alla sua acuta osservazione lui è diventato il buon sindaco che è».

Dall’altro lato c’è Maria Grazia Di Scala, continua anche lei una linea della coerenza, è comunque un politico che si trova a combattere contro un gruppo difficile, ma porta avanti le idee con forte determinazione.
«Sicuramente questo ritorno in campo a Barano, perché Maria ha fatto questa esperienza regionale, coincide con un momento molto negativo per l’opposizione baranese perché i rumors sono questi: non ci dovrebbe essere partita. Le posso fare l’in bocca al lupo ma nulla più. Si è imbarcata in una battaglia molto difficile. Vedremo alla fine i risultati».

Parliamo della tua decisione di non candidarti…
«Io penso che chi ha fatto il sindaco poi non deve fare niente altro. Io avevo fatto dieci anni di sindacato e dovevo ritirarmi. Poi Dionigi mi chiese di ricandidarmi, di fare il presidente del consiglio. Mi sentii anche lusingato di questa cosa, apparivo come l’esperto e quello che doveva dare una mano. Onestamente ora credo che non abbiano bisogno di un mio aiuto, hanno esperienza e ho detto “mi ritiro”. Ho 62 anni, adesso mi devo dedicare agli ultimi anni della mia professione, ho qualche impegno da portare avanti nelle cose che mi circondano e poi, devo essere sincero, voglio coltivare alcuni sport. Io penso che i ruoli amministrativi siano molto impegnativi e se si devono fare, si devono fare per bene. L’amministratore si può fare anche senza interessi secondari, io mi potevo candidare ed essere rieletto senza problemi, ma volevo dare spazio anche ai giovani che magari vogliono dedicare più tempo e più passione a questo impegno importante».

LA SCOMPARSA DELLE OPPOSIZIONI

Domanda che ci permette di fare un bilancio. L’isola sta vivendo un momento particolare, negli altri comuni scompaiono le opposizioni, quando eri sindaco tu c’era anche una interlocuzione diversa con Asl e con la Regione, poi mi sembra si sia interrotto tutto e pandemia e guerra ci hanno mandato alla deriva.
«Sicuramente l’economia apparentemente sembra soffrire anche se io non drammatizzerei. Sicuramente la pandemia prima e la guerra dopo hanno dato colpi importanti alla nostra economia, ma mi auguro che sarà una buona estate. Mi auguro che oltre ad essere una buona estate, la successiva sia una lunga estate.
Parlando di opposizioni, io penso che dove c’è meno opposizione, e possiamo pensarlo con un po’ di orgoglio e presunzione, che ci sia stata una buona Amministrazione. Questo fa sì che ci sia scarsa opposizione. Possiamo fare l’esempio di Ischia, dove non c’è un concorrente di Enzo Ferrandino perché ha lavorato bene. Ma ci sono anche altre realtà in cui nel corso di decenni non hanno costruito lo zoccolo duro, il gruppo di amici, di persone che si sono imbarcate in questa avventura e hanno portato avanti questo fardello pesante e chiaramente vediamo che non c’è la stessa realtà di Barano».

E i rapporti con gli altri Enti?
«Io penso che in questo momento, sicuramente vi sono state una serie di circostanze che hanno creato una situazione ideale per poter amministrare, ad esempio Dionigi è stato eletto anche alla Città Metropolitana, con una importantissima delega. Alla Regione abbiamo sempre sostenuto il presidente De Luca anche quando ha perso. Penso che in questo momento c’è un connubio importante tra Regione, Città Metropolitana e anche Asl. Ci sono le carte in regola per poter fare bene».

Sembra che ciò valga solo per Barano…
«Accade quando si fanno delle scelte nel momento in cui vi sono elezioni sovra comunali, e le scelte sono buone, scegliendo e facendo votare il candidato giusto, che non è il più forte ma quello che ti ispira di più, che dà più garanzie. Quest’anno abbiamo indovinato entrambi i candidati, Fiola che viene da un percorso lungo, e Manfredi, che nessuno conosceva. Ci fu un tocco di genio, poi è accaduto che sono stati eletti. Ovviamente si stabiliscono ponti importanti per fare bene a tutta la comunità, che non è solo il comune di Barano. Io credo che Barano con Ischia possa essere trainante per le esigenze di tutta l’isola».

Cosa ti mancherà di più?
«Poco, io ho avuto la soddisfazione di fare il sindaco per dieci anni e mi è costato anche tanto. E’ stata una esperienza con difficoltà, con tante preoccupazioni, con tante cose belle anche. Io poi penso che chi come me la politica l’ha fatta con totale disinteresse personale ma interesse solo verso la cosa pubblica, l’ha fatta e va bene così. E’ un punto che metto nel momento giusto della mia vita».

1 COMMENT

  1. Insomma pare che oltre alle famiglie del Mulino Bianco oggi esistano anche le amministrazioni del Mulino Bianco. Se le amministrazioni non hanno opposizione significa che hanno operato bene. Anzi benissimo. Complimenti per la filosofia democratica.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here