Gaetano Di Meglio | Ne avevamo parlato già. E la crisi panzese non è solo un articolo di giornale, ma è soprattutto il dispiegarsi nelle realtà dello scollamento tra il giovane parroco e gli anziani confratelli.
Quando il manico non è buono o meglio, è solo buono per alcune dinamiche, e la popolazione si allontana dalla vera fede, capita che poi tutto si scolla. E lo scollamento tra fedele e pastore, un po’ come quello tra elettori e amministratori pubblici (visto il degrado in cui Del Deo lascia la frazione), ora è scritto nero su bianco nella corrispondenza tra l’ufficio per le confraternite della diocesi di Ischia e la stessa Confraternita di SS. Annunziata di Panza.
Don Carlo Candido, lo scorso 16 marzo, scrive al Priore della Confraternita e, senza volerlo, mette nero su bianco quando Don Cristian Solmonese abbia fatto male e quando abbia allontano i confratelli dalla loro piccola fede sincera e popolare.
Carissimo Priore – scrive don Carlo – avendo constatato che durante l’Assemblea elettorale, convocata in data 6 marzo 2022, come da verbale da voi trasmesso a codesto Ufficio, hanno votato 104 confratelli su 485 aventi diritto”.
Uno scollamento tra confratelli e fedeli che hanno rinunciato a votare perché non trovano più un parroco che li sappia “pasturare”? Perché preferiscono le poche messe di Don Fiorentino e sono stanchi degli strali del giovane prete? Tutto possibile. 104 su 485 è un disastro!
Una comunità spaccata e divisa. Da una parte il parroco, dall’altra il popolo.
“Non essendo raggiunta la maggioranza assoluta – continua Candido – dei confratelli e ritenuta inutile una nuova convocazione, mi ero riservato di discutere la questione con il Vescovo per l’eventuale accettazione delle votazioni. In deroga all’art 115 del Regolamento Diocesano – chiosa ancora Candido – volendo provvedere al maggior bene del popolo di Dio, l’eventuale assenza del quorum legale per le votazioni e la ricomposizione degli organi associativi non determina immediatamente l’immissione in commissariamento. Si costituiscano comunque gli organi “sub conditione”: la presentazione dell’elenco completo degli iscritti, ossia frequentati alla vita tutta delle confraternite avvenga inderogabilmente entro inizio della Quaresima dell’anno 2025”.
Tre anni di tempo sono molti. Ma la storia non è finita qui. Anzi, ora inizia.
La Confraternita SS. Annunziata di Panza non è Visitapoveri a Forio e, quindi, si fanno le pulci ai confratelli. È sempre Carlo Candido, forse ben informato dal parroco o da altre “comari” panzesi che scrive al priore circa al “posizione” di irregolare uno dei potenziali consiglieri del CDA.
A Panza nessun caso Giuseppe Sferratore. A Panza nessun divorziato convivente con figli. A Panza si controlla chi dorme con chi.
“Inoltre, comunico che il Sig – scrive Candido -, vivendo una situazione di irregolarità, come da regolamento diocesano, è ineleggibile come consigliere del CDA. Prenderà il suo posto il primo dei non eletti, come da verbale delle votazioni”
A Forio, a Visitapoveri, Sferratore fu eletto consigliere di amministrazione. A Panza, forse per i voleri del giovane parroco, si applica il regolamento diocesano e, in particolare, l’articolo 74/5c.
Dalla sua Ischia Ponte, infatti, Carlo Candido sa chi si corica con chi in quel di Panza.
Ma la storia, che crediamo sia ben architettata da chi vuole continuare a fare il bello e il cattivo tempo nella Confraternita di Panza-
Alla comunicazione di Don Carlo Candido seguono due note molto gustose. Un acquerello di “irregolarità” che si accavallano una sull’altra.
Della serie “Pippo dorme con Minnie” e quindi “convive”.
Ma questa volta Pippo risponde per le rime e il priore Aniello D’Abundo (quello che il parroco avrebbe denunciato) difende a spada tratta il suo confratello e rispedisce al mittente le accuse di Carlo Candido.
D’Abundo risponde a Candido e non le manda a dire. “Si fa presente che il confratello ha inviato una missiva a questa Confraternita e chiede di non procedere alla surroga in attesa di una soluzione alla sua posizione. L’Amministrazione, non essendo a conoscenza delle motivazioni addotte sull’ irregolarità, fa presente che il Confratello stesso, attualmente vedovo, non solo ha ricoperto la carica di Priore di questa Confraternita per 10 anni, né è stato amministratore per altri nove ed è revisore dei conti negli ultimi 5 anni, ma è a conoscenza di tutti che egli frequenta con assiduità non solo la Celebrazione Eucaristica, ma anche i canti delle lodi e dei vespri che si celebrano in Confraternita, e si accosta regolarmente al Sacramento dell’Eucarestia: ciò è sotto gli occhi di tutti ed anche del Cappellano. In merito alle cause ostative per la sua eleggibilità, oltre a ribadire ciò che già è stato detto in positivo, questa amministrazione sottolinea che non ha nessun elemento concreto per poter sostenere la sua ineleggibilità”
Ma la parte più gustosa di questa vicenda architettata per evitare che “Pippo” sia eletto è la replica dello stesso “Pippo”.
“Pippo”, infatti, richiama le decisioni di Lagnese sul caso Sferratore e smentisce Don Carlo Candido.
Forse Carlo voleva difendere la cordata del giovane collega con il talare che ha sfaldato e disgregato la comunità di Panza? Possibile.
“Pippo” si leva i sassolini dalle scarpe e ricorda a Carlo Candido che si addormenta da solo.
“La situazione di convivenza – scrive “Pippo” – è inesistente e questo è un dato oggettivo, fattuale e non controvertibile, ma ammesso che per un esercizio di pura disquisizione normativa (art. 74/5c e collegati articoli e riferimenti) si voglia considerare esistente, a mente da quanto evidenziato dal Vescovo Lagnese, che ribadisco fa sue le disposizioni del Santo Padre, comunque la circostanza non sarebbe stata elemento ostativo alla mia elezione ad incarico direttivo”
“Pippo” scrive al suo Priore: “dalle informazioni apprese per le vie brevi, le situazioni irregolari in trattazione, prevista dell’art. 74/5c del regolametno diocesno, sarebbero riferite ad una presunta convivenza; in tal senso preciso che abito e risiedo nell’abitazione , in solitudine e non vivo alcuna situazione di convivenza.
Ma poi è ancora “Pippo” che si burla di Candido: “Il menzionato art 74/5c fa richiamo all’art 5/2: “Possono inoltre farne parte (alla confraternita) anche quanti vivono situazioni coniugali dette “irregolari”” e tale ultima parola “irregolare” reca il numero di riferimento 14 il quale fa rimando alla Lettera alle Confraternite del Vescovo Lagnese.
“La lettera in parola -continua Pippo – , al suo interno ed in particolare nella sua parte conclusiva prevede anche su indicazione e disposizione del Santo Padre, che “si dia facoltà, anche alle persone che vivono situazioni cosiddette irregolari”, di poter essere iscritte a pieno titolo alle suddette realtà aggregative con la possibilità di essere pure elette per lo svolgimento di compiti direttivi”.
Possibile che tutto questo Don Carlo Candido non lo sapeva? Davvero c’è qualcuno che ancora vuole fare la corsa a chi è più santo con i figli di preti che si fanno grandi e vanno in giro?
Forse sarebbe il caso che Don Carlo si preoccupi di più dei 300 e passa confratelli che si sono allontanati dalla Confraternita perché non in sintonia con i modi del parroco che di chi dorme con chi. Soprattutto perché, diciamocelo, Sferratore ha fatto giurisprudenza.
L’unica “convivenza irregolare” è quella del parroco con la parrocchia. Altro che confratelli vedovi che si sentono accusati di convivere…
Quando una diocesi è così interessata a ciò che accade sotto le lenzuola dei fedeli sarebbe “giusto” anche sapere quanti dei suoi pretuncoli pratica la sodomia a livello agonistico.