Gaetano Di Meglio | In questa campagna elettorale con “assenza ospiti” – è importante sottolineare questo aspetto – sempre che sia tutto liscio. Che vada tutto secondo il copione scritto mesi fa da chi gestisce il potere. Enzo, però, non avrebbe mai pensato di dover giocare da solo. La candidatura di Gennaro Savio non reca nessun apporto, serio, al dibattito politico. Resta una posizione ideologica, fine a sé stessa e che, in verità, non merita neanche tanta attenzione considerato l’agire a senso unico e senza una potenziale apertura.
E, proprio in questo, scenario con Enzo Ferrandino che gioca da solo ci troviamo a raccontare una mossa che vede come unico protagonista proprio il sindaco.
C’è un piccolo mistero che andrebbe chiarito.
Mercoledì scorso, il sindaco Enzo Ferrandino ha scritto al Presidente Ottorino Mattera e ha chiesto la convocazione del consiglio comunale per l’approvazione di due punti all’ordine del giorno.
Il primo punto era, è opportuno scrivere al passato, l’approvazione del “Regolamento per la disciplina del canone patrimoniale. Modifiche ed integrazioni”. Il secondo, invece, “Modifiche al regolamento per l’applicazione della TARI”.
Una richiesta di convocazione che trasforma Enzo Ferrandino come in un moderno Daniel LaRusso che si trova a “Mettere Consiglio” e “Togliere consiglio”. Eggià, giovedì arriva una nuova PEC al presidente Mattera con cui il sindaco chiede la revoca della convocazione. La motivazione è da premio “considerato il momento elettorale”. Ottorino Mattera non è rimasto sorpreso e non ha dato seguito alla convocazione.
Ma proviamo a capire qualcosa di più. Leggendo i punti richiesti da Enzo e guardando bene la formazione delle liste non vorremo che questa convocazione sia figlia la pasticca per addolcire i “Mazzella” che non hanno gradito la candidatura di Gennaro Scotti nella lista di Ottorino.
Scotti, infatti, aveva architettato un tranello al sindaco volendo tenere firmata la candidatura con una lista “nascosta” fino alle ore 12.00 del giorno delle convocazioni. Gennaro aveva voglia di farsi abbracciare da Salvatore e Antonio Mazzella e, invece, il sindaco ha scelto Gabriele e Gianluca. Cosa che non è piaciuta ai “Bambiniello’S” che, possibile, potrebbero aver richiesto la convocazione ad Enzo come azione risarcitoria e, magari, gestire qualche altra transazione milionaria come quella dei “Patanari”.
Ma questa partita con “assenza ospiti” mette in campo una nuova posizione: quella del sindaco che può scegliere come vuole e che può fare a meno di chiunque, tanto vince sempre lui. Una condizione che è molto più in là dello spot del Gratta e Vinci.
Senza lasciarci andare al populismo da quattro spicci che inneggia alla mancanza della minoranza (quando c’era non serviva a nulla) e a tutte le altre scemità che abbiamo letto in questi giorni, la vera riflessione che dobbiamo fare (e la possiamo fare con molto anticipo rispetto al 12 giugno) è che questo secondo mandato per Enzo Ferrandino è quello “senza scuse”.
La verità è che Enzo Ferrandino si trova a giocare la vera partita della vita. Questa elezione (nella peggiore delle ipotesi, infatti, avrà 15 consiglieri, ma è difficile che Savio ce la faccia) non gli consentirà di accampare scuse. Oggi è nelle condizioni di fare tutto quello che vuole e, mai come in questo caso, nessuno è più indispensabile. Anzi, più si agitano, più si fanno male da soli.
E così, già in campagna elettorale, il sindaco se ne può fregare dei piccoli ricatti di tizio e di caio e guardare avanti. I numeri e le posizioni sul campo sono così schiaccianti e sproporzionate che sono saltati tutti gli schemi. E la circostanza dell’assenza ospiti consente al sindaco di buttare fuori sia i campioni, sia le scartine.
Enzo Ferrandino può fare a meno del gruppo Bambeniello così come della Sciarappa e, a giro, di tutti gli altri.
Nessuno dimostrerà dolori, scontenti o altro. Perché, alla fine, per ogni scontento, c’è la fila da scorrere per coprire posti e ruoli. E questo lo sanno tutti molto bene. Una evidenza, questa, che frantuma, anche, la previsione di qualcuno che vorrebbe la consiliatura a scadenza. E la “pulizia” di Ischia, ad esempio, è già iniziata. La prima testa a cadere è stata quella di Vito Impagliazzo protetto da Pasquale Balestrieri che aveva in programma quattro giornate tra pineta, lido e ragazzini per celebrare “Militi Ignoti” e altre forze armate. Le pressioni del primo sul sindaco che, di fatto, si trovava con problemi organizzativi da risolvere ha portato alla fine della “collaborazione”. E questo template (scommettiamo?) sarà replicato ed applicato con facilità e regolarità. La speranza, però, è che davvero Enzo Ferrandino si convinca delle condizioni e che metta al centro “Ischia” e che punti alto avendone le possibilità.