Ugo De Rosa | Le Isole Minori, finalmente, hanno una voce unica e forte sui tavoli che contano. E quella voce è del Sindaco di Forio, Francesco Del Deo.
Del Deo, infatti, in qualità di presidente ANCIM, ha preso parte, come primo relatore, ad un importante incontro voluto dall’On. Flora Frate presso la Camera dei Deputati a Roma, incentrato sull’importanza di fare rete nel Terzo Settore e di considerare le particolarità, peculiarità e disagi di tutti i territori, comprese le Isole Minori.
“I cittadini delle Isole Minori vivono una quotidianità totalmente differente rispetto agli abitanti della terraferma. Tant’è che, spesso, noi Sindaci davvero non riusciamo a dare una risposta concreta a chi lamenta la carenza di servizi e sconta problematiche pesanti per il sol fatto di essere nati su un’isola. Dai trasporti alla scuola, dalla sanità alla giustizia, viviamo in modo problematico i quattro pilastri che reggono una società civile, proprio a causa dei nostri problemi d’insularità.
Così, mentre in Grecia le isole minori rappresentano una grossa miniera sotto il profilo sociale, economico e culturale, l’Italia continua a legiferare solo per il Paese-Italia, dimenticando totalmente le nostre isole. Colgo l’occasione per ringraziare l’Onorevole Carfagna grazie a cui siamo riusciti a instituire la 73esima area.
Oggi (ieri, ndr) chiedo all’onorevole Frate di portare avanti un’azione forte a sostegno delle isole minori. Anche, a seguito della battaglia che stiamo portando avanti – come Ancim – per quanto concerne il riformato articolo 119 della Costituzione, con l’obiettivo di conferire alle isole minori lo status di “di zone diverse , disagiate, con peculiarità ed esigenze diverse rispetto alla terraferma” ha dichiarato il sindaco Del Deo.
Un intervento molto seguito dal pubblico presente nella storica sala stampa della Camera dei Deputati, e che ha posto le Isole Minori al centro del dibattito e di nuovi progetti.
L’Onorevole Frate, nel ringraziare Del Deo, annuncia che seguirà un’iniziativa molto particolare (lasciando intendere, ad hoc per le isole minori), specificando che questa era solo un’iniziativa per “partire”.
L’INTERVENTO INTEGRALE
I cittadini delle Isole Minori vivono una quotidianità totalmente differente rispetto agli abitanti della terraferma. Tant’è che, spesso, noi Sindaci davvero non riusciamo a dare una risposta concreta a chi lamenta la carenza di servizi e sconta problematiche pesanti per il sol fatto di essere nati su un’isola. Dai trasporti alla scuola, dalla sanità alla giustizia, viviamo in modo problematico i quattro pilastri che reggono una società civile, proprio a causa dei nostri problemi d’insularità.
Penso ai gravissimi problemi legati al sistema dei trasporti: quando un treno tarda di un quarto d’ora, il cittadino che vive sulla terraferma arriva dopo 15 minuti a casa. Invece l’isolano rischia di arrivare dopo 2-3 ore, proprio perché deve trovare la coincidenza. Col rischio di rimanere a Napoli (nel caso dei residenti nelle isole del Golfo), sopportando costi e disagi notevoli.
E, soprattutto, spendendo moltissimo! Noi ischitani per percorrere 35 chilometri, pari a 18 miglia, da residenti spendiamo fino a 8,10 euro mentre sulla terraferma, con 1 euro circa, si compie lo stesso tratto.
Per non parlare della scuola: nel momento in cui un figlio vuole intraprendere un percorso universitario, la famiglia già sa le cifre folli a cui va incontro, costi esorbitanti: infatti, occorrerà pagare i mezzi di trasporto, il vitto e l’alloggio. Dunque, far laureare un figlio isolano è molto più costoso rispetto a quanto speso sulla terraferma.
Ma andiamo avanti e affrontiamo il capitolo sanitario: sulla terraferma a distanza di 10 minuti in auto, c’è un ospedale. Invece, a fronte di 87 isole, solo 4 possono contare su dei piccoli presidi ospedalieri. Così, mentre ad Ischia dobbiamo ringraziare il compianto Rizzoli che ci ha donato un ospedale, sull’isola del Giglio c’è solo un medico di base che si reca sul posto 2 volte a settimane per 3 ore, mentre Ventotene usufruisce delle prestazioni mediche solo una volta a settimana per 4 ore. Così, finisce che l’isolano che viene colpito da un ictus o da un aneurisma muore o riporta gravi danni, contrariamente a quanto vissuto dai cittadini della terraferma, che vengono subito soccorsi.
Pertanto, chiedo un pronto intervento del Governo, anche in considerazione dei gravosi costi sociali ed economici (e che ricadono anche sul sistema sanitario nazionale) vissuti dagli isolani.
In ultimo, un accenno alla battaglia che gli isolani e l’Ancim sta conducendo sotto il profilo della giustizia e che riguarda i tribunali dell’isola d’Elba, di Ischia e Lipari. In altre parti d’Italia – penso all’Abruzzo – sono riusciti a prorogare quattro tribunali, che distano 10 km l’uno dall’altro. Invece sulle nostre isole vogliono chiudere queste strutture. Eppure ci sono tante persone, anche diversamente abili, che per raggiungere la terraferma hanno grosse difficoltà.
Così, mentre in Grecia le isole minori rappresentano una grossa miniera sotto il profilo sociale, economico e culturale, l’Italia continua a legiferare solo per il Paese-Italia, dimenticando totalmente le nostre isole. Colgo l’occasione per ringraziare l’Onorevole Carfagna grazie a cui siamo riusciti a instituire la 73esima area.
Oggi chiedo all’onorevole Frate di portare avanti un’azione forte a sostegno delle isole minori. Anche, a seguito della battaglia che stiamo portando avanti – come Ancim – per quanto concerne il riformato articolo 119 della Costituzione, con l’obiettivo di conferire alle isole minori lo status di “di zone diverse , disagiate, con peculiarità ed esigenze diverse rispetto alla terraferma”.