IDA TROFA | Se non fosse intervenuto il TAR, se gli spregiudicati, a tratti anche pericolosi per sé stessi e per gli altri, amministratori di Lacco Ameno non si fossero gettati la zappa sui piedi, gli imbrogli perpetrati sul porto di Lacco Ameno sarebbero venuti a galla comunque. Non siamo noi a dirlo, ma gli atti e, soprattutto l’avvocato Massimo Coppola, con un documento inviato ai pubblici uffici locali, all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Terreno Centrale che con il presidente Andrea Annunziata governa i principali porti Campani. Ciò testimonia la gravità assoluta dei fatti.
E’ il triste svolgersi degli eventi all’ombra del Fungo che mette in luce circostanze che meriterebbero l’intervento della magistratura.
Se il RUP arch. Enzo D’Andrea avesse svolto con attenzione il proprio ruolo e non eseguito gli ordini della politica, forse, oggi, non ci troveremmo a raccontare questa ennesima vergognosa pagine sulla affaire dell’approdo turistico di Lacco Ameno. Se prima vi era un dubbio, la sensazione che potesse essere così, oggi quel sospetto diventa certezza. L’unica vera grande infrastruttura del paese finita al centro di un becero sistema di interessi economici e politici che fanno accapponare la pelle e ci pongono alla stregua di ben altre realtà che esulano da quella che un tempo era la cultura lacchese.
Avvilimento falso. Disconosciuti i timbri e le firme
Ve lo diciamo subito: la Marine Sub, la società bacolese, concorrente della Marina di Capitello Scarl, quella che doveva prendersi il porto, secondo gli indirizzi amministrativi di Giacomo Pascale, ha presentato un avvallamento falso pur di far fuori l’uomo del Senatore Domenico De Siano. Almeno l’avvalimento prodotto agli atti viene sconfessato dalla stessa società a cui viene invece intestato.
Fatti che assumono i contorni di reati importanti condotti in nome e per conto anche della pubblica amministrazione e che in queste ore hanno portato alla prevedibile richiesta annullamento degli atti con la minaccia di una possibile azione legale.
Questioni sulle quali, ora, l’Autorità Portuale prima, la Capitaneria di Porto di Napoli e di Castellammare di Stabia e infine l’ente locale, sono chiamati a dare risposte.
Cesino Paolo: “Mai partecipato al Bando. Annullatelo!”
Le preoccupazioni dei concorrenti al bando per il porto, le preoccupazioni del legale rappresentante della Marina di Capitello Scarl Perrella erano fondate. All’indomani dell’aggiudicazione dei servizi di gestione del Porto turistico di Lacco Ameno è giunta al protocollo dell’ente di Piazza Santa Restituta una nota a firma del legale rappresentante della Cesino Paolo, società che ha prestato avvalimento alla Marine Sub sas nell’offerta di gestione. Fatti che confermano gli esposti e le richieste di intervento all’Autorità Giudiziaria.
La nota, giunta a seguito di un’istanza di accesso agli atti effettuata dalla Marina del Capitello sas per la verifica dei requisiti tecnici dichiarati, è deflagrante.
Cesino Paolo da Castellammare, come scrive agli atti, non sa nulla della sua partecipazione al bando indetto dal Comune di Lacco Ameno per la gestione dei servizi portuali e disconosce tutti gli atti a sua firma prodotti dalla Marine Sub di Bacoli per la partecipazione alla gara.
Già i commissari di gara, esterni è nominati negli ambienti portuali della Salerno-Napoli bene (e ci fermiamo qui) in sede di aggiudicazione avevano raccomandato il Rup di verificare l’esistenza dei requisiti tecnici dichiarati dalla società avvalitrice, ma il dirigente non ha preso in considerazione tali rilievi critici e si è affrettato ad affidare il servizio a Marine Sub.
Qualche ora dopo, addirittura, ha tentato di strappare la concessione demaniale di Marina del Capitello (ancora sottoposta al vaglio de tar per la proroga al 31.12.2023) per immettere in possesso delle aree demaniali la società bacolese.
Lo ha fatto con tanto di forzature e scenate plateali sul molo.
La nota con cui a Cesino prende le distanze dalle procedure sembra dare ragione alle denunce avanzate pubblicamente dalla società amministrata dal Perrella che ha sempre lamentato assenza di trasparenza, come l’impossibilità di partecipare alle sedute di gara (per mancanza del link di collegamento sulla piattaforma di gara) e l’illegittima nomina della commissione di gara, effettuata “intuitu personae” senza procedere ai sensi di legge e del regolamento comunale. Insomma, un progetto finalizzato a strappare il porto a Perrella e affidarlo ad amici degli amici.
E’ la triste storia del potere che si ripete e che depaupera i pubblici beni impoverendo la comunità.
Se il vecchio sistema era pericoloso, perché portava le ricchezze dal pubblico e privato, il nuovo che avanza mette ancora più timore, ed è ancora più pericoloso, perché l’imbroglio è perpetrato dalla pubblica amministrazione. Quest’ultima, sfruttando i favori dei pubblici uffici, alimenta e favorisce particolari interessi privati strizzando l’occhio alla politica compiacente e malandrina. Solo benefici, senza alcun costo (tutto a carico delle pubbliche casse) sfruttando l’abbrivio, se ci è consentito il giro di parole, della cosa pubblica.
La PEC sul porto che scotta
Inutile aggiungere parole alle parole. Siamo dinanzi ad un atto di accusa inequivocabile. Il documento Coppola parla da solo. Non c’è bisogno di altro commento al protocollo PEC registrato dal legale del foro torrese il 28 luglio.
La vicenda porto turistico a Lacco Ameno continua a generare mostri. Ecco quanto scrive Massimo Coppola nel merito dell’Affidamento dei servizi di supporto alla gestione del porto turistico di Lacco Ameno per il periodo 1/7/2022- 31/72022 con tanto di “Richiesta annullamento atti del procedimento amministrativo” e “Riserva di azione legale”.
Mai sottoscritto alcuna richiesta e/o dichiarazione e/o documentazione né di aver autorizzato terzi a presentare atti per proprio conto ed interesse
Il legale Massimo Coppola scrive in nome e per conto della società Cesino Paolo & C. S.a.s con sede legale in Castellammare di Stabia, in persona del legale rapp. p.t., comunicando fatti e circostanze che diremo abominevoli se non conoscessimo già l’andazzo: “A seguito della notifica della richiesta di accesso agli atti effettuato dalla società Marina del Capitello Scarl con sede in Napoli la società mia assistita, con grande stupore, apprendeva la propria partecipazione al procedimento amministrativo di gara meglio in oggetto specificato mediante avvalimento alla società Marine Sub s.a.s.. Al riguardo, l’odierno difensore evidenzia, in relazione al citato procedimento, che l’amministratore della Cesino Paolo & C. Sas, che sottoscrive la presente ad ogni effetto e conseguenza i legge, mi ha comunicato di non aver mai sottoscritto alcuna richiesta e/o dichiarazione e/o documentazione né di aver autorizzato terzi a presentare atti per proprio conto ed interesse né di aver consegnato documentazione fiscale della società per essere allegata agli atti del procedimento (fatture elettroniche, elenco beni ammortizzabili, ect.)…
Atti falsi
Come sottolineano da Castellammare la documentazione prodotta, si evince chiaramente, è falsa. Lo scrive ancora Coppola in una due pagine mail intrisa di reati denunciati pubblicamente. “Per cui si può ritenere che tutte le sottoscrizioni del legale rappresentante della società Cesino & C. Sas- scrive Coppola- apposte sulla documentazione così come tutti gli allegati anche di carattere fiscale sono da considerarsi non autentici”.
Annullateli
Sono lapalissiane le richieste della società chiamata in causa e notiziata della sua presunta partecipazione da un accesso agli atti di gara a dir poco rilevatore. “Alla luce delle suindicate comunicazioni si chiede al Rup di procedere immediatamente all’annullamento degli atti di gara valutando l’opportunità di trasmettere tutta la documentazione all’Autorità Giudiziaria per l’accertamento delle condotte penalmente rilevanti e dell’identificazione ed il perseguimento dei soggetti responsabili!”.
Conclude Cesino, restando in attesa ed auspicando di poter salvare la sua onorabilità: “Si resta in attesa della comunicazione delle determinazioni da parte della Pubblica Amministrazione in indirizzo riservandosi ogni azione legale sia in sede civile che penale a tutela degli interessi, della onorabilità e della reputazione commerciale della mia assistita”.
La malapolitica continua a rendere cattivi esempi. Le procedure del bando lacchese, su cui si addensano nuove ombre, sono da tempo al centro di intrighi e guerre, brogli su brogli, forzature su forzature. L’immagine che abbiamo ci pone la convinzione che in questo paese, solo così, con gli imbrogli, si possa ottenere un posto al sole, il favore, l’ingresso nella stanza dei bottoni e magari un fine mese o un fisso mensile che ingrossi il conto in banca. Appare, altresì, inverosimile che dinanzi a tali gravi situazioni le istituzioni, le autorità, non assumano nessuna iniziativa lasciano la comunità, il paese al suo destino, in mano ai predoni.
Ormai Ischia tutta è in mani dei politici poco raccomandabili. Nessuno interviene e la popolazione è abbandonata a un triste domani !!!!!!!!!!!!!!