domenica, Dicembre 22, 2024

“Fratelli dei Fallimenti”. La passione dei Fratelli d’Italia

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In tutto questo non c’è nulla di illegale o di strano, sia chiaro, ma emerge solo una questione politica e morale. Chi vota Giorgia Meloni vota Michele Schiano, uno che aspetta che altri falliscono per poter provare a fare l’affare e mettere le mani su strutture di pregio. Un “fratello dei fallimenti” che racconta molto sulla caratura, anche del politico.

Gaetano Di Meglio | C’è un senso di frustrazione locale che mi assale ogni volta che guardo a Fratelli d’Italia, ascolto la Meloni e poi penso a chi sul territorio rappresenta quello che la Meloni racconta in Italia.
Una slinding door da paura e una dissociazione totale tra serietà, presenza e coerenza con personaggi che diventano sinonimi di assenza, lontananza e clientela di bassa lega.
Fortunatamente Maria Grazia Di Scala e Davide Conte, dopo il loro passaggio da Forza Italia a Fratelli d’Italia di un anno fa, non hanno dato seguito – seriamente – in questo passaggio e sono rimasti delusi fin da subito di quello che è il partito di Giorgia Meloni a Ischia.

Partito? Parolone, il nulla cosmico peggio di tutti gli altri. Con la differenza che per gli altri una mezza preghiera cattolica pure la si può dire, per il “Fratelli d’Ischia”, diciamo così, neanche quella. Neanche una mezza preghiera.
Un partito fotocopia del Movimento Cinque Stelle: inesistente, senza proposta, pieno di chiacchiere a vuoto, senza rappresentanza sul territorio, lontano da ogni possibile iniziativa per il territorio che, però e purtroppo, raccoglierà tanto consenso ma che rappresenta il NULLA TOTALE su Ischia. L’unica differenza tra Fratelli d’Italia a Ischia e il Movimento Cinque Stelle è che gli stellini non avevano nessun passato da rispettare. Questi, in qualche, modo dovrebbero dare conto a qualcuno e a qualcosa. Questi, in qualche modo, se avessero a che fare con qualcuno del MSI, verrebbero presi male e cacciati lontano.
C’è, però, una simpatica curiosità che riguarda il maggior esponente di Fratelli d’Italia del territorio, Michele Schiano. Non mi sorprendo più di nulla e difficilmente cambio il giudizio espresso “a pelle” eppure, però, mi chiedo come mai Michele Schiano sia sempre presente negli hotel di Ischia che hanno una gestione diretta dalla curatela fallimentare.

Un anno fa, infatti, Schiano faceva il “padrone di casa” all’Hotel Augusto nella gestione Di Meglio – Basentini e che è sfumata con l’acquisto della DimHotels. Dopo un anno di totale assenza da ogni argomento che abbia a che fare con Ischia, tranne qualche clientela spicciola e terra terra che offende più chi le chiede che chi le fa, Michele Schiano riappare all’Hotel Manzi. Un altro hotel fallito con tanto di curatore e pronto per essere acquistato all’asta.
C’è questa familiarità con imprese cadute in disgrazia e che possono rappresentare un business per chi riesce a metterci le mani su e lo gestisce in un’estate grazie ai “pochi spicci” che magari si riescono a concordare con la curatela fallimentare.
E, manco a farlo apposta, la candidata Scarlato, alla sua prima esperienza “voluta” da Giorgia Meloni, è proprio la Signora “Manzi” grazie all’investimento della famiglia del marito, Giovanni Lombardi.

E, se tanto ci dà tanto, è abbastanza strano pensare che un imprenditore assuma la gestione dell’Hotel Manzi, il 5 stelle lusso al centro di Casamicciola, e non rivendichi questo investimento e resti nascosto in questo modo. Ed è ancora più interessante evidenziare il ruolo di Michele Schiano. Da un fallimento all’altro. Una sorta di avvoltoio delle imprese ischitane pronto a planare sullo scheletro delle imprese fallite.
In tutto questo non c’è nulla di illegale o di strano, sia chiaro, ma emerge solo una questione politica e morale. Chi vota Giorgia Meloni vota Michele Schiano, uno che aspetta che altri falliscono per poter provare a fare l’affare e mettere le mani su strutture di pregio. Un “fratello dei fallimenti” che racconta molto sulla caratura, anche del politico.

Purtroppo, la verità diffusa sulla circostanza che Fratelli d’Italia non ha classe dirigente è perfettamente raccontata dai candidati che esprime sul territorio e nei nostri collegi. La moglie di alcuni personaggi della vecchia destra che non hanno mai brillato per i motivi che, ad esempio, si cantavano per Ettore Muti, Michele Schiano e la new entry Elena Scarlato che, si legge altrove è “una soluzione che è stata, fortemente voluta, anche da Giorgia Meloni che ha chiesto, espressamente, ai singoli responsabili regionali di individuare figure di spicco – conosciute e stimate – provenienti dagli ambienti del lavoro, delle professioni, delle associazioni”.

2 COMMENTS

  1. Credo che lo scrivente di questo becero articolo, debba schiarirsi un po’ le idee, abbastanza confuse. In primis deve lavarsi la bocca prima di parlare di Giorgia Meloni, poi solo per chiarezza, ma so che saranno parole sprecate, il Partito è Nazionale, poi sul territorio ci sono gentucola come lo scrivente dell’articolo. Sull’isola quest’anno è stato commesso il più grave errore del Mondo, è stato eletto un sindaco in pratica con una sola lista della serie o Vinco o vinco. Questo è uno dei tantissimi problemi che spiegano l’inefficienza totale della amministrazione, congiunta ai gestori in generale, O’ pesce fete da Capa.

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