Gaetano Di Meglio | Se pensate che Terremoto di Ischia sia una tragedia, vi sbagliate! Se pensate che il Terremoto di Ischia si un problema, vi sbagliate. Se pensate che il terremoto sia una questione sociale, civile e politica che riguarda tutti, bene, vi sbagliate ancora.
Il terremoto, ad oggi, carte alla mano, è una questione di soldi e di danari. Di affari.
Da mesi, e possiamo dire anche anni, ci siamo interrogando sui motivi che hanno tenuto ferma la ricostruzione. Motivi tecnici legati, sicuramente, alla confusione legislativa, alle incertezze delle norme, alla paura di molti di ritornare ad abitare alcuni luoghi (altri, invece, non solo sono tornati ma hanno ripreso a costruire abusivamente o legalmente, non cambia). Il sistema Casamicciola ha fatto naufragare tutti gli sforzi del Commissario Schilardi e ha impallato tutte le ordinanze che sono state emesse nel frattempo.
Cinque anni fa, con la spinta di alcuni figuri della minoranza e il vessillo di varie organizzazioni locali Casamicciola ha detto no alle schede del fabbisogno. Con la scusa della formulazione delle schede e i dubbi attorno ai modelli che veniva proposti, il territorio, la base e la politica fece in modo che Casamicciola e Lacco Ameno non rendessero ufficiali le intenzioni dei residenti di ricostruire e, sul binario parallelo, lo Stato non avesse la possibilità di quantificare il danno arrecato dal terremoto e non predisponesse una congrua copertura finanziaria per affrontare il problema della ricostruzione privata.
Attenzione, non facciamo confusione con quella pubblica. La ricostruzione privata è una partita diversa: non ci sono gli enti pubblici in mezzo, non c’è la Corte dei conti, non c’è il pericolo della corruzione o della concussione e c’è la possibilità di armeggiare con le ditte, con i fornitori e con tutto il mondo che conosciamo.
E così, iniziamo un viaggio in questo quarto di miliardo di euro che è il danno del terremoto arrecato ad Ischia e vediamo chi e come gestirà i primi 222.080.347,66 milioni di euro. Si, avete letto bene, duecento venti due milioni di euro e qualche spicciolo.
Sono 15 tecnici che gestiscono un totale di 399 pratiche presentate che, appunto, presuntivamente sviluppano l’importo che avete appena letto.
Ora, per capire che questi signori sono il vero blocco alla ricostruzione privata di Ischia e che gli appelli di Legnini o di altri cadono nel vuoto dovete seguirci per capire il fenomeno blocco.
Il commissario Legnini ha imposto le manifestazioni di volontà, le nuove schede del fabbisogno e, quello che scientificamente avevano nascosto 4 anni fa ora è venuto a galla. Nel frattempo, tutto è rimasto fermo sulle scrivanie dei tecnici perché non era chiaro come sarebbe stata liquidata la loro parcella. Dopo anni di blocco e di fermo, quando lo Stato ha deciso che gli anticipa direttamente il 50% senza passare per il titolare del danno, ovvero il cittadino, allora hanno detto si. Prima hanno ricattato, non so quale altro termine usare, i terremotati che avevano voglia di ricostruire e di accedere alle opportunità offerte dalle ordinanze di Schilardi.
Dicevamo di 399 pratiche caricate da 15 tecnici e solo 11 progetti presentati. Cosa vi dice questo dato? Cosa vi racconta questa vicenda? Cosa ci fa capire?
Facile: a Casamicciola e Lacco Ameno si sono divisi il tesoro del terremoto e, soprattutto, attenzione, aspettano che Legnini venga sostituito e che arrivi qualcuno che gli consenta di poter avere maggior possibilità di manovra ora che le carte non lo consentono più.
Ora iniziamo a scalare la classifica dei super 15 tecnici dell’isola che bloccano la ricostruzione privata. Tre puntate per scoprire chi e come gestirà milioni di euro per ridare ai terremotati di Casamicciola e di Lacco Ameno un’abitazione.
E, attenzione, tutto questo ha qualcosa anche a che vedere con la ricostruzione pubblica e con il Piano di Ricostruzione della Regione Campania perché, dal totale degli 800 immobili (circa) da ricostruire, ovviamente, ci sono i 150 da delocalizzare. E, tra questi ci potrebbe essere chi sceglie di essere rimborsato e di comprare altrove, in questo caso, ovviamente, il tecnico viene esautorato, Ma questa è un’altra storia.
In questa prima puntata vedremo le ultime cinque posizioni di questa meravigliosa classifica stilata sul numero delle pratiche collegate al singolo tecnico. Dalla posizione 11 alla 15 che sviluppano contributi presunti di 25.806.993,75 milioni di euro.
PARTIAMO DAL BASSO
15 Alla posizione 15, il meno capace, si fa per dire, della classifica c’è il tecnico che ha in carico ben 8 progetti per che presuntivamente sviluppano un importo complessivo di ricostruzione pari a euro 4.088.255,30. Il signor 15 ha presentato, fino ad oggi, zero progetti.
14 Alla posizione 14, salendo, c’è un tecnico che, nonostante i nove progetti presentati avrà da gestire solo 2.472.014,17 milioni di euro e ha presentato già 2 progetti.
13 Più virtuoso, invece, il tecnico della posizione numero 13. Per questo signore, sono sempre 9 i progetti in carico e 4 presentati, ma sviluppa un importo complessivo più consistente. Per il Signor 13, infatti, è previsto un importo presuntivo di 7.740.000,00. E’ inutile sottolineare che la differenza degli importi è legata alla diversità e all’ampiezza dei progetti in carico manifestati con le volontarie dichiarazioni di volontà.
12 Alla posizione numero 12, con 12 progetti in carico e zero progetti presentati, il Signor 12, sviluppa un importo presuntivo di ricostruzione pari a 5.595.224,28 di euro.
11 Chiude questa prima parte del nostro viaggio il Signor 11 che, con in carico 13 progetti e nessuno presentato sviluppa un importo presuntivo di 5.911.500,00 di euro.
I primi 25.806.993,75 milioni di euro sono nelle mani di 5 tecnici. I primi 51 progetti di cui solo 6 presentati.
1 – continua
Sì, ma i nomi?