IDA TROFA | La Casamicciola che studia, approfondisce e ama, la Casamicciola che non vuole arrendersi all’inesorabile destino di degrado e di abbandono, la Casamicciola che prova a gettare un sasso nello stagno putrido che da tanto, troppo tempo, ormai, immarcisce dalle fondamenta il paese. Uno stagno fatto di fonti termali e refluii umani. Di quell’umanità che pur di fare impresa e affare passa su tutto e tutti. Distrugge.
Il tema caldo resta lo sfruttamento delle concessioni termali ed in particolare il grido di dolore passa attraverso una seria richiesta di aiuto e presa di coscienza sul futuro dell’unico vero giacimento di valore di cui dispone Casamicciola.
Casamicciola non più terme, ma terra di speculazione e di conquista.
La vicenda riguarda la Direzione Generale per lo Sviluppo Economico e le Attività produttive della Regione Campania che ha indetto – con decreto dirigenziale n. 809 del 16/09/2022 – una procedura di gara aperta finalizzata all’affidamento (durata 15 anni) della concessione di coltivazione ai fini dello sfruttamento del giacimento delle acque termali denominata ‘Bagni’ ricadenti nel Comune di Casamicciola Terme, con un’estensione di ha. 00.24.50 (valore concessione euro 990.000,00 al netto di IVA).
Dopo la nostra denuncia, la Professoressa Antonietta Iacono della Federico II di Napoli, nonché cittadina eccellente del comune isolano, ha voluto rivolgersi direttamente alla Regione Campania del Governatore Vincenzo De Luca e per esso al dott. Sergio Negro, alle dr.sse Raffaella Farina e Anna Belfiore, responsabile della procedura di Gara con cui la Regione Campania stessa mette a Bando la Sorgente denominata “Terme” della storica fonte del Gurgitello.
Un’accorata richiesta, un appello a preservare gli interessi di tutta la comunità, avanzata dalla Iacono che traccia la strada per riprendere finalmente il giusto cammino verso un futuro che non può prescindere dal passato.
La strada per tornare a creare valori che possano essere ricchezza e fonte di sviluppo per ognuno. In una nota puntuale la Iacono spiega il perché della necessità di un immediato intervento riparatore. La storia di Casamicciola Terme non può essere in vendita e bisogna battersi e farsi sentire affinché la dirigenza regionale riveda e nella sostanza la formulazione del bando, utilizzando “l’autentica e rivelatrice denominazione della sorgente e dando valore alla storia di un territorio e della sua cittadinanza”.
Quel suffisso Terme è stata la conquista dei nostri antenati, di chi si è battuto per portare in alto il nome della piccola regina d’Europa, ormai Cenerentola abbandonata senza né principi né matrigne.
La storia in svendita. Iacono: “Fermatevi!”
Il bando malandrino che ipoteca lo sfruttamento della antica Sorgente del Gurgitello e mette all’angolo il comune e l’ente Pio Monte va avanti.
Va avanti nel disinteresse generale, della comunità, della politica, del comune e persino dell’ente morale Pio Monte che, di fatto, si erge su questo patrimonio (interpellato il governatore Paternò ha di fatto chiarito che non hanno interesse al bando né allo sfruttamento).
Tutti i dubbi e le perplessità emergono in questa nota inviata ai vertici di Palazzo Santa Lucia nel tentavo di smuovere il pantano e le coscienze anche istituzionali. Cosa c’è davvero dietro a questa procedura? Quali gli interessi malcelati?
Nella sua puntuale richiesta agli uomini di De Luca così scrive la dottoressa Antonietta Iacono impegnandosi per un serio e concreto sviluppo economico di tutte le Attività Produttive:
“La Direzione Generale per lo Sviluppo Economico e le Attività produttive della Regione Campania ha indetto una procedura di gara aperta finalizzata all’affidamento della concessione di coltivazione ai fini dello sfruttamento del giacimento delle acque termali denominata ‘Bagni’ ricadenti nel Comune di Casamicciola Terme.
Oggetto della Concessione “si specifica lo sfruttamento del giacimento di acque termali da denominarsi ‘Bagni’; l’area della concessione con le relative pertinenze minerarie ricade nel territorio del comune di Casamicciola Terme (NA) al foglio n. 8, particella n. 295, 413 e 374 con portata di esercizio 4 l/s che scaturiscono da una sorgente naturale attraverso un bottino di presa costituito da più vasche tra loro comunicanti a mezzo di cunicoli; la sorgente termominerale denominata Fonte del Gurgitello è costituita da più vasche aperte cavate sotto il livello del piano di calpestio fino a circa 2 metri dallo stesso; le acque sgorganti dalla sorgente del Gurgitello trovano naturale sbocco in un canale di scolo”.
Seguendo le specifiche del bando la Iacono individua ed identifica il prezioso bene evidenziando come “La sorgente in questione va identificata con quella relativa all’antico Pio Monte della Misericordia, per quello che ne è sopravvissuto al terremoto che colpì Casamicciola Terme nel 1883 e agli assalti del tempo uniti all’incuria colpevole. Nel bando si ricorre però per identificare la sorgente termale in questione alla denominazione ‘Bagni’ che crea un equivoco di non scarso valore.
Infatti, tale denominazione non trova riscontro nella toponomastica locale e popolare, se non per l’afferenza di detta sorgente alla zona dei ‘Bagni’ per antonomasia, ovvero Piazza de’ Bagni in Casamicciola Terme; e non trova altresì riscontro nemmeno nella trattatistica storica sulle acque termali dell’Isola d’Ischia, ed in particolare di Casamicciola Terme e di Piazza de’ Bagni”.
La professoressa federiciana confuta i suoi assunti in punta di richiami storici e citazioni. “Infatti non si trova traccia di una sorgente denominata ‘Bagni’ nel De’ rimedi naturali di Giulio Iasolino, che pubblicato nel 1588 diede un inatteso prestigio alle acque dell’isola d’Ischia (libro II, p. 211 s.); non se ne trova traccia nel L’Infermo istruito nel vero salutevole uso de’ rimedi minerali dell’Isola d’Ischia di Gian Andrea D’Aloisio, pubblicato a Napoli nel 1757; infine non se ne trova traccia nella trattatistica belneoterapica sulle terme di Ischia e di Casamicciola Terme di più recente produzione”.
Una denominazione posticcia, artatamente malandrina che alimenta timori e nasconde altre verità. Come si legge nel documento: “La denominazione posticcia a cui ricorre la procedura di gara crea problemi di varia natura: anzitutto essa non tiene in conto (e non valorizza) la storica attinenza della sorgente in questione – nella storia nota non come ‘Bagni’, ma come Fonte /Bagno del Gurgitello – con quella utilizzata con particolare predilezione per le sue qualità terapeutiche dal più antico ospedale-stabilimento costruito in Casamicciola dal Pio Monte della Misericordia nel 1604; ancora crea un dannoso equivoco tra i Bagni oggetto della gara per l’affidamento in concessione della sorgente termale storicamente nota come Bagno/ Fonte del Gurgitello con tutti i Bagni di Piazza de’ Bagni in Casamicciola Terme”.
La preoccupazione è palese e traspare nella nuda crudezza della nota inviata ai vertici regionali. Infatti, come rileva Antonietta Iacono “Proprio su quest’ultimo dato si appunta la preoccupazione di chi le scrive. Chi partecipando alla gara avrà in concessione per 15 anni lo sfruttamento della sorgente in questione potrà rivendicare l’utilizzo esclusivo della denominazione ‘Bagni’ per tale sorgente, togliendo alle altre terme ancora attive nel territorio di Piazza de’ Bagni, tutte inferenti al bacino del Gurgitello, l’uso di tale denominazione che storicamente coinvolge tutta Piazza de’ Bagni e non solo la sorgente oggetto della gara. Ed ancora costituisce senz’altro ulteriore causa di preoccupazione il fatto che nel bando non si faccia parola dell’antico edificio (di cui pure restano porzioni rilevanti) pertinente alla sorgente termale oggetto della gara: non ci sono infatti riferimenti all’edifizio, se non per sottolineare la certa impossibilità di sopralluogo e di campionamento di quelle acque che sono state utilizzate fino al 1973, per la necessità di messa in sicurezza dell’edificio. E va pure poi sottolineato che il naturale sbocco in canale di scolo delle acque sgorganti dalla sorgente Gurgitello (che nel bando al punto specifico questa volta non è denominata ‘Bagni’) è in realtà l’alveo dell’antico fiume in cui si convogliavano tutte le acque delle sorgenti site in Piazza de’ Bagni, un alveo ora tombato e sempre di pertinenza demaniale”.
Inevitabili e più che condivisibile l’appello a fermare lo scempio.
“Chi le scrive – conclude Iacono- prega la dirigenza specifica di rivedere nella sostanza la formulazione del bando, utilizzando l’autentica e rivelatrice denominazione della sorgente e dando valore alla storia di un territorio e della sua cittadinanza”.