Difensore, di mestiere. Bomber, di rivelazione. Filippo Florio, tuttofare agli ordini di mister Enrico Buonocore, è indubbiamente uno dei pilastri dell’Ischia. Di ruolo terzino, il gialloblù si è riscoperto un elemento essenziale anche nelle transizioni offensive della squadra.
5 gol in campionato è uno dei marcatori più forti del girone. Davanti a lui il collega Simonetti con 6 reti e Chirullo del Saviano 1960 con 6 gol e 1 rigore, Galesio del Pompei con 6 gol e 2 rigori e Improta dell’Albanova con 6 gol e 3 rigori: prestazione da bomber.
Filippo, come ci si sente a risvegliarsi da bomber nonostante si provenga dalla difesa?
Ah! È bello, fa piacere perché è una gratificazione personale ed è sempre bello soprattutto perché sono un difensore e non è una cosa che capita spesso però, come ho sempre detto, quello che a me fa tanto piacere è che poi il gol funziona nel complesso squadra e, soprattutto ieri, ci ha dato la possibilità di mettere in discesa la partita. Sono molto contento, ma sono molto contento per la prestazione che abbiamo fatto ieri
Non voglio mettere il dito nella piaga, ma avrete sicuramente pensato alla partita di domenica scorsa. Davvero una brutta prestazione. Qual è la valutazione che avete fatto?
Ci siamo guardati tanto dentro e abbiamo capito che abbiamo commesso degli errori e gli errori non sono dell’allenatore, non sono la società ma sono dei giocatori. In campo ci andiamo noi, certo, poi come gruppo ognuno conosce le sue responsabilità, però noi siamo i primi a doverci mettere in gioco, perché, soprattutto a Cardito, in maniera molto più evidente di Massa Lubrense abbiamo sbagliato la partita da parte nostra, una cosa che noi non ci possiamo permettere. Nel percorso di una squadra e di un gruppo, queste sono cose che ti fanno crescere e ti fanno capire la tua forza e, soprattutto, come dico sempre, non è importante come cadi bensì come ti rialzi. E’ quello ti dà la dimostrazione se sei un gruppo forte o non lo sei. Noi ci siamo rialzati tutte e due le volte in maniera forte, tenace e positiva. Dobbiamo adesso evitare questi cali di tensione e dobbiamo trovare sempre l’approccio giusto fuori casa”.
Faccio veramente una domanda priva di ogni cattiveria da parte mia e neanche voglio che tu faccia un paragone, però la differenza tra le due Ischia, ovvero l’anno scorso con un neofita, diciamo tra virgolette, con un allenatore senza un grande passato da calciatore e quest’anno, invece, un allenatore con un grande passato da calciatore. Qual è la differenza?
“Le differenze ci sono. Io penso che Iervolino abbia tanta conoscenza teorica calcistica, nel senso che lui studia tanto, si dedica veramente tanto a quello che è il suo sogno però, tante volte e ce lo siamo detti anche con lui spesso, gli mancava la gestione in determinate situazioni, perché quando non nasci calciatore e quando non sei dentro lo spogliatoio da piccolo non hai giocato certi livelli, che poi la differenza, si nota. Quando giochi a certi livelli ti rendi conto di tante situazioni che nascono, crescono e le riesci a gestire anche con maggiore tranquillità perché ci sei già passato. Ecco, è questo che a Iervolino mancava, però penso che abbia fatto un ottimo lavoro con la squadra dell’anno scorso. Una rosa con evidenti carenze proprio numeriche a livello di giocatori. Oggi il Mister, invece, ha un’esperienza e un background che gli dà la possibilità di gestire tante situazioni in maniera molto più serena. Lui ci tiene tanto, perché è veramente tifoso dell’ischia e ha il sangue dell’ischia nelle vene, ci crede tantissimo in questa società e in questo progetto. E’ meno teorico e più pratico e certe volte, vedo che la squadra reagisce positivamente. Posso aggiungere un cosa?
Certo
L’anno scorso ci è mancato qualcosa proprio a livello, secondo me, numerico di giocatori, perché per affrontare un determinato tipo di campionato quest’anno abbiamo più possibilità e più scelta e con la possibilità di prendere ovunque come, ad esempio, qualche giocatore da Napoli. Sono convinto che il lavoro fatto dal presidente Emanuele D’Abundo negli ultimi tre anni vede la sua naturale continuazione in questo anno. Il gruppo forte sta dando una grande mano e deve continuare a farlo. I ragazzi non ischitani ci stanno dando una grandissima mano. L’effetto Simonetti è sotto gli occhi tutti, ma anche Padin, De Simone e Scalzone quando entra. Si, è la continuazione di un progetto che quest’anno può avere la sua realizzazione”
Domenica c’è il derby. Il derby è sempre una partita extra, però mi volevo collegare ad un altro aspetto e, dimenticandomi che il Real Forio è una squadra isolana e mi concentro sul fatto che il Forio occupa una delle ultime posizioni in classifica. Abbiamo visto questo campionato, anche con le ultime si rischia e l’Ischia lo sa bene. Come si affrontano questi due concetti? Sia il fenomeno piccole, tra virgolette, sia il fenomeno derby?
I derby, ce lo siamo detti prima col mister, sono partite che non vanno giocate, i derby vanno vinti. Lo dicono tutti. Lo so, è una frase fatta e so che domenica non sarà una partita semplice. Sembra il Forio sia una “piccola” e che è una squadra che è lì sotto, però quando affronti un derby non esiste squadra piccola, squadra grande, esiste la partita. Sarà una partita durissima perché conosco il Forio, conosco l’ambiente di Forio, conosco Billone che sicuramente preparerà la squadra nel migliore dei modi per far la partita della vita come è giusto che sia. Battere l’Ischia, secondo me, è uno dei loro obiettivi che hanno dall’inizio del campionato. Ed è giusto così perché fa parte del calcio e dobbiamo essere onesti. Domenica sarà una partita durissima e, probabilmente, tra le ultime tre partite prima del Pompei è la più difficile. Un test importante perché ci offre la possibilità di arrivare con una concentrazione maggiore proprio perché è un derby e non ci concentriamo sulla squadra “piccola”, ma ci concentriamo sul derby”