venerdì, Settembre 20, 2024

Pichetto Fratin: «In paese civile non si dovrebbe morire di pioggia come a Ischia»

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Si susseguono gli interventi degli esponenti del governo sulla tragedia di Casamicciola. Buoni propositi, una diversa valutazione degli abusi edilizi, sottolineature sulle lacune degli interventi e degli errori istituzionali. E naturalmente l’impegno a cambiare strada e a mettere in primo piano la prevenzione. Resta poi da attendere per verificare se tutti questi impegni, o almeno alcuni di essi, verranno mantenuti.

Sulla tragica frana è nuovamente intervenuto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, nel presentare le linee programmatiche del suo dicastero in audizione alle commissioni riunite della Camera, Ambiente e Attività produttive. Stavolta con toni più “diplomatici”. Una prima riflessione: «In un paese civile non si dovrebbe morire di pioggia. Se accade così spesso significa che, fermi restando gli effetti dei cambiamenti climatici che enfatizzano gli eventi meteo estremi, non si è operato bene a livello di governo centrale, di Regioni, di enti locali e di enti con responsabilità sul tema».

Quindi Pichetto avverte: «Non è più tempo di passare sopra a illeciti urbanistici che possono trasformarsi in elementi di nuove tragedie». Ma puntualizza: «Ci sono abusi e abusi, taluni gravi e altri ancora veniali. Chi ha compiti di vigilanza a tutti i livelli sul territorio deve evitare che si creino o aggravino situazioni di rischio».

E sulle cose da fare: «Il dissesto idrogeologico è un’emergenza nazionale che lo Stato non ha saputo affrontare efficacemente, non è una battaglia di parte, non è una bandiera ideologica: deve essere un impegno di tutti noi al Governo, in Parlamento, nelle Regioni e negli enti locali, ma anche di tutti i cittadini di buon senso e attenti alla legalità. Il lavoro che ci attende, dunque, nei prossimi anni deve essere proiettato verso il futuro: abbiamo il dovere di dare risposte concrete per rallentare l’impatto dei cambiamenti climatici sull’ambiente e sulla salute umana evitando l’errore che è stato fatto in precedenza, nel rincorrere l’emergenza».

L’IMPEGNO DEL GOVERNO

Anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una intervista al Corriere della Sera aveva ribadito la necessità di una seria prevenzione: «In Cdm abbiamo preso un impegno: approvare entro l’anno il Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico. Inoltre, i ministri competenti effettueranno una ricognizione sia delle risorse già esistenti sia del personale da mettere a disposizione dei Comuni, a partire da quelli più piccoli. Abbiamo poi dato mandato al ministro Musumeci di creare un gruppo di lavoro interministeriale per gli interventi di medio e lungo periodo. C’è tantissimo lavoro da fare ma serve anche un approccio culturale diverso. Perchè ogni euro investito sulla cura del territorio è un euro investito per dare ai nostri figli un’Italia più sicura e protetta».

E proprio sulla frase del ministro Pichetto di di arrestare i sindaci che consentono l’abusivismo: «Quella del ministro Pichetto è stata un’espressione infelice, ma che voleva probabilmente sottolineare la necessità che le istituzioni siano chiamate a rispondere delle loro responsabilità. Se lei andasse a riprendere la dichiarazione di voto di FdI scoprirebbe che noi fummo molto critici nei confronti del condono su Ischia inserito nel decreto sul ponte Morandi. E’ agli atti. Così come sono agli atti le critiche a tutte quelle norme che con Genova non c’entravano assolutamente. Votammo in ogni caso il provvedimento perchè la priorità era dare risposte a una città che affrontava un’emergenza senza precedenti».

La tragedia di Casamicciola cade in un momento già difficile a livello internazionale, ma da quanto dichiarato il premier Meloni intende mantenere tutti gli impegni: «Sapevo che sarebbe stato un compito arduo guidare una Nazione come l’Italia in uno dei momenti più complessi della sua storia. Non mi sono mai illusa, anche se rispetto a Draghi posso contare su una maggioranza chiara, un programma comune e un mandato popolare. Perchè nel nostro ordinamento una persona sola non può fare la differenza: serve la squadra».

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