Il “Corriere della Sera”, in un articolo dell’inviato Alfio Sciacca, ha raccontato la storia di Salvatore Mazzella, il marittimo casamicciolese la cui fidanzata Mariateresa Arcamone risulta ancora tra i dispersi.
A dare a Salvatore la notizia che il corpo della fidanzata non era ancora stato rintracciato sono stati i genitori. I soccorritori lo sapevano già, ma aspettavano prima di contattarlo. Salvatore era imbarcato come ufficiale di navigazione e lontano dall’isola. Lunedì Salvatore Mazzella è prima sbarcato a Genova e poi si è precipitato a Ischia. E’ arrivato in serata e subito è voluto andare sul luogo della tragedia per partecipare alle ricerche, tra fango e cumuli di detriti. E chi lo ha incontrato al suo arrivo racconta: «Semplicemente un uomo sconvolto». Con lui il comandante della nave sulla quale è imbarcato, che gli è voluto restare accanto. Troppo forte il dolore da sopportate per lasciarlo da solo.
Un destino tragico. Dolore che si aggiunge a dolore. Nella valanga di acqua e fango Salvatore Mazzella sapeva già di aver perso la sorella Giovanna, il cognato Maurizio e il nipotino Giovangiuseppe, di soli 22 giorni. Ma non immaginava di dover sopportare l’ulteriore strazio per la sorte della donna con la quale condivideva una storia d’amore iniziata oltre quattro anni fa. «Fidanzati? Erano come marito e moglie, ormai convivevano da anni. In pratica aveva messo su famiglia» racconta una cugina.
Lui era imbarcato per lunghi periodi dell’anno. Mariateresa Arcamone, 31 anni, invece lavorava nel bar La Lucciola, a Forio. «Una ragazza dolcissima», racconta chi la incontrava ogni mattina. «Coppia da favola. Siete stupendi», scrivevano gli amici a commento della foto su Facebook che li ritrae abbracciati.
Per Salvatore è stato lacerante anche scoprire come è morta Mariateresa, sopraffatta più dalla paura che dal fango. Quando è iniziata a venire giù la colata di fango e detriti era da sola in casa ed è stata presa dal panico. Terrorizzata ha chiamato al telefono il padre, urlando: «Aiuto, si è aperta una frana sulla montagna. Vieni subito, vieni a prendermi»
Da quel momento di lei non si è saputo più nulla. «Se fosse rimasta in casa – aggiunge sconsolata la cugina – probabilmente sarebbe ancora viva». In effetti la casa in cui abitava con Salvatore è stata trovata invasa dal fango, ma ancora integra e sicura. E’ facile ipotizzare che dopo aver chiamato il padre, spinta dal terrore, Mariateresa sia uscita in strada. Fuori era ancora buio, la pioggia battente, il fango che veniva giù dal monte Epomeo. Non si capisce se abbia avuto il tempo di salire a bordo della sua Panda o se si sia avventurata a piedi. Anche l’auto è stata trovata coperta di fango, ma di lei non c’è traccia.
IL RACCONTO DI UNO SFOLLATO
Ancora dispersi anche il marito di Eleonora Sirabella, Salvatore Impagliazzo e i coniugi Valentina Castagna e Gianluca Monti. Il fratello di quest’ultimo, Piero, come Salvatore, ogni mattina si avventura nella zona del Celario per partecipare alle ricerche. «Spesso si muovono autonomamente» dicono i vigili del fuoco. E’ accaduto anche che uno di questi uomini disperati, appena arrivato sul posto, ha avuto un mancamento ed è stato portato via in ambulanza.
Una circostanza ancora più straziante. Molte delle famiglie colpite dalla tragedia sono imparentate tra di loro. Un groviglio di affetti, dolore e rabbia che incrocia le ripetute tragedie che hanno colpito quest’isola bellissima quanto fragile. Alcuni di loro sono tra i 130 sfollati ospitati all’hotel Michelangelo. Lo zio 70enne di Gianluca Monti vuole restare anonimo «per rispetto dei dispersi ancora sotto il fango». Ma il suo racconto è l’emblema di questa popolazione che sembra destinata a non trovare pace: «Dopo il terremoto del 2017 la mia casa venne dichiarata inagibile. Da allora mi sono dovuto trasferire da mio figlio, ma nessuno ha provveduto o ci ha aiutato per sistemare la mia casa. Ora che anche casa di mio figlio è devastata dal fango non sappiamo più dove andare a vivere».