Attori e Spettatori di Anna Fermo | Solo in questo ultimo weekend l’Italia è stata travolta da più di 10 eventi climatici estremi, con nubifragi che hanno messo a dura prova la tenuta dei terreni dopo l’ultima ondata di maltempo sull’Italia. Allerta arancione in Puglia e gialla in altre 6 regioni: Lazio, Umbria, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia. Ebbene si, non è un problema solo di Ischia, della nostra bella Casamicciola, la fragilità del territorio. E’ piuttosto un problema che riguarda l’intera Italia. Lo sappiamo noi, come lo sanno tutti!
Un distacco sulla sciara del fuoco del Vulcano di Stromboli che ha ripreso ad eruttare, ha provocato in men che non si dica un maremoto, un’onda di tsunami alta circa 1 metro e mezzo, e va detto che non è stata la prima volta. L’evento, chiaramente ha fatto scattare l’allerta sull’isola, dove sono entrate subito in funzione le sirene per allertare la popolazione, anche se non si sono fortunatamente registrati danni.
Va da se che in buona parte del Centro e Sud Italia sono stati due giorni terribili: il Salento, in Puglia, è stato travolto dalla furia di trombe d’aria, tuoni e fulmini su città e campagne, con allagamenti e smottamenti, alberi e cavi di alta tensione caduti, che hanno lasciato case e aziende agricole al buio e senza collegamenti. Terreni sommersi e danni anche in Sicilia e in Calabria, e pure nel Lazio: Roma è stata colpita da una vera e propria bomba d’acqua che ha provocato anche blackout elettrici.
Tutta colpa dell’abusivismo anche qui?
Bha, diciamo che a noi non importa più quello che vogliono far passare a tutti i costi quale causa primaria della nostra tragedia, figuriamoci poi se c’importi che lo dicano anche per altre locations similmente colpite! Quel che resta in piedi è il rischio di nuovi e sempre più critici eventi che possono determinare tragedie umane oltre a danni incommensurabili.
Pensate che tra piante abbattute, campi allagati, serre completamente divelte e colture distrutte è salito ad oltre 6 miliardi il conto dei danni nelle campagne nel solo 2022, secondo quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti su dati Eswd.
Ad Ischia, dopo la tragedia del 26 novembre, la pioggia di questo weekend c’ha fatto temere per nuove frane. Moltissime zone del territorio isolano sono state per forza di cose individuate come area rossa perchè risultano ancora di difficile percorrenza. L‘ordinanza con la quale si ordina alla popolazione residente nelle abitazioni dell’area rossa di non rientrare fino alla verifica di agibilità, per via dei rischi sia di natura statica che idrogeologici si è resa non necessaria, ma di più.
400 sfollati, ancora mentre si continua a cercareMaria Teresa Arcamone, danno il senso della situazione che stiamo vivendo quand’anche i media parlino e parlino ancora di abusivismo.
Abbiamo 11 vittime al momento e non sono solo nostre! Potevano e potranno registrarsene di altre ed altre ancora se solo pensiamo che in Italia nel mese di novembre si sono abbattuti ben 242 eventi estremi legati al maltempo, tra bombe d’acqua, nubifragi, tempeste di vento, trombe d’aria e grandinate.
Oltre 9 comuni su 10 in Italia, cioè il 93,9% del totale, secondo i dati Ispra, hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni.
Rispetto al 2021, questi eventi estremi, sono cresciuti addirittura del 50%.
Ricordiamo che il 2022, si è tra l’altro classificato fino ad ora in Italia come il più caldo di sempre, con una temperatura addirittura superiore di quasi un grado (+1,07 gradi) rispetto alla media storica. Tutto questo conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, del cambiamento climatico in atto, che si porta dietro una evidente scia verso la tropicalizzazione che, come ha sottolineato anche Coldiretti, si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense su territori sempre più fragili.
Urge un piano di difesa del territorio così come è necessario intervenire con aiuti concreti per aiutare le popolazioni colpite, senza rinvii e ritardi come è già più volte accaduto.
L’ approvazione della legge sul consumo di suolo che giace da anni in Parlamento e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio sarebbe un ottimo primo passo se perseguito subito, così come la gestione veloce del primo fondo messo a disposizione dal Governo per l’affronto di questa ennesima tragedia che ci è toccata!
Quanto accaduto “ci obbliga moralmente e politicamente ad approfondire con urgenza il tema delle cause ma anche le molteplici questioni connesse alla migliore individuazione del sistema normativo e amministrativo realmente integrato e efficiente sul piano della prevenzione dei rischi” ha sottolineato il ministro Musumeci. Una strategia di intervento che consenta di agire laddove è necessario e urgente e che ha come presupposto un quadro completo della previsione del rischio, ha continuato, sottolineando che “non si può immaginare prevenzione se prima non c’è uno strumento di previsione”. E lo strumento che dice il territorio vulnerabile e quale tipo di rischio potrebbe determinarsi è per l’appunto il Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico.
Per De Luca, al netto delle dichiarazioni circa la questione abusivismo, sulle quali stendiamo un velo, “gli interventi di assetto di un territorio fragile come quello italiano comportano alcuni presupposti: politiche di medio lungo periodo, “non a 24 ore come avviene da sempre in Italia”, stanziamenti imponenti e ultradecennali, apparati pubblici che funzionano “e non inesistenti e ridotti a zero”. Come dargli torto?
“Inutile fare questa litania eterna, i problemi si risolvono quando si fanno scelte coerenti. Abbiamo un nuovo Governo e questa tragedia diventi un’occasione per fare queste riflessioni di fondo, non per ripetere liturgie insopportabili”, ha detto il Governatore, tuttavia aggiungendo, “Ma metto già nel conto che tra un mese rimarremo da soli, Comuni e Regione, come accaduto per il terremoto”.
Noi invece ci auguriamo di no!
Nel primo decreto che il Governo ha approvato in men che non si dica per Ischia, in attesa come detto del Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico, tra le misure in favore della popolazione dei Comuni di Casamicciola e Lacco Ameno. Come abbiamo avuto modo di constatare, già spiccano: la sospensione dei termini relativi agli adempimenti e versamenti tributari, contributivi o di pagamento delle cartelle di pagamento per i residenti delle zone colpite fino al 30 giugno 2023; la sospensione, fino al 31 dicembre 2022, dei termini processuali e dei giudizi civili e penali presso il Tribunale di Ischia o di altri Tribunali nel caso in cui la parte o il difensore siano residenti nella zona colpita dall’evento alluvionale; la sospensione, fino al 31 dicembre 2022, per i giudizi amministrativi, contabili, tributari e militari; la proroga al 31 dicembre 2023 del termine per la cessazione della Sezione distaccata insulare di Ischia, attualmente fissata al 31 dicembre 2022.
Si tratta di un intervento immediato e concreto che di certo si unisce al primo stanziamento di 2 milioni di euro perl’attuazione dei primi interventi urgenti, di soccorso ed assistenza alla nostra popolazione colpita e di ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche.
Certamente, tutto questo è significativo, e sappiamo che tuttavia non basta.
Motivo per il quale, Ischia, come le altre realtà italiane a rischio, necessitano di un cambio di rotta culturale nella difesa del territorio, urgono di professionalità specializzate nel settore per consentire il perseguimento delle migliori soluzioni e con molta probabilità, anche di nuove dirigenze politico-amministrative!
Negli ultimi 20 anni, tanto si poteva fare ed altrettanto non è stato fatto. A questo punto, valutare il passaggio al Comune Unico per dictat di governo, non sarebbe affatto un male!