LA RIMOZIONE DI DETRITI E FANGO è la questione del giorno oltre quella della SS270. Nella relazione consegnata alla Commissione Ambiente della Camera il quadro complessivo della vicenda. Che è, poi, un compendio delle nostre cronache dei giorni scorsi
Un lungo capitolo è dedicato alla rimozione dei detriti e del fango: «Il Commissario delegato ha già adottato la prima ordinanza n. 1 del 3 dicembre 2022, contenente l’individuazione dei soggetti attuatori delle prime attività ricomprese nelle funzioni sopra indicate. Nei prossimi giorni provvederà ad emanare una nuova ordinanza contenente il primo piano degli interventi allo stato definibili, nonché integrazioni delle misure riguardanti la rimozione della massa di detriti e fango generata dalle frane. A tale riguardo con ordinanza n. 1 del 3/12/2022, il Commissario delegato ha individuato quale soggetto attuatore per la gestione dei rifiuti la società AMCA, in house del Comune di Casamicciola. La stessa società con nota n. 63 del 9 dicembre 2022 ha comunicato di non essere nelle condizioni di svolgere tutte le attività necessarie, individuando quelle che ritiene di poter assicurare. Conseguentemente, il Commissario delegato ha avviato un confronto, in via di conclusione, con la SMA (società in house della Regione Campania per risanamento ambientale e riassetto idrogeologico) allo scopo di affidare alla stessa la funzione di soggetto attuatore per le attività successive allo stoccaggio nei depositi temporanei dei materiali di frana.
Più in particolare, per la gestione della notevole massa di detriti e fango generata dalle frane, si prevede di procedere secondo le seguenti fasi: stoccaggio presso siti provvisori, valutazione della possibilità di riutilizzo della matrice ambientalmente compatibile per il ripascimento degli arenili e per il deposito in fondali marini, senza arrecare danno all’ambiente e alla salute umana, nonché del riutilizzo del tufo di Ischia. Per quanto concerne i rifiuti di diversa natura, quali ingombranti, RAEE, metalli, andranno conferiti agli impianti autorizzati in terraferma.
Le quantità della materia detritica e fangosa, frammista a blocchi di dimensione importanti (anche dell’ordine del metro cubo), sono in corso di stima, nell’ambito delle attività affidate ai Centri di competenza. Da una valutazione molto sommaria risulta che nelle aree urbanizzate il materiale è dell’ordine di 30.000-40.000 mc mentre, al piede del pendio da cui si sono originati i distacchi, sono presenti quantitativi di molto superiori, che occupano aree quasi completamente non urbanizzate.
I numerosi sopralluoghi effettuati dai tecnici dell’ARPAC hanno messo in luce che si tratta di materiali afferenti alle terre e rocce da scavo, il cui codice EER è il 17.05.04, in base al quale i tecnici medesimi hanno – con propri verbali – individuato i presidi che dovranno essere utilizzati per lo stoccaggio delle materie nelle migliori condizioni per la sicurezza, per l’ambiente e per la salute.
Ad oggi i siti individuati nell’immediatezza dell’evento, nei Comuni di Casamicciola e Forio, hanno raggiunto la saturazione in termini di capacità di stoccaggio, stimata complessivamente in circa 10.000 mc (di cui circa 8.000 nel primo e 2.000 rispettivamente nel secondo).
Con l’ordinanza n.1 del 3 dicembre 2022 il Commissario delegato ha autorizzato i Sindaci ad individuare altri siti provvisori, con il supporto dell’ARPAC per la valutazione di idoneità. Ne sono stati identificati tre, di cui:
a) due, uno prospiciente all’altro, situati nel Comune di Forio, di differenti proprietari, rispettivamente di superficie pari a 4.000 mq e 1.000 mq circa;
b) uno nel Comune di Casamicciola, di proprietà pubblica, denominato “Ex parcheggio ANAS”, di poco superiore ai 1.000 mq di superficie; su tale sito, l’ARPAC ha già rilevato la pronta utilizzabilità, fatti salvi i presidi sopra richiamati.
Le ordinanze dei sindaci sono in via di emanazione. L’individuazione di ulteriori siti di stoccaggio costituisce la difficoltà principale per garantire una spedita rimozione dei materiali, a causa dei vincoli ambientali insistenti su tutta l’isola e dell’elevata urbanizzazione del territorio.
Il ciclo di gestione di tale complessa attività di rimozione, stoccaggio, selezione e caratterizzazione, conferimento in discarica o riutilizzo dei materiali è ad oggi così individuabile:
1) AMCA, in qualità di soggetto attuatore, si è impegnata:
a) all’allestimento dei siti di stoccaggio provvisorio secondo le indicazioni contenute nei verbali dell’ARPAC;
b) alla rimozione e al trasporto del materiale presente nelle aree urbanizzate verso i siti suddetti;
c) alla rimozione, al trasporto e al conferimento presso impianti autorizzati del materiale situato presso il Pio Monte della Misericordia e l’area autobus di Forio.
Il soggetto attuatore AMCA ha accertato la presenza di impianti autorizzati, situati sulla terraferma, disponibili ad accogliere il conferimento del rifiuto con codice EER 17.05.04.
2) Per quanto riguarda il riutilizzo del materiale, ai fini dell’ottenimento di materia prima seconda ovvero la caratterizzazione del materiale come non rifiuto, tenuto conto di quanto previsto dal T.U. Ambiente, le ipotesi da vagliare nel corso dei prossimi giorni saranno il riutilizzo finalizzato al ripascimento di arenili e/o alla realizzazione di colmate per la riconfigurazione e protezione delle linee di costa erose oppure il deposito sui fondali marini, preferibilmente in aree non protette.
L’ARPAC ha proposto processi di vagliatura, selezione e trattamenti meccanici, oltre a controlli eco-tossicologici e chimici per la verifica della compatibilità della materia prima seconda coi siti di destinazione. L’analisi del territorio non ha prodotto esiti positivi in merito all’esistenza di cave dismesse sull’isola ai fini di una loro riconfigurazione ambientale con i sottoprodotti o con materia prima seconda.
Dopo aver definito i termini essenziali dell’accordo con SMA, il complesso di tali attività, compreso il trasporto e il conferimento a discarica dei materiali non riutilizzabili, sarà oggetto come sopra detto di una prossima ordinanza commissariale.
In merito ai detriti presenti nelle aree non urbanizzate, alle pendici dell’Epomeo, una volta accertata la stabilità e verificati i profili di rischio residuo si porranno le fondamenta di un progetto di riutilizzo e riconfigurazione per gli interventi relativi ai vari bacini idrografici (Sinigallia, Puzzillo, Fasaniello) e di quelli ulteriori delle altre frane che si sono attivate in seguito all’evento del 26 Novembre».