Gaetano Di Meglio| E’ scritto chiaramente: se non sei di sinistra e se non appartieni a qualche corrente in Italia non hai diritto di vivere, di esistere e di avere diritti e servizi.
E’ così con la scuola, con i trasporti, con la sanità e, ora, anche con la giustizia. Questa volta è la Giunta esecutiva sezionale del Distretto di Napoli dell’ANM che si scaglia contro la nostra sezione distaccata.
Quello che stupisce, più della polemica prettamente politica con il Ministro di destra, Nordio che sembra non aver timore delle toghe italiane, sono le parole dell’associazione del Distretto di Napoli all’indomani dell’arresto di un cancelliere del tribunale di Napoli Nord circa la nostra Sezione distaccata: “ha dato finora luogo a diseconomie e disfunzioni”. Parole che stupiscono perché è chiaro che la Sezione di Ischia è diretta dal Tribunale di Napoli e, se tanto ci da tanto, le diseconomie e le disfunzioni dipendono da Napoli e non certo da Ischia. Di quali diseconomie si parla? Delle spese che sostiene il Comune di Ischia? O quali altre diseconomie?
Secondo l’ANM, infatti, la sezione distaccata del tribunale va chiusa definitivamente. Le motivazioni per la giunta? “L’ufficio distaccato ha dato finora luogo a diseconomie e disfunzioni”. Ovvero quello che il Tribunale non è riuscito a risolvere.
“La Giunta esecutiva sezionale del Distretto di Napoli ha seguito con attenzione, da subito, l’iter legislativo che ha portato all’ulteriore proroga della funzionalità della sezione distaccata di Ischia, esprimendo già nel comunicato dell’1 dicembre 2022 il fermo convincimento sull’opportunità di una definitiva chiusura di quell’ufficio. Le ragioni di tale opzione sono state già esplicitate, e vengono qui ribadite, apparendo non conforme alle esigenze di funzionalità ed efficienza il mantenimento di una gestione decentrata del servizio giustizia che ha dato finora luogo a diseconomie e disfunzioni” così si esprime la Giunta presieduta da Pina D’Inverno.
“Nella consapevolezza della necessità di un fermo confronto con le istituzioni deputate, che impone di fronteggiare spinte localistiche con decisioni di respiro generale ed approccio sistemico – prosegue la nota – la Ges del Distretto di Napoli ritiene che siano necessarie attenzione e proposte risolutive di carattere nazionale, trattandosi di problematica strutturale che implica la destinazione di risorse giudiziarie e amministrative e riguarda la geografia giudiziaria del Paese. Per tali motivi la Giunta, che pubblicizzerà ancor più la problematica per sensibilizzare l’opinione pubblica, si impegna per un intervento in sinergia con gli organi associativi centrali al fine di individuare efficaci forme di azione e comunicazione in grado di far conoscere alla società civile la problematica ischitana e ottenere una significativa interlocuzione con il ministro della Giustizia finalizzata a sostenere le ragioni, diffusamente condivise, che inducono a ritenere che il buon funzionamento della giustizia, anche nell’isola di Ischia, possa essere garantito soltanto dalla centralizzazione delle risorse e delle competenze presso la sede del Tribunale di Napoli”.
Quali siano queste ragioni “diffusamente condivise” che fanno ritenere garantito il diritto alla giustizia di Ischia con centralizzazione delle competenze a Napoli non si comprendono. Anzi, è chiaro il contrario.
E le parole del presidente Gianpaolo Buono di ieri, assumono un nuovo e più denso significato: “Alla fine, la serietà e la determinazione hanno pagato, così come ha pagato la scelta, già in una fase precedente le elezioni di settembre, degli interlocutori giusti per conseguire un risultato che sembrava impossibile, perché i poteri forti avevano posto il veto. La presenza di un Governo politico è stata determinante.”
E, ancora, a conferma della nostra giusta lettura, sono ancora le parole del presidente Buono che chiariscono i contorni di questa amara vicenda: “La verità è che l’ufficio giudiziario ischitano è stato abbandonato a se stesso dalle istituzioni e la intera cittadinanza è stata privata di un servizio fondamentale. Penso ai disabili, ai tanti cittadini che sono costretti a subire rinvii biblici delle cause solo perché qualcuno dall’alto ha deciso così. Da oggi inizia una fase nuova”
Per rimarcare il concetto, come se non bastasse, sono ancora le parole del presidente Buono a chiarire quale debba essere la giusta postura da assumere: “Qualcuno pensa che le isole siano solo un fastidio e questo non posso tollerarlo. Nei prossimi mesi i nostri detrattori si renderanno conto di ciò di cui gli isolani sono capaci”.