Continua l’iter per la conversione in legge del “Decreto Ischia”. Dalle ore 16.30, infatti, è in programma la discussione del “Decreto-legge n. 186/2022, Interventi urgenti per la popolazione di Ischia (ove approvato dalla Camera dei deputati) (scade il 1° febbraio)“
Il sindaco Giacomo Pascale lo presenta così: Oggi al Senato approda il Decreto Ischia, un provvedimento che dispiegherà effetti sul futuro dei nostri figli. Personalmente trovo assurdo che, dopo l’approvazione alla Camera, il testo arrivi blindato al Senato. Il che significa che i Senatori non potranno emendarlo, e cioè modificarlo: se è questa la liturgia parlamentare, a che servono due Camere?
Arriveranno 80 milioni? Bene, ma il testo è privo di un piano di delocalizzazione, di interventi più strutturali, di un piano per l’incremento e la stabilizzazione del personale (soprattutto preposto al sisma e all’alluvione) in seno alle Amministrazioni e di una riforma organica ed esaustiva come come quella adottata per la Valtellina. E ancora: urge scongiurare per sempre la chiusura del Tribunale nonché stanziamenti ad hoc per le famiglie delle vittime e tante altre misure.
In attesa di altri interventi strutturali, già in occasione del prossimo decreto Ricostruzione, l’auspicio è che – quanto meno – nel dibattito generale odierno emergano queste criticità, che nella giornata di ieri ho già trasmesso al Senatore Orfeo Mazzella (il cui cognome richiama trascorse origini ischitane) che dovrà intervenire in Aula. Come ho spiegato, la battaglia non va perimetrata in steccati partitici: Ischia è patrimonio del nostro Paese.
E, alle parole, dovranno seguire i fatti, nell’interesse della nostra Comunità che semplicemente chiede di essere equiparata ad altre parti d’Italia che, in situazioni analoghe, hanno avuto un trattamento migliore.