Ugo De Rosa | Lei è la “De Siano killer” e guida la fronda anti-Legnini. Arriva a Casamicciola scorata da Giovan Battista Castagna, Stani Senese e il duo Pitone-Iacono. Fa il giro di Casamicciola, sosta a Piazza Bagni, sosta nella Baracca di Piazza Maio e happening al Bar Unico. Pranzo? C’era Del Deo, quindi, sicuramente, di qualità. L’onorevole Patriarca, non ha dubbi e sa contro chi deve puntare il suo obiettivo: il commissario Legnini. Lo schema di casa azzurra, disegnato dal coordinatore Fulvio Martusciello è messo in pratica senza alcun errore. Riprendere le critiche e le accuse mosse al commissario che piace a De Luca è l’assist anche per sollecitare un residuo sentiment popolare.
Onorevole, nell’incontro coi comitati Lei non ha mancato di sottolineare che il Commissario Legnini ha sì chiesto 400-500 milioni, ma senza spiegare come intendeva spenderli, cosa che le ha dato “fastidio”, a voler essere eufemistici.
«La questione è un po’ diversa. Quando c’è stato chiesto perché in questo primo provvedimento non avevamo risposto a tutte le richieste del territorio, ne ho spiegato la ragione, avendo io partecipato ai lavori della commissione. Nell’immediato, subito dopo la finanziaria, questo è stato lo sforzo maggiore che potevamo fare, rendendoci perfettamente con questa cifra non rispondevamo a tutte le esigenze del territorio. Quando poi ci viene criticata la scelta di non predisporre tutte le somme necessarie, noi abbiamo chiesto di avere una pianificazione reale dei danni e delle tipologie di intervento per poter avere un “quantum” da predisporre per rispondere alle necessità. “Quantum” che ancora non è arrivato se non negli articoli dei giornali: noi vogliamo capire quali e quante sono le attività commerciali coinvolte, le abitazioni coinvolte, per avere un quadro realistico e per poter aiutare il territorio, sia eventualmente per predisporre una “zona franca”, e dare un po’ di respiro a chi ha oggi grandi difficoltà, ma soprattutto per capire in cosa deve consistere la ricostruzione, la delocalizzazione o la “monetizzazione” o quant’altro, perché queste sono le proposte che ci sono arrivate. Tuttavia finché non abbiamo un quadro chiaro, non possiamo capire né sapere quella cifra che serve. Pertanto gli 85 milioni recuperati in una fase particolare ma comunque nell’immediatezza sono una prima risposta importante per la celerità con cui arriva».
Quali sono le sue impressioni tratte dalla sua visita sui luoghi più colpiti dalla frana del 26 novembre?
«La prima sensazione è quella di una forte stretta al cuore. La cosa drammatica non è soltanto constatare i danni di una recente alluvione, ma comprendere che questo è un territorio ferito da molto, troppo tempo. Vedere a che punto è la ricostruzione post terremoto – che di fatto ricostruzione non è, perché siamo rimasti perfettamente nelle stesse identiche condizioni di tre, quattro, cinque anni fa, a partire dagli edifici puntellati – è una brutta ferita, significa cioè che non si è mosso nulla e in questa direzione dovremmo spingere per dare un po’ di speranza a questo territorio martoriato. Ecco, se dovessi scegliere dei termini per definire la mia sensazione, direi di profondo disagio».
Si può dire che la sua visita sia qualche modo legata quello che dovrà accadere in primavera sull’isola: si vota in due comuni, uno dei due è proprio Casamicciola terme.
«Guardi, noi siamo soggetti politici. Quindi sempre e comunque, in qualsiasi cosa facciamo c’è anche una chiave politica. Io oggi sono qui, cioè il giorno dopo l’approvazione del decreto, proprio perché abbiamo fatto un lavoro per capire effettivamente, giungendo sul territorio, che cosa c’è da fare ancora, ma soprattutto per ascoltare le persone e il loro disagio, a margine di un incontro che ha questa prerogativa. E con questa priorità è inevitabile incontrare i riferimenti politici di parte del territorio. Io spero e penso che un rilancio di Casamicciola parta anche da una classe politica in grado di ricompattarsi sui temi fondamentali, perché oggi se Casamicciola avrà una amministrazione in grado di amplificare la sua voce potrà avere le risposte che merita e di cui ha bisogno in tempi più rapidi, quindi siamo qui anche per lavorare affinché si costruisca una coalizione forte, in grado di dare una grande mano al paese per farlo risorgere».
Forza Italia sull’isola sembra infatti aver bisogno di una “ripartenza”.
«Noi stiamo ricostruendo Forza Italia un po’ dappertutto, a voler essere precisi (l’uso del verbo ricostruire non è a caso: il sottotesto vuole indicare mettere mano a quello che ha distrutto De Siano, ndr). Ischia politicamente ha un ruolo strategico fondamentale. La nostra volontà di ricostruire è in tutta la provincia di Napoli, e glielo dico come coordinatrice provinciale di Forza Italia: stiamo cercando, intorno a un’idea della parte moderata del centrodestra, di convogliare le migliori energie che la politica e i territori riescono a darci. Quindi da questo punto di vista Ischia è una nuova sfida per noi, ma abbiamo tante persone che rappresentano la storia del nostro partito e che sono rimaste, come Giovanni Castagna e come tanti altri amici: con loro, stiamo ricostruendo un tessuto importante anche per Ischia».