Gianni Vuoso | Ormai, anche alcune reti televisive nazionali stanno dedicando un po’ di tempo alla vicenda che vede protagonista Alfredo Cospito, l’anarchico rinchiuso nel carcere di Bancali a Sassari, condannato per ora, al 41bis. Noi abbiamo dedicato alcuni articoli per informare su quanto è successo e sulla ingiusta giustizia che in certi casi, chiude un occhio e riduce la pena a pochi mesi di reclusione, a chi è colpevole di omicidi e condanna al 41bis chi invece non ha ucciso o ferito nessuno. Che è quanto è successo a Cospito.
Ricordiamo che aveva fatto scoppiare due bombe a basso potenziale, in un cassonetto di rifiuti, a poca distanza da una caserma di Carabinieri a Fossano, in provincia di Cuneo. Un’azione dimostrativa, per protestare contro questo Stato, un’iniziativa messa in atto solo per “far rumore”. Ma questo Stato non ha gradito ovviamente, per la scelta del luogo e per la data in cui esplosero le bombe, il 2 giugno, festa della Repubblica. Quindi arrestato e condannato, come un qualsiasi mafioso, al 41bis, un carcere durissimo.
Contro la decisione di condannare Cospito ad una pena sproporzionata, rispetto ad un reato di dimensioni ben diverse da quelli commessi da mafiosi e criminali, si sono mossi giuristi, intellettuali, religiosi, cittadini di ogni colore politico, personaggi come Cacciari, magistrati come Flick, D’Ambrosio, Alex Zanotelli che hanno scritto al Ministro della Giustizia per chiedere la revoca del 41bis. Ma fino ad oggi non c’è stata risposta. Contro la condanna ricevuta, Cospito sta protestando con un digiuno che dura ormai da 90 giorni, e che gli sta procurando problemi di salute. Userà il suo corpo, afferma, come arma e che è deciso ad andare fino in fondo. Per ora ha già perso oltre 35 chili.
Insieme agli oltre quattromila italiani che hanno sottoscritto appelli e richieste, bisogna ricordare che anche Ischia non tace. Diverse decine di ischitani hanno sottoscritto l’appello che è stato pubblicato da “il dispari” e che si rafforza di giorno in giorno, come dimostra l’elenco, ancora più mutrito, che pubblichiamo qui di seguito.
Un’altra novità è che ci siamo messi in contatto con il legale di Cospito, l’avv. Flavio Rossi di Roma per conoscere la strada più opportuna per far pervenire al detenuto gli articoli pubblicati, l’appello e le firme. L’avvocato ci ha consigliato di informare la persona interessata con un telegramma e successivamente, di inviargli, per posta, gli articoli, uno dopo l’altro, con una certa successione di tempo perché “le regole” impongono una procedura precisa. Perché? Non riusciamo a darci una spiegazione, così come non ci spieghiamo perché Cospito, col 41bis, non possa leggere i libri che desidera, i giornali, che non possa vedere tutti i canali televisivi. Sono motivi che hanno indotto lo stesso Cospito a scrivere che questo carcere così duro, è una vera e propria “tomba per vivi”, che deve essere abolito per tutti.
Quale la via d’uscita? Si spera che la Corte costituzionale si esprima per liberare Cospito dal carcere ostativo, ma la procedura richiede tempi troppo lunghi per uno che ha già raggiunto 90 giorni di digiuno; l’alternativa è che il Ministro decida autonomamente di revocare il 41bis. E’ una drammatica corsa col tempo e c’è da augurarsi che questo Stato non voglia assistere alla morte di una persona che in fondo, non ha ucciso nessuno.
A Cospito abbiamo inviato a Cospito un terlegramma che pubblichiamo a lato.
Ripubblichiamo ancora l’appello e l’elenco aggiornato di chi ha espresso la propria adesione.
L’APPELLO PER ALFREDO COSPITO*
Mentre condanniamo questo Stato
che usa due pesi e due misure
esprimiamo solidarietà per Alfredo Cospito
Due anarchici, come Alfredo Cospito e Anna Beniamino, sono stati condannati al 41 bis come due pericolosi delinquenti, ai sensi di una norma degli anni trenta, in piena epoca fascista.
I due anarchici sono colpevoli di aver piazzato in un cassonetto di rifiuti, due bombe a basso potenziale, che non hanno danneggiato niente né ucciso qualcuno, ma destinate solo a far “rumore” e a protestare contro questo Stato.
Ora, da oltre 80 giorni Cospito sta praticando, nel carcere di Sassari, un pericoloso digiuno della fame. Hanno espresso la loro solidarietà magistrati, politici, intellettuali, religiosi, cittadini.
Non è accettabile che questo Stato preveda condanne ridotte a chi è colpevole, come numerosi poliziotti, di aver ucciso inermi cittadini e sia invece, così spietato con chi esprime il proprio dissenso, come succede in Iran, dove vengono impiccati giovani che hanno la sola colpa di condannare il comportamento spietato del governo di quel paese.
Anche noi esprimiamo la nostra solidarietà, perché Ischia non può tacere.
- Per aderire all’appello chiamare il 3388861333 (anche w-app) oppure la mail giannivuoso@libero.it
Ed ecco l’elenco aggiornato delle adesioni:
Fino ad oggi hanno accolto l’appello:
Gianni Vuoso segretario della cellula isolana del PMLI
Paolo May artista
Gianfranco Marelli docente
Alessandra Punzo coord. Lega Animali
Odette del Dotto presidente Museo del Mare
Alexandra Stevens
Antonio Mazzella
Rosa Precisano
Raffaele Mazzella
Mery Di Costanzo
Clementina Petroni artista
Gaetano Scibelli vice preside SMS “G.Scotti”
Umberto Lillio
Maurizio Calabrese istruttore Yoga
Edoardo Cocciardo attore scrittore e regista
Lisa Molinaro musicista
Gianni Quaranta
Antimo Puca
Francesca Corbino
Franca Pascale docente
Maddalena Di Maio
Antonella Commitante
Salvatore Ronga regista teatrale
Maria Grazia Di Scala consigliere comunale Comune di Barano
Umberto Spurio metereologo
Franco Di Matteo
Maurizio Ronsini scenografo
Francesco Monti
Giusy Mattera docente
Agostino Iacono
Franca Mazzella
Arturo de Luca psicoteraputa
Roberto Fabbrucci giornalilsta
Loretta Calise
Claudio Iacono conduttore televisivo
Rosanna Marotta docente
Nicola Lamonica coord isolano dei VAS
Filippo Florio coordinatore isolano Coldiretti
Ciro Pacera imprenditore
Rosa Abate docente
Raffaele Marino
Stefano Santaniello
Donato Calicchio architetto
Martin Szczaluba
Viviana Vuoso docente
Mariella Regine medico
Albino Ambrosio ex giudice Tribunale di Ischia
Michelangelo Messina direttore “Ischia Film Festival”
Benedetto Valentino giornalista e coord “Premio Ischia per il giornalismo”
Ciriaco Rossetti avvocato
Nic Pantalone musicista
Aaron Insenga attore
Nello Postiglione funzionario Regione Campania
Gino Salvato
Brigida Verde docente
Fausta Piccolo insegnante
Francesco Di Crescenzo
Maria D’Ascia giornalista e conduttrice radiofonica
Giuseppe Mazara segret Legambiente isola d’Ischia
Alfonso Mattera
Rosaria Scotti dirigente Circolo Didattico Ischia
Agata Conte docente
Gianna Napoleone presidente CUDAS
Giuseppe Mazzella giornalista direttore de “il Continente”
Antonio Loffredo agente di viaggio Bellitalia
Benny artista caricaturista
Carla Tufanoassessore cultura Comune di Lacco Ameno
Alda Mauro
Emiliano Cantelmo fisioterapista
Giovanni Ferrandino
Anna Ballirano ingegnere Arpac
Carmela Di Blasio psicologa
Teresa Coppa musicista
Alba Simigliani
Ugo Vuoso direttore del Ceic
Silvia Aloisi
Marianna Lamonica coordinatrice isolana ANPI
Alessandro Caronti ingegnere
Gaia Giordan
Rosanna Limatola docente
Giovanni Ciardiello medico
Felice Contaldi docente
Geppino D’Orta
Ci auguriamo che a questo terzo elenco si aggiungano altri, indignati come tutti, di questa assurda vicenda ed in particolarmente da una ingiusta giustizia che non condanna con eguale severità, chi ha ucciso inermi con armi da fuoco o con pestaggi violenti. E ricordiamo che per aderire è sufficiente comunicare il proprio nominativo al 3388861333 whats-app. oppure all’indirizzo email giannivuoso@libero.it
E’ vergognoso questo voler minimizzare a tutti i costi un gesto che è di una gravità assoluta, come se l’anarchico per protestare avesse sparato un “raudo” senza alcuna volontà di ferire od uccidere.
Costui ha voluto colpire una scuola allievi Carabinieri (“per fargli capire già da piccoli quale ammirazione sollevi la loro criminale carriera”) utilizzando ben due ordigni, il secondo dei quali era sufficientemente potente da uccidere chi sarebbe accorso sul posto dopo la prima esplosione.
Vergognatevi tutti. Poi tutti a fare le fiaccolate x le vittime di attentati. Mettete la testa sotto terra. Pessimi, pessimi.
Scusate signori del Dispari, ma è questo il modo di fare informazione?!? Ma la gambizzazione di Roberto Adinolfi, dirigente della Ansaldo Nucleare, uomo ridotto alla sedia a rotelle per tutta la vita solo per aver avuto una carica manageriale in una Società invisa al “povero” cospito, non ne vogliamo parlare o questo delitto inficerebbe la ridicola campagna che state conducendo?
Se la ritenete una faccenda di secondaria importanza, tanto da non citarla, immaginatevi voi essere gambizzati e paralizzati e poi ne riparliamo.
Mi dispiace molto, vi ritenevo più coerenti e affidabili nell’informazione.